La leggenda del Re Merda

Stiamo parlando di X Factor, giunto al capolinea, da quel che si apprende dai rumors, un programma che ha la stessa incidenza sull’auditel del momento in cui una diretta cade e sullo schermo appare la scritta “le trasmissioni riprenderanno il prima possibile”

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Conosciamo tutti la storia di Re Mida. Re di Frigia, figlio di Gordio e di Cibele, ricevette da Dioniso il dono di trasformare in oro tutto quello che toccava. Per questo, anche oggi, che nessuno ha più idea di cosa sia stata la Frigia, di chi fosse Dioniso e forse anche del perché l’oro è considerato ancora adesso si ricorra al Sistema aureo, cioè ci si basi sull’oro conservato nella banca centrale di un determinato paese per quantificare il valore della moneta di suddetto paese, se si vuole dire che uno è in grado di migliorare tutto ciò con cui entra in contatto, di più, di renderlo prezioso, unico, si dice che è un Re Mida, ciò che tocca viene trasformato in oro.

Del resto la nostra cultura, anche quella popolare che si manifesta in modi di dire quotidiani, è infarcita riferimenti anche indiretti alla mitologia antica, si pensi a quando si definisce una donna particolarmente bella una Venere, o quando si dice che qualcosa che abbiamo fatto con particolare fatica, passandone di tutti i colori, è stata un’Odissea, o quando si fa riferimento a un pericolo imminente, si dice che abbiamo una spada di Damocle sopra la testa. Re Mida resta il titolare di un tocco quasi magico, che trasforma in oro quel che tocca.

Bene.

Forse, invece, non tutti conoscono la storiella del fringuello vampiro, nome scientifico Geospiza Septentrionalis, un particolare uccello che si trova solo alle Galapagos, isole non a caso studiate da Darwin proprio per le specie animali che li si trovavano. La caratteristica peculiare di questo uccellino, della famiglia Thraupidae, è quella di nutrirsi del sangue degli altri animali, né più né meno che un vampiro di quelli che infestano, scusate lo stupido gioco di parole, romanzi e film dell’orrore. Il tutto, però, avviene non da parte di un mostruoso essere, le unghie ricurve, lo sguardo torvo di un Gary Oldman in splendida forma, un soffio gelido a anticiparne l’ingresso in ogni luogo, ma di un tenero e gracile esserino, un fringuello, appunto. Presente solo sulle isole Darwin e Wolf, il piccolo fringuellino, noto anche come il friguellino di Darwin, appunto, è solito nutrirsi di semi e piccoli invertebrati, come tutti i suoi simili. Solo che, quando inizia a scarseggiare il suo solito cibo, cosa che accade ciclicamente, il nostro va a nutrirsi del sangue delle Sule e delle Nazche, due altri tipi di uccelli presenti in quelle lande. Il tutto, questo sì come un vampiro, esseri dotati di un potere ammaliante, chiunque abbia mai visto un film come Intervista col Vampiro o Dracula di Bram Stoker ben lo sa, un carisma cui è impossibile sfuggire, avviene senza che le vittime abbia nulla da obiettare, il fringuello vampiro arriva e le vittime si offrono a lui senza opporre alcuna resistenza, uno via l’altro. Il tutto, ci dicono gli zoologi, perché il fringuello vampiro un tempo si approcciava alle Sule e alle Nazche per ripulire il loro piumaggio dai parassiti, una sorta di ruolo da spazzino che col tempo si è trasformato in quello di avido bevitore di sangue, senza che Sule e Nazche se ne accorgessero. Del resto se avete in mente quei simpatici uccellini dal becco rosso e giallo che si vedono solitamente nelle immagini dei safari, lì appoggiati sulle spalle e le schiene dei grandi mammiferi africani, le bufaghe, anche loro svolgono la funzione di liberare quegli animali dai loro parassiti, e già che si trovano bevono anche il sangue che le ferite provocate dai parassiti stessi hanno procurato, quando si dice unire l’utile al dilettevole.

Voi direte, ok, bello, ma che c’entra Re Mida, vissuto in Frigia, in quella che oggi è l’Anatolia, parte della Turchia, con un piccolo e tenero fringuellino che, mosso dai morsi della fame, si trasforma in un vampiro assetato di sangue che bullizza suoi simili in giro per le isole Galapagos, parte dell’Ecuador poste sull’oceano Pacifico?

E soprattutto, che c’entra Re Mida, figlio di Gordio e Cibile, un fringuello vampiro delle Galapagos con Fedez, è sua la foto che correda il pezzo, e con un titolo che neanche troppo elegantemente storpia quel Mida in Merda (anche se in questo caso, diciamolo, il giochino retorico che andrò a fare è in parte stato sputtanato proprio dalla scelte, mia seppur discutibile, di giocarsi il tutto per tutto con un titolo così potente, il senso della battuta chiede tributi di sangue che nessun fringuello vampiro si potrà mai sognare, diciamocelo)?

