Il Sassuolo proibisce nel suo stadio le bandiere e le sciarpe del Napoli. L’editto del Sassuolo è l’ennesima pietra tombale sul calcio italiano sempre più incapace di gestire la passione per il pallone. In occasione della sfida di venerdì sera tra Sassuolo e Napoli il club emiliano ha precisato che nel settore Tribuna Sud sarà vietato introdurre, indossare ed utilizzare sciarpe azzurre.
Il provvedimento è l’ennesimo giro di vite, un ulteriore passo, quello compiuto dal Sassuolo, verso il baratro della desertificazione degli spalti. Il niet del Sassuolo ai paramenti azzurri ha scatenato feroci polemiche facendo salire la tensione in vista della trasferta della squadra super capolista della Serie A (leggi di più).
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A difesa del provvedimento il Sassuolo “sbandiera” ragioni superiori di ordine pubblico e sicurezza. Ma se una sciarpa ed una bandiera diventano un problema di ordine pubblico e sicurezza per il Sassuolo e per qualsiasi altro club significa che il calcio italiano è condannato senza rimedio possibile all’estinzione.
Lo stadio dovrebbe esser un luogo di aggregazione, gioia, divertimento in un’atmosfera che i colori della squadra del cuore rendono ancora più magica ed indimenticabile. Togliere l’arcobaleno dei colori dagli spalti renderà triste la partita Sassuolo-Napoli come tutte quelle giocate senza l’adeguata e colorata cornice di pubblico.
Il Napoli cavalca trionfalmente verso il meritatissimo traguardo dello Scudetto. La passione dei suoi tifosi è un patrimonio dell’esanime calcio italiano sempre più travolto da scandali gestionali e finanziari. Lo Scudetto del Napoli sarebbe una scintilla di bellezza e creatività, la dimostrazione palese che con una buona gestione economica, intuito e determinazione si possono ottenere risultati enormi. Purtroppo c’è chi vuole spegnere la passione e cancellare i colori relegando il tifo in uno schermo a led luminosi.
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Certamente: se non è la morte del calcio, ci si è avviati verso quella squadra. Il pallone è un momento di gioia e di festa: se si impediscono sciarpe, bandiere e cori non è calcio, è uno spettacolo immondo