Esce oggi in tutte librerie Tutti Vogliono Un Fenomeno, la biografia di Fabri Fibra firmata da Michele Monina. Il popolare giornalista e critico musicale ha scelto di raccontare il rapper di Senigallia partendo da ciò che li accomuna maggiormente: Senigallia, appunto.
Quando si tratta di Michele Monina bisogna mettere da parte ogni lettura conosciuta fino ad oggi: Monina non offre riassunti educolrati né gratuite attestazioni di stima. Monina racconta, semplicemente, e lo fa sia con il suo occhio esperto che con il suo stomaco critico, riuscendo ad offrire una risultante genuina e tutt’altro che banale. Anche per questo sceglie Fabri Fibra, tutt’altro che un personaggio da poster in allegato a qualche rivista glitterata: Fabrizio Tarducci ha la rima affilata e spesso sconveniente, elementi che Michele Monina colloca in un percorso spazio-temporale che si muove dalla folgorazione per il rap in età giovanissima all’ultimo album, Caos.
Tutto parte, infatti, da quella volta in cui il futuro Fabri Fibra assiste ad un concerto degli Assalti Frontali. È il 1992, la militanza musicale italiana è ancora tanta e il giovani Fabrizio rimane impietrito di fronte alle parole di Militant A. Monina scrive: “Una lingua che in realtà poco conosceva, ma che di colpo diventa come una missione”. Il resto è la storia che conosciamo.
Fabrizio inizia a scrivere “le sue prime righe sgangherate” sulle quali Neffa farà un labor limae. Arriva, poi, la prima esperienza con gli Uomini Di Mare fino al primo album Turbe Giovanili dieci anni dopo, nel 2002. Il manifesto di Fabri Fibra è provocatorio e dissacrante, quasi rovente, e questo lo farà diventare il bersaglio perfetto per accuse di omofobia e sessismo, ma anche la controparte ideale per vari dissing con altri artisti (Fedez, Tormento e altri).
Dove inizia Fabrizio Tarducci? E dove inizia Fabri Fibra? Michele Monina lo racconta in Tutti Vogliono Un Fenomeno, la biografia di Fabri Fibra che non è una celebrazione, quanto un ritratto onesto scritto con spirito critico.