Come accade ogni dieci anni a partire dal 1952, la rivista Sight & Sound, pubblicata dal British Film Institute, ha stilato la sua prestigiosa classifica che mette in fila i 100 migliori film della storia del cinema. I due lustri di distanza tra un’edizione e l’altra fanno sì che il giudizio finale rappresenti sempre una fotografia dello stato dell’arte, di gusti predilezioni e idiosincrasie dei critici, nei quali a loro volta si riflettono rivolgimenti di ordine storico e sociale. Allora non sorprenderà che, giunti all’ottava edizione, anche per fare ammenda di sottovalutazioni non più giustificabili, la classifica dia una spallata a gerarchie consolidate e offra il primato a un film diretto da una donna: Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles della regista belga Chantal Akerman, del 1975, che ha scalzato dalla vetta, facendolo scivolare alla seconda piazza, La Donna Che Visse Due Volte diAlfred Hitchcock.
L’avvicendamento al femminile in vetta è un segno dei tempi, dipeso certamente anche dall’ampliarsi e diversificarsi della platea sempre più inclusiva di esperti coinvolti nella votazione, giunti a 1639, quasi il doppio degli 846 di dieci anni prima. Il successo arride a un’opera da sempre ritenuta canonica del cinema d’essai, che già all’uscita colpì per il rigore di un racconto fluviale di tre ore e venti, che radiografava minuziosamente i gesti qualunque della vita di ogni giorno di una giovane vedova, in una cronaca che nel suo incidere sommesso celava una precisa dichiarazione di femminismo. Perfetta quale manifesto dell’idea di cinema e di società all’altezza del 2022.
A completare il quadro, accanto al film della Akerman, che nel 2012 era “solo” 35esimo, la top ten della classifica 2022 di Sight & Sound accoglie al settimo posto Beau Travail della francese Claire Denis, in una classifica che presenta undici titoli diretti da donne – nel 2012 c’erano solo Akerman e Denis – , tra cui due film di Agnès Varda, Cleo dalle 5 alle 7 e La Vita è un Raccolto (ispettivamente 14esimo e 67esimo), Meshes of the Afternoon di Maya Deren e Alexander Hammid (16simo), Le Margheritine di Věra Chytilová (28),la recentissimae un po’ generosanew entry Céline Sciamma (Ritratto della Giovane in Fiamme del 2019, 30esimo) Notizie da Casa ancora della Akerman (52), Lezioni di Piano di Jane Campion (50), Daughters of the Dust di Julie Dash al 60esimo, regista donna e nera.
A proposito di autori di colore, pure sotto questo profilo la classifica 2022 di Sight & Sound si dimostra più inclusiva, con sei titoli diretti da artisti neri, a fronte di uno solo nel 2012, Touki Bouki di Djibril Diop Mambéty (stavolta 66esimo), cui si affiancano Fa’ la Cosa Giusta di Spike Lee (24), Killer of Sheep dell’indipendente Charles Burnett (43), il recente premio Oscar Moonlight di Barry Jenkins (60, decisamente sopravvalutato), Get Out di Jordan Peele e Black Girl del maestro senegalese Ousmane Sembène (entrambi al 95esimo posto).
Riguardo ai magnifici dieci della classifica 2022 di Sight & Sound, non sorprende l’accesso in top ten di due dei titoli amatissimi dell’ultimo ventennio: il manierista In the Mood for Love di Wong Kar-wai (quinto) e l’onirico, surrealista Mulholland Drive di David Lynch (ottavo), che si affiancano a classici indiscussi come Quarto Potere di Orson Welles (terzo, nelle prime cinque edizioni fu numero uno), Viaggio a Tokio di Ozu (quarto), 2001 di Kubrick (sesto), il musical Cantando Sotto la Pioggia, che risale dal 20esimo posto al decimo, tornando ai livelli del 2002.
Da segnalare alcuni arretramenti nella classifica 2022 di Sight & Sound: ridimensionata la nouvelle vague, con Fino all’Ultimo Respiro di Godard che passa dall’11esimo al 38esimo posto (ma il maestro franco-svizzero appena scomparso mantiene ben quattro titoli in classifica) e I 400 Colpi di Truffaut dal 13 al 50; ridimensionato il cinema sovietico, con La Corazzata Potëmkin di Ėjzenštejn (per decenni stabilmente in top ten) retrocesso al 54esimo posto e Andrej Rublëv di Tarkovskij alla 67esima piazza. Mentre Il Generale del grande Buster Keaton, fino al 1982 tra i primi dieci, deve accontentarsi di uno striminzito 95esimo posto.
