Si può parlare di morte di Dave Gahan? Sì, perché nei fatti il 28 maggio 1996 il frontman dei Depeche Mode ci fece questo “scherzo”, per almeno due minuti.
Al Sunset Marquis Hotel di Los Angeles, Dave Gahan cerca ancora lo sballo e assume una botta di speedball, quel mix altamente tossico di eroina e cocaina. Dopo pochissimo tempo il cantautore britannico viene trasportato al Cedars Sinai Hospital della stessa città. Il racconto di quella brutta esperienza arriverà direttamente dai suoi ricordi, in un’intervista concessa al Chicago Tribune.
Quando si risveglia, accanto a lui c’è un paramedico: “Ho avuto un’altra overdose?”, gli chiede. “No, David, sei morto“. Questa la risposta che cambierà per sempre la vita di Dave Gahan. Il paramedico continua: “Ti si è fermato il cuore per un paio di minuti. In realtà eri proprio morto”.
Dave Gahan scoprirà che i sanitari lo hanno rianimato per tre volte. Per due minuti, quindi, il frontman dei Depeche Mode ha lasciato questo mondo. Le sue parole:
“Ero clinicamente morto, il mio cuore non batteva. Per me è come se fossero trascorse ore intere. Poi ricordo che all’improvviso vidi una completa e spaventosa oscurità attorno a me. Di certo non era un posto che mi sarebbe piaciuto visitare di nuovo”.
Se quello era il mondo dei morti, quindi, a Dave Gahan non è affatto piaciuto. “Sembrò improbabile che saremmo andati avanti”, dirà Martin Gore al Chicago Tribune, e certamente l’esperienza ha mosso le mani di Dave Gahan e Martin nella scrittura di Ultra (1997). Nei fatti, da quell’overdose di speedball il frontman dei Depeche Mode è uscito completamente cambiato e pulito. Sembra paradossale che il nuovo album della band si intitoli Memento Mori, un monito ma anche una consapevolezza dopo la tragica morte di Andy Fletcher, il grande assente di oggi.