Un messaggio dell’ex cantante dei Nomadi Danilo Sacco contro Sanremo è spuntato sulla sua bacheca ufficiale nelle ultime ore. Il frontman della band orfana di Augusto Daolio si è sfogato sulla sua pagina Facebook mentre si esauriscono le ultime due settimane di attesa prima del Festival della Canzone Italiana.
I 60 anni della band
Quella di Danilo Sacco non è una presa di posizione totale nei confronti della kermesse, bensì una protesta contro il mancato invito della band come ospite. Quest’anno, infatti, i Nomadi festeggiano 60 anni di carriera. La verità sta proprio nelle date: nel 1961 Beppe Carletti si unì in squadra con Leonardo Manfredini, Antonio Campari e Remo Gelati e fondò I Monelli, che due anni più tardi sarebbero diventati I Nomadi con l’arrivo di Augusto Daolio e altri cambi di formazione.
Danilo Sacco arrivò nel 1993 e vi restò fino al 2011. Per i Nomadi è un anniversario importante, specialmente se pensiamo che la band ha regalato all’Italia canzoni memorabili come Io Vagabondo, Ho Difeso Il Mio Amore e interpretato canzoni di Guccini passate alla storia come Auschwitz, Canzone Per Un’Amica e tante altre.
Nomadi, Danilo Sacco contro Sanremo
Danilo Sacco, quindi, si fa portavoce dei Nomadi e scrive:
“Sanremo si avvicina. Un altro anno di festa e musica e quant’altro. È un momento (piaccia o non piaccia), topico per la musica stessa proposta dal nostro Paese quindi va bene. Personalmente, con i Nomadi, ho avuto il piacere di parteciparvi tre volte. Con il professore Roberto Vecchioni (un genio, ma non lo devo dire io) con la dolcissima Irene Fornaciari (grande voce, grande umiltà) e con Gianluca Grignani (uno che, credetemi, le cose le sa scrivere eccome). Ho sempre ricavato belle emozioni ed incontrato parimenti belle persone. Sempre. Ma quest’anno c’è qualche cosa che mi rode in gola e dato che nessuno lo dice, lo dico io. Mi sarei aspettato un invito per i Nomadi, in virtù di 60 (sessanta) anni di storia, musica, lotta, rabbia e dolcezza. Loro non lo dicono per correttezza e classe, ma dato che posso, ripeto, lo dico io che di classe ormai ho smesso di ammantarmi”.
Quindi, la stoccata:
“Non invitare i Nomadi, Beppe (in primis) Daniele, Cico, Massimo, Yuri e Sergio per i loro sessant’anni dopo tutto quello che hanno costruito e dopo tutti i sogni che hanno fatto sognare per tre generazioni… Beh. È una grande mancanza di rispetto per gente che è cresciuta a pane e ferro per i palchi di mezzo mondo e non ha mai usato l’autotune. Avete perso una grande occasione. Posso anche non avere competenza tecnica in questo senso ed in definitiva, dopo quarant’anni di palco, ho bisogno di imparare ancora molto. Ma… Non invitare i Nomadi, ripeto, la trovo una grande mancanza di rispetto. Voi pensate quello che volete”.
Per il momento non arrivano risposte dalla produzione, anche se l’appello di Danilo Sacco non è certo la voce di un artista qualunque. Per molti fan dei Nomadi, infatti, Sacco è ancora un membro della band, colui che dopo la morte di Daolio accettò il rischio di riempire un vuoto.