C’è anche chi scompare del tutto da una graduatoria impietosa, che non ha riguardi per Un Dollaro d’Onore di Howard Hawks – un regista che i “Cahiers du Cinéma” negli anni Cinquanta avevano posto al centro della loro rivoluzionaria politica degli autori –, un capolavoro del muto come Rapacità di Erich Von Stroheim, Il Padrino Parte Seconda di Coppola (ma il primo episodio della trilogia c’è), Fanny e Alexander e Il Settimo Sigillo del non più tanto amato Ingmar Bergman (al quale resta solo Persona in classifica), Intolerance di David Work Griffith, padre del linguaggio cinematografico, cui non devono essere stati perdonati i contenuti platealmente razzisti del precedente Nascita di una Nazione. Così come scompare Chinatown di Roman Polanski, sul quale più che il mutare del giudizio critico probabilmente gravano condanne e accuse per abusi sessuali.
Inevitabile il giochino del chi c’è (forse immeritatamente) e soprattutto del chi manca (scandalosamente): da Luis Buñuel ad Ernst Lubitsch (il suo allievo Billy Wilder c’è), da Walt Disney (i film d’animazione sono rappresentati invece dal giapponese Miyazaki) a Spielberg (troppo commerciale?), da Woody Allen (vale il discorso di Polanski) a Samuel Fuller o Anthony Mann (il cinema di genere è praticamente assente dalla graduatoria), fino a grandi autori come Werner Herzog o Terrence Malick. E von Sternberg, Minnelli, Eastwood, Oshima, Kitano?
Naturalmente si potrebbe continuare a lungo. Concludiamo invece con uno sguardo a casa nostra. Dalla classifica 2022 di Sight & Sound esce un po’ ridimensionata anche l’Italia che passa dai 9 titoli del 2012 agli 8 di oggi. Sono lontani i tempi del 1952 quando, sull’onda dell’enorme impatto dell’estetica neorealista, Ladri di Biciclette occupava addirittura la prima piazza. Oggi è 41esimo, in una graduatoria in cui non abbiamo più un top ten. L’ultimo era stato nel 2012 il Fellini di 8½, ora retrocesso al 31esimo posto, con La Dolce Vita al 60esimo. Gli altri titoli sono: La Battagli di Algeri di Pontecorvo (45), L’Avventura di Antonioni(72), Viaggio in Italia di Rossellini (72), Il Gattopardo di Visconti (90), C’Era una Volta il West di Leone (95). Quasi tutti con posizioni peggiorate. A ulteriore riprova del ruolo sempre più periferico del cinema italiano nello scacchiere globale.
La classifica 2022 di Sight & Sound
1. Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles (Chantal Akerman, 1975)
2. La Donna Che Visse Due Volte (Alfred Hitchcock, 1958)
3. Quarto Potere (Orson Welles, 1941)
4. Viaggio a Tokyo (Ozu Yasujiro, 1953)
5. In the Mood for Love (Wong Kar-wai, 2001)
6. 2001: Odissea nello Spazio (Stanley Kubrick, 1968)
7. Beau Travail (Claire Denis, 1998)
8. Mulholland Drive (David Lynch, 2001)
9. L’Uomo con la Macchina da Presa (Dziga Vertov, 1929)
10. Cantando Sotto la Pioggia (Stanley Donen and Gene Kelly, 1952)
11. Aurora (F.W. Murnau, 1927)
12. Il Padrino (Francis Ford Coppola, 1972)
13. La Regola del Gioco (Jean Renoir, 1939)
14. Cleo dalle 5 alle 7 (Agnès Varda, 1962)
15. Sentieri Selvaggi (John Ford, 1956)
16. Meshes of the Afternoon (Maya Deren e Alexander Hammid, 1943)
17. Close Up (Abbas Kiarostami, 1989)
18. Persona (Ingmar Bergman, 1966)
19. Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979)
20. I Sette Samurai (Akira Kurosawa, 1954)
21. (pari merito) La Passione di Giovanna d’Arco (Carl Theodor Dreyer, 1927)
21. (pari merito) Tarda Primavera (Ozu Yasujiro, 1949)
23. Playtime (Jacques Tati, 1967)
24. Fa’ la Cosa Giusta (Spike Lee, 1989)
25. (pari merito) Au Hasard Balthazar (Robert Bresson, 1966)
25. (pari merito) La Morte Corre sul Fiume (Charles Laughton, 1955)
27. Shoah (Claude Lanzmann, 1985)
28. Le Margheritine (Věra Chytilová, 1966)
29. Taxi Driver (Martin Scorsese, 1976)
30. Ritratto della Giovane in Fiamme (Céline Sciamma, 2019)
31. (pari merito) Lo Specchio (Andrei Tarkovskij, 1975)
31. (pari merito) 8½ (Federico Fellini, 1963)
