Familia di Camila Cabello, il pop latino per ritornare alle radici (recensione)

Camila Cabello ci mostra le sue origini e lo fa con tante bombe pop, latin pop e r'n'b. Ecco la nostra recensione dell'ultimo album Familia

familia di camila cabello

Ph: Camila Cabello social media


INTERAZIONI: 2

In Familia di Camila Cabello troviamo la conferma che ogni artista sia un divulgatore. Al suo terzo disco da solista dopo le Fifth Harmony, la cantautrice di origini cubane ci offre tutto ciò che è passato per la sua testa durante il grande lockdown. Camila lo ha trascorso con la sua famiglia, e in questa comfort zone ha trovato l’ispirazione per raccontarsi.

Con la title track che apre il disco, i 17 secondi di tromba sono il cigolio della porta dalla quale Camila ci invita ad entrare. Ecco Celia, prima avventura spanglish del disco, in cui il reggaeton ci schianta dritti dentro una festa animata dalla stessa artista. Sembrerebbe l’anticamera di un disco interamente latino, ma Psychofreak ci riporta ai fasti più luccicanti del pop radiofonico di cui solo la Cabello è capace. A questo giro l’affianca Willow, nuova star del pop internazionale che snocciola un ritornello degno delle migliori hit pop di tutti i tempi.

Se Bam Bam ci offre l’Ed Sheeran più versatile – in questa festa è il tizio che prepara i cocktail – La Buena Vida suona come un omaggio ai Buena Vista Social Club, con quei fiati all’unisono e quel suono metallico delle chitarre acustiche che ci regalano qualcosa di sognante. È il momento della serietà: Quiet è un pop audace in cui Camila Cabello racconta l’ansia: “No melatonin, no meditation”, parole che trovano coda nel pezzone r’n’b Boys Don’t Cry in cui la cantautrice dell’Avana mugugna contro la mascolinità tossica.

Familia
  • Audio CD – Audiobook
  • Epic International (Sony Music) (Publisher)

Il momento del revival arriva con Hasta Los Dientes, con un arrangiamento degno dei Blondie che atterra sul morbido nel reggaeton di No Doubt, degna anticipazione della sensualissima e latina Don’t Go Yet, scritta nel corso della relazione con Shawn Mendes. Lola e Everyone At His Party chiudono il disco con dolcezza, specie nel caso di quest’ultima: per la prima volta abbiamo al convinzione che la sua musa ispiratrice sia Shawn Mendes per quella frase: “Did you realize you don’t need me?”.

La festa è finita: Familia di Camila Cabello tace e non ci resta che l’hangover, il down che ci raggiunge nei postumi di una serata divertente in cui abbiamo conosciuto la vera persona dietro l’artista, con quelle fragilità e quella voglia di divertirsi dopo un lungo travaglio durante il quale ha riscoperto le sue radici che oggi, in 12 tracce, ci fa conoscere dispensando fiati, pop, seduzione e antologie di una tradizione che scorre inesorabile nelle sue vene.