Perché ChatGPT non funziona in Italia e notizie sui rimborsi degli abbonamenti Plus

Situazione alquanto complessa per la piattaforma di OpenAI nel nostro paese

ChatGPT

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Da qualche ora non funziona ChatGPT in Italia e in molti si chiedono se siamo al cospetto di problemi tecnici per il modello di chatbot basato su intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI. Nessun down o malfunzionamento, semmai il servizio è stato disabilitato in Italia volutamente e per un motivo ben preciso.

Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI. Come conseguenza, l’Autorità ha contestualmente aperto un’istruttoria e ha disposto il blocco immediato del servizio, almeno fino a quando determinati aspetti relativi al trattamento dei dati degli utenti non verranno chiariti.

Chiunque proverà ad accedere da adesso in poi alla piattaforma di OpenAI, non potrà fare altro che constatare che ChatGPT non funziona in nessuno dei suoi aspetti. Sono stati impattati dalla misura restrittiva del Garante tutti gli italiani, senza alcuna distinzione tra coloro che hanno utilizzato lo strumento di intelligenza artificiale in forma gratuita e chi, invece, lo ha fatto fino ad ora attraverso un abbonamento Plus a pagamento (per ottenere una serie di benefit).

Se ChatGPT non funzionerà più per un certo periodo, i clienti abbonati all’esperienza Plus riceveranno i rimborsi? OpenAI ha già confermato di essere attiva per elargire i risarcimenti a chi ha pagato un servizio di cui, suo malgrado, non usufruirà. Allo stesso modo, si è detta impegnata ad approfondire la collaborazione con il Garante della Privacy Italiano per ripristinare le normali funzionalità e rendere di nuovo accessibile la sua soluzione software agli italiani, come per qualsiasi altro utente nel mondo. La tempistica necessaria per fare tutto questo potrebbe non essere breve. Molto dipenderà da come procederà l’istruttoria condotta dalla nostra Autorità e se tutte le specifiche richieste per la protezione dei dati personali degli utenti saranno immediatamente raccolte dalla società statunitense OpenAI.

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