Tariffe WindTre adeguate all’inflazione con la clausola ISTAT ma non da subito

Importante cambiamento, come potrebbero aumentare le offerte telefoniche

rimodulazioni WindTre

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Le tariffe WindTre sono destinate ad aumentare, ma non per effetto di rimodulazioni pianificate, bensì in conseguenza dell’adeguamento all’inflazioni, secondo la cosiddetta nuova clausola ISTAT. La notizia non farà di certo piacere a molti clienti ma c’è anche da dire che l’introduzione della novità non sarà per nulla immediata.

Cosa significa collegare le tariffe WindTre all’inflazione? La modifica dei contratti dell’operatore unificato è entrata in vigore da ieri 21 novembre: nei nuovi accordi scritti con il cliente, sia per la telefonia fissa che per quella mobile, è stata introdotta la clausola ISTAT, valida naturalmente solo per le nuove attivazioni. Quest’ultima prevede che, dal prossimo gennaio 2024 e non prima, nel caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell’anno precedente, il vettore potrà procedere al relativo aumento entro il primo trimestre dell’anno.

A quanto potrà corrispondere l’aumento delle tariffe WindTre sulla base dell’inflazione? Il rincaro potrà essere pari, in percentuale, alla variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo già citato o comunque ad almeno il 5% in più rispetto al costo originario dell’offerta telefonica. L’aspetto più interessante della modifica del contratto è che l’eventuale aumento già previsto dal contratto non potrà permettere ai clienti finali di recedere dalla loro offerta senza costi e penali. I nuovi contratti sottoscritti dai clienti prevedono proprio che questi ultimi siano consapevoli della possibilità del rincano della clausola ISTAT e non possano (in sostanza) dirsi impreparati a questa eventualità.

La scelta operata per le tariffe WindTre rischia di avere delle conseguenze anche per altri operatori. Già nel recente passato TIM ha chiarito di voler seguire la stessa strada e probabilmente una modifica dei contratti in questa direzione sarà presto applicata per l’operatore. Al contrario, gli altri due principali vettori Vodafone e Iliad non si sono ancora pronunciati sulla spinosa questione.

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