C’entra perché siamo a ridosso dall’inizio dei live di X Factor, che vedranno per l’ottava volta di fila me e mia figlia Lucia qui a vergare le nostre pagelle, martiri votati al martirio per nostra stessa scelta, e mai come quest’anno mi sembra utile far notare come Fedez, che nelle pagelle verrà come sempre indicato con il colloquiale nomignolo Stocazzetto, incarni alla perfezione il ruolo del solo in grado di mashuppare queste due storielle, virando il tutto, se possibile, in negativo.

È lui, infatti, che si candida al ruolo di deus ex machina di questa edizione, complici involontari gli altri giudici, o al suo servizio, penso a Dargen D’Amico, prima voce a busta paga dei suoi collaboratori in fatto di songwriting, come del resto anche la stessa Francesca “fingerpicking” Michielin, o comunque a lui sottomessi in una sorta di sudditanza psicologica, penso a Rkomi con le sue camice hawaiane da Magnum P.I. senza baffi, incapace di dire altro che frasi fintamente poetiche, ma di quelle poesie pret-a-porter alla Gio Evan, intendiamoci, buone per farci su post su Instagram mentre mostriamo in primo piano una quinta carenata o la tartaruga costruita sapientemente in palestra, non parlo per me, Ambra nel ruolo di zia saggia con l’occhio lucido, forse poco credibile nel parlare di musica, ma comunque con trent’anni di carriera alle spalle. E siccome in passato lo abbiamo visto spingere artisti, su tutte Roshelle, a proposito ti quinte carenate esibite in bella mostra sui social, prontamente mollati al proprio destino un attimo dopo la loro utilità televisiva

era venuta meno, lui che del resto si nutre sempre del sangue di chi al momento sta funzionando, penso a Rovazzi, prima, a Luis o Tananai, ora, e penso anche a personaggi con già una carriera alle spalle, J-Ax e Salmo, devastati da collaborazioni che dovrebbero portare al penale, penso, una capacità di individuare le giovani prede degne di un Jovanotti, che invece è più una mantide religiosa, abbraccia chi potrebbe spodestarlo da un trono nel quale non siede in realtà più da tempo, poi lo stritola e lo lascia al suo destino, lì a succhiare loro il sangue, parlo di Fedez, salvo poi trasformare in merda quasi tutto quello che tocca, non parlo certo di risultati al botteghino, non è di numeri che mi è mai interessato parlare, parlo di valore artistico, quello che, ahinoi, i Like o i danari non possono comprare. Chissà chi riuscirà a illudere quest’anno, Fedez, il Re Mierda, lasciatemi gongolare in uno stupido gioco di parole, Re Mida + Re Merda= Re Mierda, come fossimo in un barrio, della discografia italiana, quello che si fa paladino di qualsiasi lotta civile, sul sociale è più tosta quando si va in giro in Lamborghini, incarnazione rap dell’anima della Cirinnà, “non sa che fatica fare l’ortolana e la colf, signora mia”, salvo poi declinare il proprio talento artistico, o di chi scrive canzoni per lui, tipo Paolo Antonacci, il poni d’acqua più usato dal pop al momento, e Dargen D’Amico stesso, in canzoncine leggerissime prive di qualsiasi profondità, davvero quando si dice usa e getta: i giovanissimi Omini, la talentuosa e già discograficamente assari a fuoco Dadà (di cui parlavo qui), l’evanescente Linda Riverditi? Questo a fronte delle eliminazioni da parte dei suoi colleghi dei nomi più potenti presentatisi, da Marla a Cecilia Talea Quartana, passando per i Gemini Blu, due su tre scartati da Ambra, che del resto piange ancor prima che i suoi concorrenti cantino, figuriamoci come può mai giudicarli. E chissà se questo suo agire mellifluo porterà in effetti al sacrificio di un qualche ipotetico talento presente nelle altre squadre, lui puparo a stabilire o almeno influenzare le scelte degli altri giudici, da come si è capito durante le varie selezioni, tra giudizi detti a voce alta, occhiate e battutine, il tutto finalizzato a impoverire le squadre avversarie per rendere meno ridicola la sua. Del resto, non ce ne voglia il Re Mierda, stiamo parlando di X Factor, giunto al capolinea, da quel che si apprende dai rumors, un programma che ha la stessa incidenza sull’auditel del momento in cui una diretta cade e sullo schermo appare la scritta “le trasmissioni riprenderanno il prima possibile”, con numeri talmente piccoli che ancora nessuno scienziato si è premurato di dar loro un nome scientifico, niente di rilevante, giusto qualcosa di cui scrivere aspettando che questo lungo periodo di merda che stiamo vivendo, questa merda vera, tra guerre, pandemie, cambiamenti climatici, finisca davvero, spero almeno non con l’apocalisse.

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