Nelle più belle canzoni dei Sum 41 c’è tutto il meglio dell’ondata pop punk che ha investito il mondo nei primi anni 2000, dopo che altre band come Green Day, Millencolin e Blink 182 avevano già gettate le basi della nuova frontiera del punk reso più orecchiabili rispetto alla corrente originaria, decisamente meno adatta al mainstream.
Fat Lip (2001)
Fat Lip è un eccellente biglietto da visita per la band capitanata da Deryck Whibley: pop punk, rapcore e potenza, nella sua irriverenza diventa un grande classico dei Sum 41 che, dalle prime note del riff che apre il brano, sono in grado di fare esplodere il pubblico durante i concerti. Trattenersi da salti e pogo è impossibile.
In Too Deep (2001)
Più pop e melodica rispetto a Fat Lip, In Too Deep è forte del ritornello liberatorio e del video che vede la band partecipare a una gara di tuffi, una trama decisamente ispirata a una storia scena del film Back To School. Il chitarrista Dave Baksh, in questo brano, esegue un assolo di chitarra che strizza l’occhio allo stile degli Iron Maiden, la band britannica di cui i Sum 41 si sono sempre detti fan.
- All
- Sum
The Hell Song (2003)
The Hell Song racconta la tragica storia di un’amica della band che aveva contratto l’HIV, un episodio che la band non avrebbe voluto raccontare ma che “per qualche ragione” è stata poi messa al centro di una canzone. Ancora oggi The Hell Song è uno dei singoli più rappresentativi dei Sum 41.
- Music
- Universal Music
Still Waiting (2003)
Still Waiting non può certo mancare tra le più belle canzoni dei Sum 41: il testo è una ferma condanna contro George W. Bush e la guerra in Iraq ed è uno dei brani più famosi della band, nonché la più richiesta durante i concerti.