Nel 1968 i Doors partirono per il loro primo tour europeo. Durante la prima data al Roundhouse di Londra, il 7 settembre, non vi furono incidenti. Le cose precipitarono il 15 settembre, quando sul palco del Concertgebouw di Amsterdam, in Olanda, erano attesi insieme ai Jefferson Airplane.
Poco prima dello show alcuni membri di entrambe le band passeggiarono per esplorare le bellezze della città. Non riconoscerli era impossibile, e chi si spinse ben oltre gli onori di casa offrì loro ogni tipo di droga, dalle pasticche alle barrette di hashish. Grace Slick raccontò che Jim Morrison accettò ogni tipo di offerta dopo aver già fatto il pieno durante il viaggio.
Quando arrivò l’ora dello spettacolo, Morrison versava in condizioni catastrofiche. Mentre sul palco si esibivano i Jefferson Airplane, il Re Lucertola vi salì per ballare, sia sotto gli effetti degli stupefacenti che sotto quelli dell’alcol. Improvvisamente Morrison crollò di fronte a tutti. L’aneddoto è raccontato nel documentario The Doors Live In Europe 1968 dagli stessi Paul Kantner e Grace Slick.
I responsabili della sicurezza lo accompagnarono nel backstage. Jim non aveva funzioni vitali e non respirava, e molti lo credettero morto. Per questo motivo fu trasportato in ospedale dove grazie all’intervento tempestivo dei medici riprese conoscenza.
E i Doors? La band salì lo stesso sul palco e si esibì come power trio. Il microfono per la voce toccò a Ray Manzarek, che nonostante tutto riuscì a tenere il palco. Il suo corpo, si disse, già gli segnalava quel problema con gli eccessi proprio come fece con Dave Gahan dei Depeche Mode negli anni ’90, quando letteralmente morì per circa 40 minuti dopo una dose letale di speedball.
Tuttavia, dopo l’incidente e la paura, il giorno dopo il tour dei Doors ripartì senza problemi.