Napoli stravince ai David di Donatello 2022, ma nessuno ne parla

Il cinema che ruota attorno alla capitale del sud Italia, piace al pubblico e alla critica. In questi anni grandi interpreti, registi e soggetti originali e non, stanno raccontando la città come non accadeva da tempo e ai David 2022 fanno incetta di statuette


INTERAZIONI: 139

Sono sei le statuette portate a casa ai David di Donatello 2022 dai film che raccontano Napoli. I suoi grandi interpreti  mostrano sul grande schermo il magma del Vesuvio che finisce per interagire sempre con l’energia del lungometraggio in cui viene immortalato il paesaggio e chi lo abita.

In particolare ci soffermiamo su tre film che sono stati premiati dall’ACCADEMIA DEL CINEMA ITALIANO– PREMI DAVID DI DONATELLO, raccogliendo cinque statuette su nomination a doppia cifra.

Miglior attrice non protagonista: Teresa Saponangelo per È stata la mano di Dio

Miglior attore non protagonista: Eduardo Scarpetta per Qui rido io

Miglior costume : Ursula Patzak per Qui rido io

Miglior regia: Paolo Sorrentino per E’ stata la mano di Dio

Miglior compositore : Nicola Piovani per I Fratelli De Filippo

Miglior film: Paolo SORRENTINO, Lorenzo MIELI per E’ Stata La Mano Di Dio

Inoltre arriviamo a sette  premiazioni con il Premio Miglior attore protagonista al napoletano Silvio Orlando (in combinato disposto con Toni Servillo) e a otto se contiamo che i tre sceneggiatori del film Ariaferma sono tutti campani. Ad onor del vero per quanto l’opera sia piena zeppa di napoletani, il film non è ambientato nel capoluogo campano, ma all’interno di un carcere in degrado che sta per essere dismesso.

Infine potremmo contarne nove di premi, includendo il Premio speciale che ha ricevuto il regista napoletano Antonio Capuano, che come pochi ha saputo raccontare nell’arco di più di trent’anni Napoli e le domande che questa pone. In tal caso si tratterebbe di quasi il 40% del totale dei premi assegnati, tutti per film ambientati nella città partenopea o diretti e interpretati  da napoletani.

Ai nostri microfoni, Teresa Saponangelo, vincitrice nella categoria Miglior attrice Protagonista ha trovato il tempo non solo di parlare della sua interpretazione nel film di Sorrentino, E’ Stata La Mano Di Dio, ma anche di ricordare che se ha vinto questo premio è anche per merito del regista  Capuano che ha creduto in lei e le ha dato spazio.

I Fratelli De Filippo diretto da Sergio Rubini conferma la rinnovata attenzione non solo per la straordinaria figura di autore e attore di Eduardo De Filippo, ma insieme a lui, di quella grande tradizione teatrale napoletana saldata nel segno dell’appartenenza familiare che lega i tre De Filippo, Eduardo Titina e Peppino, al padre naturale e commediografo Eduardo Scarpetta. Il film forse non è stato raccontato a sufficienza poiché proiettato in un momento in cui l’attenzione pubblica era tutta concentrata sull’andamento dell’epidemia.

Nel film Qui Rido Io invece, viene raccontata in una Napoli colorata di inizio ‘900, l’intricata famiglia allargata del padre padrone Scarpetta, splendida interpretazione di Toni Servillo, tra cui il ribelle Vincenzo (Eduardo Scarpetta, che porta lo stesso nome del trisavolo). Proprio Eduardo Scarpetta ha ricevuto meritatamente il Premio nella categoria Miglior attore non protagonista e visibilmente emozionato ha ringraziato sul palco suo padre Mario che ha perso quando di anni ne aveva solo quindici.

Insomma tanti napoletani, tanta Napoli in questa 67’ edizione dei David di Donatello, ma soprattutto mentre ne parliamo qui su Optimagazine, tanto silenzio dei media tradizionali su questo risultato di Napoli e del sud in generale. Sono infatti due i lungometraggi,  stavolta calabresi ( Una Femmina e A Chiara) che hanno ricevuto numerose nomination e l’ambito premio nella categoria Miglior protagonista femminile, che è andato alla giovanissima Swamy Rotolo per l’interpretazione nel film di Jonas Carpignano A Chiara.

Il sud  rappresenta ormai a ragione, il luogo materiale e dell’immateriale dove avviene la magia del cinema. ”Il cinema ha bisogno di sogni” ci dice infatti Costabile in una intervista esclusiva OM ai David di Donatello 2022.

Il sud torna protagonista e il sud ha bisogno di esser raccontato. – secondo il regista di Una Femmina, Francesco CostabileServe una narrazione e queste devono essere libere e diversificate. Io spero di aver portato il mio contributo nella narrazione della mia Calabria. Anche se parlo di ‘ndrangheta, ne parlo dal punto di vista femminile nel film Una Femmina.  Siamo felici di essere qui, speriamo che il sud diventi un nucleo di rappresentanza cinematografica di drammaturgia diversificata e libera”.