31. (pari merito) Psycho (Alfred Hitchcock, 1960)
34. L’Atalante (Jean Vigo, 1934)
35. Il Lamento sul Sentiero (Satyajit Ray, 1955)
36. (pari merito) Luci della Città (Charlie Chaplin, 1931)
36. (pari merito) M – Il Mostro di Dusseldorf (Fritz Lang, 1931)
38. (pari merito) Fino all’Ultimo respiro (Jean-Luc Godard, 1960)
38. (pari merito) A Qualcuno Piace Caldo (Billy Wilder, 1959)
38. (pari merito) La Finestra sul Cortile (Alfred Hitchcock, 1954)
41. (pari merito) Ladri di Biciclette (Vittorio De Sica, 1948)
41. (pari merito) Rashomon (Akira Kurosawa, 1950)
43. (pari merito) Stalker (Andrei Tarkovskij, 1979)
43. (pari merito) Killer of Sheep (Charles Burnett, 1977)
45. (pari merito) Intrigo Internazionale (Alfred Hitchcock, 1959)
45. (pari merito) La Battaglia di Algeri (Gillo Pontecorvo, 1966)
45. (pari merito) Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1975)
48. (pari merito) Wanda (Barbara Loden, 1970)
48. (pari merito) Ordet (Carl Theodor Dreyer, 1955)
50. (pari merito) I 400 Colpi (François Truffaut, 1959)
50. (pari merito) Lezioni di Piano (Jane Campion, 1992)
52. (pari merito) Notizie da Casa (Chantal Akerman, 1976)
52. (pari merito) La Paura Mangia l’Anima (Rainer Werner Fassbinder, 1974)
54. (pari merito) L’Appartamento (Billy Wilder, 1960)
54. (pari merito) La Corazzata Potëmkin (Sergej Ėjzenštejn, 1925)
54. (pari merito) La Palla n° 13 (Buster Keaton, 1924)
54. (pari merito) Il Disprezzo (Jean-Luc Godard 1963)
54. (pari merito) Blade Runner (Ridley Scott 1982)
59. Sans Soleil (Chris Marker 1982)
60. (pari merito) Daughters of the Dust (Julie Dash 1991)
60. (pari merito) La Dolce Vita (Federico Fellini 1960)
60. (pari merito) Moonlight (Barry Jenkins 2016)
63. (pari merito) Casablanca (Michael Curtiz 1942)
63. (pari merito) Quei Bravi Ragazzi (Martin Scorsese 1990)
63. (pari merito) Il Terzo Uomo (Carol Reed 1949)
66. Touki Bouki – Il Viaggio della Iena (Djibril Diop Mambéty 1973)
67. (pari merito) La Vita è un Raccolto (Agnès Varda 2000)
67. (pari merito) Metropolis (Fritz Lang 1927)
67. (pari merito) Andrej Rublëv (Andrei Tarkovskij 1966)
67. (pari merito) Scarpette Rosse (Michael Powell & Emeric Pressburger 1948)
67. (pari merito) La Jetée (Chris Marker 1962)
72. (pari merito) Il Mio Vicino Totoro (Miyazaki Hayao 1988)
72. (pari merito) Viaggio in Italia (Roberto Rossellini 1954)
72. (pari merito) L’Avventura (Michelangelo Antonioni 1960)
75. (pari merito) Lo Specchio della Vita (Douglas Sirk 1959)
75. (pari merito) L’intendente Sansho (Mizoguchi Kenji 1954)
75. (pari merito) La Città Incantata (Miyazaki Hayao 2001)
78. (pari merito) A Brighter Summer Day (Edward Yang 1991)
78. (pari merito) Satantango (Béla Tarr 1994)
78. (pari merito) Céline e Julie Vanno in Barca (Jacques Rivette 1974)
78. (pari merito) Tempi Moderni (Charlie Chaplin 1936)
78. (pari merito) Viale del Tramonto (Billy Wilder 1950)
78. (pari merito) Scala al Paradiso (Michael Powell & Emeric Pressburger 1946)
84. (pari merito) Velluto Blu (David Lynch 1986)
84. (pari merito) Il Bandito delle 11 (Jean-Luc Godard 1965)
84. (pari merito) Histoire(s) du cinéma (Jean-Luc Godard 1988-1998)
84. (pari merito) Lo Spirito dell’Alveare (Victor Erice, 1973)
88. (pari merito) Shining (Stanley Kubrick, 1980)
88. (pari merito) Hong Kong Express (Wong Kar Wai, 1994)
90. (pari merito) I Gioielli di Madame de… (Max Ophüls, 1953)
90. (pari merito) Il Gattopardo (Luchino Visconti, 1963)
90. (pari merito) I Racconti della Luna Pallida d’Agosto (Mizoguchi Kenji, 1953)
90. (pari merito) Parasite (Bong Joon Ho, 2019)
90. (pari merito) Yi Yi – e uno… e due… (Edward Yang, 1999)
95. (pari merito) Un Condannato a Morte è Fuggito (Robert Bresson, 1956)
95. (pari merito) Il Generale (Buster Keaton, 1926)
95. (pari merito) C’Era una Volta il West (Sergio Leone, 1968)
95. (pari merito) Get Out (Jordan Peele, 2017)
95. (pari merito) Black Girl (Ousmane Sembène, 1965)
95. (pari merito) Tropical Malady (Apichatpong Weerasethakul, 2004)