Stupido di Will traduce in musica un concetto già espresso da Carmelo Bene nel 1994, quando nella storica puntata del Maurizio Costanzo Show Uno Contro Tutti disse: “Il non capire non è una prerogativa degli scemi, non capire è l’abbandono!”. Questo il messaggio di Will che al suo debutto sanremese racconta la stupidità in tutte le sue sfumature, anche quella più sincera quando si parla di amore.
Così Will descrive il suo brano:
“Il brano ruota attorno alle molteplici declinazioni e sfaccettature dell’amore, inteso nella sua accezione più universale. Quell’amore che, proprio per le emozioni di cui ti nutre in alcuni momenti della giornata quando ti fermi a pensare ti fa sentire piccolo e in altri ti fa sentire un gigante”.
Secondo Will, questo brano andrebbe ascoltato a fine giornata come se fosse un bilancio, ma anche per alleggerirci dopo le fatiche del lavoro, degli studi e di tutte le altre circostanze. Stupido di Will è dunque il momento perfetto per parlare di leggerezza, e quell’abbandono di cui abbiamo parlato in apertura consiste anche nella capacità di parlare di sé ammettendo le proprie debolezze e i propri sbagli, anche le proprie lacune senza alcuna vergogna.
Testo
La nostra storia non è andata come pensi tu
Ti mentirei se ti dicessi non ti penso più
Io in verità mi sono perso
Per me sei il mare aperto
E l’odio è una corrente che ci tira giù
Ti chiedo scusa se poi annego in una lacrima
Ma non riesco a voltare pagina
Parole parole non bastano, siamo occasioni che passano,
Siamo dolori che canterò, so che se torni non basterò
Siamo ferite che ballano, io non sopporto chi parla no,
Siamo dolori che canterò e so che se torni non basterò
Ma a volte io mi sento stupido
Volevo tutto il pianeta stringerlo in una mano
Volevo fare il poeta, ora l’essere umano
E divento pure un po’ banale
Come dirti che se non ci sei non so che fare
E poi ti chiamo subito
Ma dubito che tu voglia rispondermi
Ora che non sei più parte di me
Ora mi chiedo che cosa farai da grande
Ormai ti vedo andare sempre più distante da me
E so che forse tu lo trovi divertente, ma non mi è rimasto niente,
Se non qualche ricordo di noi
Il tempo può andare all’indietro se vuoi
Anche se
Parole parole non bastano, siamo occasioni che passano,
Siamo dolori che canterò, so che se torni non basterò
Siamo ferite che ballano, io non sopporto chi parla no,
Siamo dolori che canterò e so che se torni non basterò
Ma a volte io mi sento stupido
Volevo tutto il pianeta stringerlo in una mano
Volevo fare il poeta, ora l’essere umano
E divento pure un po’ banale
Come dirti che se non ci sei non so che fare
E poi ti chiamo subito
Ma dubito che tu voglia rispondermi
Ora che non sei più parte di me
E a volte io mi sento stupido, ma ruberò le lacrime che ti porta via il vento
Lo sai come mi sento, perché so che mi senti, nel pieno della notte
Mi tremerà la voce, darò la colpa al freddo
E non tornerò
E divento pure un po’ banale
Come dirti che se non ci sei non so che fare
E poi ti chiamo subito
Ma dubito che tu voglia rispondermi
Ora che non sei più parte di me