Mettiamo la parte ovest di Berlino, la guerra fredda, la storia d’Europa in continuo fermento, la passione per l’attivismo e tanta voglia di comunicare. Creato lo sfondo, mettiamo i personaggi: un Massimo Zamboni e un Giovanni Lindo Ferretti che si strafanno di punk, libri e poesie. Dal loro incontro a Berlino ovest nascono le canzoni di CCCP, che sin da subito in Italia riempiono un vuoto con il loro punk filosovietico, definendosi una formazione di “musica melodica emiliana”. Chi non li conosce, lo faccia adesso.
Spara Jurij (1984)
Ispirata ad un fatto storico realmente accaduto – l’abbattimento di un aereo coreano sui cieli sovietici su ordine del segretario generale del PCUS Jurij Andropov, che lo scambiò per un aereo statunitense – Spara Jurij è frenesia punk con un testo laconico ma duro come un proiettile: “Spara Jurij/Spera Jurij/Felicitazioni/Spara”.
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Emilia Paranoica (1985)
Canzone-manifesto dei CCCP, Emilia Paranoica mostra una serie di diapositive in cui vediamo notti insonni, psicofarmaci, notizie passate a caso dalla radio – “Bombardieri su Beirut” – con un ritmo scandito lentamente nella strofa e veloce fino all’isteria nel ritornello.
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Mi Ami? (1985)
Liberamente ispirata a Frammenti Di Un Discorso Amoroso di Roland Barthes, Mi Ami? è poesia e provocazione, dove si passa da “ingoi indigesti” a “affinità elettiva”, su un arrangiamento che mette insieme la canzonetta da spiaggia di Vianello e, ovviamente, il punk à la CCCP.
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Annarella (1990)
Annarella Giudici, “benemerita soubrette” della formazione, ispira il titolo di questa ballata romantica che ancora oggi fa scuola di poesia. Basterebbe soltanto la frase: “Non dire una parola che non sia d’amore” per entrare nel vivo di questa composizione profonda, struggente e originale.
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Amandoti (1990)
Tra le più belle canzoni dei CCCP non può certo mancare Amandoti, recentemente riportata al successo da Gianna Nannini ma nata come un tango crepuscolare che non conosce rivali né riadattamenti che rendano alla pari la bellezza di questo brano.