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Home Musica

Jingle Bells “razzista” secondo TikTok: facciamo chiarezza sulla canzone di Natale più famosa

Su TikTok spopola la teoria sulle origini razziste di Jingle Bells, è davvero così?

di Luca Mastinu
24/12/2022
INTERAZIONI: 33

INTERAZIONI: 33

jingle bells razzista

Ph: Susanne Nilsson/Flickr

Jingle Bells è razzista? Da qualche settimana su TikTok alcun utenti propongono la teoria secondo la quale la popolare canzone di Natale sarebbe un riferimento ai campanacci che nei tempi della schiavitù venivano portati al collo dagli afroamericani su imposizione dei loro padroni, per scongiurare ogni tentativo di fuga.

In effetti, se consultiamo Le Code Noir redatto per i coloni francesi nel 1685, questi strumenti di controllo degli schiavi erano piuttosto diffusi. Tuttavia ciò non dimostra che tra Jingle Bells e il razzismo via siano attinenze. Un meritevole lavoro di ricerca è stato prodotto dalla ricercatrice Kyna Hamill dell’Università di Boston tra il 2016 e il 2017.

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Kyna Hamill, con il suo lavoro, intendeva risalire alle origini geografiche di Jingle Bells dal momento che il luogo in cui avvenne la sua scrittura era conteso da diverse città, fra queste Medford (Massachussets) e Savannah (Georgia). Ad oggi la Hamill confessa di non essere stata in grado di stabilire in quale luogo fosse stata scritta, ma è riuscita a ricostruire il contesto.

Nel suo studio The Story I Must Tell: Jingle Bells In The Minstrel Repertoire, pubblicato sulla rivista peer-reviewed Cambridge University Press il 10 agosto 2017, Kyna Hamill riporta che l’autore James Lord Pierpont (1822-1893) scrisse Jingle Bells con un titolo originariamente diverso, ovvero One Horse Open Sleigh, intorno al 1850.

In quel tempo, in quei territori, diversi autori scrivevano brani per i Minstrel Show, spettacoli rivolti ad un pubblico bianco in cui gli attori si presentavano in blackface, con il volto dipinto di nero per stereotipare gli afroamericani. Il testo, tuttavia, era ispirato alle corse su slitta, argomento quasi centrale per gli autori dell’epoca. In nessun punto del testo, infatti, si faceva riferimento agli afroamericani.

One Horse Open Sleigh fu portata in scena per la prima volta il 15 settembre 1857 dalla compagnia Ordway’s Aeolians di Johnny Pell presso l’Ordway Hall di Washington Street, a Boston. Il testo di Pierpont, dunque, non aveva alcuna attinenza con il razzismo, termine che invece si può utilizzare per i minstrel show di chiaro stampo suprematista.

Questo studio ha generato non poca confusione, con parti politiche che spesso hanno speculato su suoi contenuti e istituti scolastici che hanno deciso di rimuovere Jingle Bells dalle recite di Natale, ma si tratta di un chiaro equivoco: “Vuoi uccidere il nostro Natale” è uno dei messaggi che Kyna Hamill ha ricevuto da più persone.

Nel dicembre 2017, quindi, Kyna Hamill ha tentato di fare chiarezza in una dichiarazione rilasciata al Boston Herald:

“Jingle Bells razzista? Il mio punto era che, poiché ora è incluso nel catalogo delle canzoni natalizie, è sfuggito a uno studio rigoroso. Non ho mai detto che fosse razzista”.

Non si può dire, quindi, che Jingle Bells sia una canzone razzista: il testo fa riferimento alle corse su slitta, e i campanellini non venivano usati solamente per controllare gli schiavi: era certamente un periodo storico in cui il suprematismo bianco era capace di tutto, ma tra la canzone di Natale e il razzismo non esiste alcun collegamento, se non nello sfondo culturale della seconda metà dell’800.

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Tags: musica internazionaleNatale

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