Strano sodalizio questo: David Lynch che cura una sorta di tributo ai Duran Duran. Sia ben chiaro, a scanso di equivoci, dichiaro subito la mia fede Duraniana. Ci tengo a precisare, però, di non aver mai ostentato, all’epoca, felpe e accessori di marca al grido di Wild Boys. Piuttosto sono stato un fan tranquillo e molto tecnico, nel senso che a me piaceva (e piace tuttora) la musica dei Duran Duran, la loro tecnica, il loro stile.
Mi piacciono anche altre cose, ma non è che ora devo sviscerare i miei gusti; a giusta ragione, non credo interessino più di tanto. Quello di cui voglio notiziarvi invece è appunto questo evento che a prima vista può sembrare insolito: colui che è considerato da molti come il guru del surrealismo, filma un concerto di una band sinth-pop-new wave per farne un film.
Francamente la genesi di questo lavoro l’avevo immaginata diversa (nel 2011, durante la campagna di lancio di All You Need is Now, uno sponsor propose una collaborazione con un regista da scegliere da una lista di preferiti stilata dai Duran), ma la cosa in fondo ha un suo perchè, anche se, in fin dei conti, stiamo parlando di un’operazione dai tratti abbastanza amarcord: una Band tornata a riscuotere successi (anche se in maniera drasticamente ridotta rispetto ai fasti passati), ed un regista di successo dal presente però abbastanza oscurato (Lynch non dirigeva un lungometraggio dal 2006). Fatto sta che Lynch ha filmato quella che è stata una buona esibizione dei Duran Duran, datata 2011 al Mayan Theatre di Los Angeles. Il concerto ha visto anche la partecipazione di altre guest stars quali Beth Ditto, Gerard Way dei My Chemical Romance, Kelis e Mark Ronson (che è stato anche produttore degli stessi Duran).
Duran Duran Unstaged non avrà una vera e propria programmazione in Italia, perché sarà nelle sale cinematografiche solo nelle giornate del 21, 22 e 23 luglio nell’ambito dell’iniziativa Woovie Nights. Francamente mi sembra giusto così, oltre forse sarebbe stato quasi un abuso. Consigliabile da vedere solo a fan ed ex fan o, al limite, a giovani scevri da pregiudizi e curiosi magari di conoscere i gusti musicali dei genitori. In fondo, la vecchia scuola se la cava ancora.