Nel giorno della morte di Ian Curtis Yahoo Entertainment ha raccolto alcune dichiarazioni di Peter Hook, bassista dei Joy Division che oggi, 18 maggio, ricorda quello strascico di dolore che 40 anni fa percorreva lo spazio tra l’eredità della band e il pubblico dei New Order.
I New Order nacquero dalle ceneri dei Joy Division dopo il suicidio di Ian Curtis, che si tolse la vita nella sua abitazione a Macclesfield. Una formazione, quella con i reduci della band di Love Will Tear Us Apart, che si discostava dallo stile precedente e adottava sfumature dance inoculate dai club statunitensi.
Fu tutto molto difficile, come racconta Peter Hook nell’intervista: dopo 40 anni insiste ancora quel senso di colpa ma anche quella frustrazione di vedere un giovane ragazzo che poteva ancora dare tanto alla musica scomparire nel suo buco nero.
Un buco nero che si apriva ogni volta che i New Order, durante il primo tour, salivano sul palco: “Il pubblico chiedeva i brani dei Joy Division. Tutti volevano i Joy Division“ e Peter Hook non si è mai sorpreso di questo.
“Il suicidio di un amico intimo o del membro di una famiglia ti lascia sempre con un senso di colpa“.
Già nell’ottobre 2019 Peter Hook disse: “Eravamo 3 idioti, non capivamo cosa stesse passando“, e a quanto pare quella sensazione non lo abbandona. Anche per questo l’ex bassista dei Joy Division è patrono della comunità CALM (Campagn Against Living Miserably) che sensibilizza chi soffre a parlare del suo tormento.
Oggi, per la prima volta al mondo, andrà in diretta streaming So This Is Permanent, un concerto registrato nel 2015 dai The Light, la band di Peter Hook, nella Christ Church di Macclesfield nella quale Ian Curtis cantava quando era bambino.
La morte di Ian Curtis, avvenuta 40 anni fa, fa ancora tanto rumore tra le coscienze, specialmente quelle degli ex compagni di band che non smettono mai di ricordarlo.