L’Antica Apocalisse su Netflix sta facendo molto discutere gli utenti online. La docuserie, approdata di recente sulla piattaforma, è condotta dal giornalista Graham Hancock, che da decenni fa affermazioni abbastanza controverse di civiltà perdute e cataclismi cosmici.
L’Antica Apocalisse su Netflix esplora tutte queste oscure teorie in otto episodi dalla durata massima di mezz’ora. In ciascuno di essi vediamo Hancock visitare siti archeologici in tutto il mondo alla ricerca di prove di civiltà perdute risalenti all’ultima era glaciale.
La sinossi ufficiale di Netflix recita: “E se tutto ciò che sappiamo sugli esseri umani primitivi fosse sbagliato? Il giornalista Graham Hancock visita i siti archeologici di tutto il mondo per scoprire se una civiltà molto più avanzata potesse esistesse migliaia di anni fa”.
Graham Hancock è un giornalista scozzese, scrittore e autore noto soprattutto per le sue teorie sulla civiltà umana. La maggior parte del suo lavoro si è concentrato sull’indagine della sua controversa tesi secondo cui un cataclisma globale avrebbe spazzato via una grande civiltà che è vissuta migliaia di anni fa. Sull’argomento, il giornalista ha pubblicato 12 libri.
Nel suo libro Impronte degli dèi (Fingerprints of the Gods), pubblicato nel 1996, Hancock ha affermato che una civiltà altamente avanzata è stata spazzata via da un impatto di una cometa in Antartide circa 13.000 anni fa. Nel suo nuovo libro, intitolato Il ritorno degli dei. Il sapere dimenticato di una civiltà perduta, ha portato nuove prove a sostegno della sua tesi.
Prima della sua uscita, ha detto al Sunday Times: “Nel 1995, ho scritto un libro su tutti gli indizi che indicavano l’esistenza di questa civiltà perduta. Ma quello che mi mancava era una prova schiacciante. Ora ce l’abbiamo. Una serie di articoli in geofisica e riviste geologiche hanno portato avanti delle prove secondo cui la Terra è stata effettivamente colpita da una cometa 12.800 anni fa, che è esattamente ciò che ho raccontato nel mio libro”.
Il lavoro di Hancock ha attirato critiche da accademici storici e archeologici ed è stato definito da alcuni come pseudostoria e pseudoarcheologia.