Lo SPID potrebbe essere cancellato dal Governo: il Sistema Pubblico di Identità Digitale, che ricordiamo essere stato lanciato nel 2016, adesso è un riferimento principe nella regolamentazione del rapporto tra i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni, come anche per quel che riguarda l’accesso ai servizi di società private per la verifica dell’identità (come per l’apertura di un conto corrente, volendo fare un esempio pratico). La cancellazione dello SPID, arrivati a questo punto, farebbe grande scalpore: ne ha parlato di recente Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, secondo il quale bisogna iniziare a spegnerlo per promuovere maggiormente la carta d’identità elettronica (CIE) come unica identità digitale del cittadino.
Lo SPID è fortemente cresciuto come strumento digitale degli utenti, soprattutto durante e dopo la pandemia. All’inizio di quest’anno, erano 28 i milioni di identità SPID attive in Italia, salite adesso a 33 milioni. Consideriamo che prima della pandemia erano solo 6 i milioni di SPID attivi nel nostro Paese (come potete vedere, la crescita è stata esponenziale, non si può di certo negare questo dato).
Butti vorrebbe promuovere la CIE, al momento strumento di più di 30 milioni di cittadini: a detta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, la carta di identità elettronica favorirebbe tutti, compresi gli over 80, che, meno avvezzi alle apparecchiature tecnologiche, potrebbero, invece, avere qualche difficoltà con lo SPID (cosa comunque non affatto detta, visto che sono in molte anche le persone di una certa età che utilizzano lo SPID). Eppure, eliminare adesso, di punto in bianco, il Sistema Pubblico di Identità Digitale potrebbe, ormai così tanto utilizzato, potrebbe essere interpretato come un controsenso. Voi come giudicate la questione? Fatecelo sapere lasciando un commento all’articolo attraverso il box qui sotto.