Chi può provare la beta di Android 14 e principali novità introdotte

La nuova versione del sistema operativo è a disposizione dei primi utenti

Android 14

INTERAZIONI: 7

La prima beta di Android 14 è stata rilasciata da Google nella tarda serata di ieri sera. Con un mese di anticipo rispetto alla tradizionale conferenza per gli sviluppatori di maggio, proprio Big G rende noti i primi frutti del suo operato per migliorare il sistema operativo proprietario. I più smanettoni, ma anche dei semplici curiosi, vorranno di certo testare le ultime novità software ed è chiaro precisare quale tipologia di utenti possa procedere proprio a questa operazione di adeguamento. Una fetta limitata di persone può, in effetti, procedere al passaggio.

Solo i possessori di dispositivi Google possono in effetti già toccare con mano la primissima beta pubblica di Android 14. In particolare riusciranno a procedere all’adeguamento sperimentale chi ha a disposizione un Google Pixel 4a 5G, un Pixel 5, un Pixel 5a, un Pixel 6, un Pixel 6 Pro, un Pixel 6a, un Pixel 7, un Pixel 7 Pro. Naturalmente per partecipare bisognerà iscriversi alla fase di test e accettare le condizioni del beta program e mettere anche in conto eventuali problemi insiti in un firmware molto acerbo e non certo perfetto.

Quali sono le principali novità della prima beta di Android 14 venute fuori proprio con il primo rilascio? La prima implementazione di rilievo riguarda la freccia indietro all’interno dell’esperienza di navigazione con le gestures. Quest’ultima servirà a tornare più facilmente sui propri passi. Grazie alla nuova versione del sistema operativo di Google poi, gli sviluppatori potranno puntare ad una maggiore personalizzazione delle loro applicazioni grazie alle preferenze di lingua per singola app, invece che utilizzare quella predefinita di sistema. Il nuovo OS punta pure moltissimo alla privacy degli utenti e dunque sulla riservatezza dei loro dati. Siamo al cospetto solo del primo aggiornamento di test e nel corso delle ulteriori beta (probabilmente tre) scopriremo di certo altre integrazioni previste da Google.

Continua a leggere su optimagazine.com