L’iPhone 6 e 6 Plus hanno battuto ogni record di vendita Apple. Un successo commerciale possibile grazie ad una catena produttiva impeccabile, pronta a fornire gli store di tutto il mondo dei melafonini di culto. I 67 milioni di esemplari stimati entro dicembre, però, non sarebbero stati possibili senza che a Cupertino ricorresse a stratagemmi produttivi non del tutto leciti: ne è convinta la BBC, tornata su un argomento già noto ma con nuovi e interessanti elementi.
Il canale televisivo britannico ha diramato un suo reportage che sta facendo discutere l’opinione pubblica. Inviando tre squadre di operai in Cina presso lo stabilimento Foxconn e non solo, ha potuto dimostrare le reali condizioni in cui gli operai si trovano. Mi riferisco a turni di lavoro continuativi anche di 20 ore che fanno addormentare i dipendenti sulle catene di montaggio o comunque in condizioni di non sicurezza.
Fin qui, tutto nella norma. O meglio iil reportage BBC non è andato molto oltre a quanto si sapeva già prima dell’iPhone 6 e dunque per i suoi predecessori. Il canale televisivo pero’ è andato a ritroso sulla catena di fornitura per le componenti dei melafonini, In Indonesia, molti bambini operano in buche franose per recuperare materiali preziosi o si rastrella la preziosa barriera per recuperare altre componenti. Insomma, un’accusa più che pesante.
Dopo il documentario, la risposta di Apple non poteva che essere secca e perentoria. Attraverso un comunicato di Jeff Williams, da Cupertino fanno sapere che l’impegno con altri produttori tecnologici è quello di utilizzare solo catene di fornitura “certificate”dove si rispettano determinati standard. Per le ultime produzioni ad esempio (il riferimento all’iPhone 6 è ovvio) sono stati rispettati i limiti delle 60 ore settimanali di turno per i lavoratori. Ragionando “all’occidentale” questa potrebbe sembrare un paletto quasi assurdo ma rispetto al passato, conferma Williams, si è fatto un gran passo in avanti.
Sulla veridicità del documentario BBC ancora a lungo si dibatterà ma lasciatemelo dire, nessun acquirente di un iPhone 6 si scandalizzerà a tal punto da rinnegare il suo telefono o a sconsigliarne l’acquisto. Certi polveroni mediatici hanno le gambe corte e molto presto non interesserà sapere se per la produzione dei device Apple c’è impiego di lavoro minorile o altro. Purtroppo, così come in passato per l’iPhone 5S: la storia delle vendite di Cupertino insegna.