Non è colpa di Ultimo ma delle persone di cui si fida

Alla vigilia del documentario, si parla solo della bravata in tre sul motorino senza casco. E no, Borrelli, Ultimo non si scuserà

ultimo senza casco

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Ogni tanto si fuma una canna e sì, è andato in motorino senza casco con altre due persone. Ultimo è ben lontano dallo stereotipo di perfezione della società odierna. Ma quando mai ha aspirato ad avvicinarcisi?

Vuole essere una sola cosa: se stesso, con tutti i suoi difetti. Non ha mai voluto né nascondere la sua natura, né provare a cambiarla o mascherarla. Sicuramente non vuole essere un esempio da seguire, anche se – suo malgrado – lo è diventato, e deve ancora rendersene conto. Lui al massimo vuole essere la testimonianza di come, tra origini umili, fallimenti e difficoltà, dopo essere anche stato bocciato 2 volte a scuola, si possa comunque riuscire ad afferrare i propri sogni, spinti solo dal talento e dalla determinazione, con un pizzico di sana insicurezza e la volontà di guardare solo avanti. Il problema è che invece serve anche guardare indietro, guardarsi le spalle, perché è da lì che arrivano le pugnalate ben assestate.

Con la popolarità che deriva da una passione messa a fuoco deve ancora farci i conti. Deve farli anche con tutti coloro che lo vedono come un francobollo su cui sputare per appiccicarlo nell’album, senza neanche fare lo sforzo di aprire il tubetto di colla. Deve fare i conti con chi lo vede come il “tizio famoso che quella volta ha fatto una bravata con me, quindi me ne vanto sui social per 10 like in più”. Pazienza se per 10 like in più hai messo alla gogna un cantautore raffinato e sensibile, che di difetti ne ha tanti ma uno in particolare: si fida.

E anche stavolta, Niccolò, ti sei fidato delle persone sbagliate. Ti sei fidato di chi ha avuto l’idea geniale di trascinarti in questa bravata – che, inevitabilmente, si sarebbe trasformata in un boomerang – perché “tanto siamo a Napoli…”. E c’è questa falsa credenza intorno alla città di Napoli, che porta i “turisti” a pensare che sia normale fare tante cose non consentite. Niente di più sbagliato.

Ti sei fidato pure di chi ti aveva detto: “Ma tanto non lo verrà mai a sapere nessuno, cosa vuoi che succeda, stai tranquillo”. Ed è successo che ci hai creduto, salvo poi trovarti schiaffato su TikTok nel tuo momento di défaillance, che sarà durato 10 metri, non di più. E da lì ovunque, persino su Ansa, perché l’occasione di fare click sull’errore di un personaggio pubblico non se la fa mai scappare nessuno, non si sa bene a quale etica rispondano questi contenuti che, in fondo, se fossero rimasti su quel profilo TikTok da 300 follower avrebbero visto in pochi. Ancora meno se quel video fosse rimasto nel telefono di chi lo ha girato. E se poi non fosse mai esistito, beh, lo avreste saputo solo voi tre.

Un reato che sarebbe, in ogni caso, rimasto tale e da condannare. Ma almeno non ti avrebbero accusato di essere un cattivo esempio per i giovani.

Borrelli su Ultimo: “Chieda scusa”

Il deputato campano Francesco Emilio Borrelli denuncia il fatto sui social e invita Ultimo a chiedere scusa. “Ci hanno segnalato un video pubblicato su TikTok che immortala il cantante Ultimo in giro per i Quartieri Spagnoli di Napoli su uno scooter con altre due persone”, scrive. “Nessuno, compreso l’artista, indossa il casco. Una cosa inaccettabile da un personaggio pubblico seguito da tanti giovani. A meno che non ci dica che si tratta di un suo “sosia”, chieda scusa pubblicamente al più presto”.

Un’infrazione del codice della strada che prevede una sanzione e la decurtazione di punti dalla patente. Non era un sosia e sicuramente non si scuserà, come non lo ha fatto in quel Sanremo in cui si parlava solo della sua uscita contro la stampa. E non lo farà perché deve ancora far pace con l’idea di essere un personaggio pubblico, con onori e oneri del caso. Tra questi, sicuramente, l’essere un punto di riferimento per tanti giovani che potrebbero provare ad emularlo.

Proprio su questo punto si concentra la denuncia di Borrelli, giustamente: “Che esempio diamo ai giovanissimi? Come gli spieghiamo che il casco va indossato sempre e comunque se uno dei loro idoli si fa beffe delle regole? I personaggi pubblici, specie quelli con un pubblico giovane, hanno il dovere morale di essere i primi a dare sempre il buon esempio. Atti del genere non sono tollerabili”.

Ultimo confessa: “Ogni tanto mi faccio una canna”

In apertura di questo articolo abbiamo scritto che ogni tanto Ultimo si fuma anche una canna. La fonte è una bellissima intervista al Corriere della Sera che avrebbe potuto/dovuto far parlare almeno fino all’uscita del documentario Ultimo – Vivo Coi Sogni Appesi. Una chiacchierata di quelle che Ultimo non riserva tanto spesso e che ha trovato pure piacevole (a parte il titolo, come ha sottolineato sui social). Proprio nel corso di questa intervista, ha parlato anche di quella canna che una volta ogni tanto si fuma.

“Ogni tanto mi faccio una canna, soprattutto la sera in California, dove è legale. Non ho il mito della marijuana ma credo andrebbe legalizzata. Non dico sia giusto e so che sarebbe meglio non farlo. Sarebbe però meglio anche non bere coca-cola e non mangiare da Mc Donalds”, le sue parole.

Ultimo – Vivo Coi Sogni Appesi: il documentario su Prime

Ultimo vive coi sogni appesi. Il titolo del documentario su Prime è ispirato a uno dei suoi brani più conosciuti, Sogni Appesi. Sarà disponibile dal 30 maggio per raccontare la storia di Ultimo in musica, dalla prima lezione di pianoforte al sold out al Circo Massimo. Una storia fatta di emozioni, di lacrime, di problemi, di colloqui con psicologi e psichiatri. Ultimo, dal Testaccio a Sanremo, dai concorsi di canto locali ai palchi più importanti, da Sally di Vasco Rossi cantata per un paio di amici agli oltre 3 milioni di follower su Ig. “Non è un documentario, è la mia vita”, scrive. Una storia semplice, senza effetti speciali: solo un pianoforte e le sue parole. Nient’altro.