Un grappolo d’uva è il simbolo dell’autunno. Nel nostro Paese è coltivata sin dall’antichità, usata sia per produrre vino che per essere consumata a tavola. L’Italia è il principale produttore europeo di uva da tavola. Se ne raccoglie circa 1 milione di tonnellate l’anno. I vigneti raggiungono una superficie complessiva di 46 mila ettari. Il giro d’affari raggiunge il miliardo di euro.
Non è solo un elemento fondamentale per la nostra economia, ma anche una fonte di benessere importantissima. L’uva, soprattutto quella “nera”, è ricca di sostanze antiossidanti, sali minerali, vitamine e polifenoli.
Grazie alle sue proprietà antiossidanti e vitalizzanti, combatte i radicali liberi e, di conseguenza, ostacola l’invecchiamento dei tessuti. Le firbe, di cui è ricca, e l’acqua consentono di purificare l’intestino e contrastano disturbi come ritenzione idrica e gotta, perché favorisce l’eliminazione dell’acido urico.
L’uva nera è anche un ottimo alleato per prevenire ipertensione, diabete e colesterolo, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete.
Le fibre e la cellulosa dell’uva aiutano il funzionamento dell’intestino. Viene utilizzata nella cura di malattie come la stipsi, soprattutto se consumata sotto forma di succo, ovvero senza le bucce, che potrebbero irritare la mucosa intestinale.
L’uva agisce positivamente anche sul nostro cervello poiché riduce lo stress ossidativo e favorisce il corretto flusso sanguigno. Secondo una ricerca Università della California di Los Angeles, per conto della California Table Grape Commission, mangiando uva due volte al giorno si rallenta lo sviluppo di malattie come l’Alzheimer. I ricercatori hanno infatti notato una riduzione del declino metabolico di aree del cervello correlate a questo tipo di malattie neurodegenerative.