Lo SPID sta davvero per scomparire per cedere il passo alla CIE? Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ai microfoni de ‘La Stampa‘, fa sapere che mandarlo in pensione potrebbe non essere una buona idea, visto che si tratta di un “patrimonio da salvaguardare” in quanto parliamo del sistema di identità digitale più diffuso che non necessita di altre strumentazioni attinenti, come nel caso di smartcard e similari (nella maggior parte dei casi non prevede nemmeno costi di attivazione).
Non è concepibile chiedere ai cittadini di interfacciarsi con la pubblica amministrazione in modo del tutto nuovo e poi tornare indietro come se nulla fosse successo. Lo SPID dovrà essere tutelato, almeno nell’idea del ministro Zangrillo: c’è da approntare ad un’evoluzione per ottimizzare ed armonizzare i sistemi di identità pubblica, senza per questo dismettere qualcosa che funziona e che viene sempre più spesso adottato dai cittadini. Il nuovo regolamento europeo vuole introdurre anche altri servizi, come nel caso di ‘wallet‘, un portafoglio digitale in cui confluiranno tutti i dati, dal certificato di nascita al passaporto, passando per la firma digitale. Non serve mandare tutto alle ortiche dismettendo lo SPID per favorire l’utilizzo della CIE, almeno per come la pensa il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.
Le voci del coro sono tante e verranno tutte prese in considerazione, anche se le modifiche eventuali saranno introdotte solo a partire dal prossimo anno (fino ad allora non ci sarà modo di sapere cosa accadrà, bisognerà limitarsi a carpire le giuste informazioni giorno per giorno, nell’attesa venga presa una decisione definitiva a tempo debito). Nel caso in cui abbiate qualche domanda da farci il box dei commenti che vedete in basso è a vostra disposizione: vi risponderemo nel più breve tempo possibile.