Oscar 2022, sarà un’edizione nel segno delle donne?

Quest'anno ci sono meno candidature femminili rispetto al 2021. Ma il peso delle nomination resta consistente. A partire da Jane Campion, ecco tutti i nomi da tenere d'occhio

Oscar 2022

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Cosa potrebbe accadere agli Oscar 2022 di ancora più epocale dell’edizione 2021, quando per la prima volta i tre premi maggiori (escluse le categorie per gli attori), ossia film (Nomadland), regia (Chloé Zhao) e sceneggiatura originale (Emerald Fennell) furono appannaggio di donne? Tanto per cominciare, già il ripetersi dello stesso risultato per la seconda volta consecutiva sarebbe un fatto storico. E ci sono tutte le premesse perché ciò avvenga, come vedremo.

In secondo luogo, e più in generale, è importante capire se l’Academy, da anni impegnata su questo fronte, stia compiendo dei passi in avanti sulla questione femminile e per favorire diversità e inclusione. Le statistiche, partendo dalla percentuale di donne giunte in nomination quest’anno rispetto al totale delle candidature, possono aiutarci a capire la dimensione del fenomeno e fornire qualche spunto di riflessione.

Cominciamo dai numeri complessivi. Che subito segnalano agli Oscar 2022 un passo indietro rispetto ai due anni precedenti. Nel 2020 infatti le donne che ottennero una nomination furono 65 su 209 candidature totali, ossia il 31,1%. Percentuale che nel 2021 salì alla cifra record di 32.3%, corrispondente a 76 donne su 235. Il 2022 invece segna un arretramento significativo, 65 su 229, solo il 28,3%. Cos’è successo? È un fenomeno circoscritto all’Academy, magari legato a fattori casuali e puramente congiunturali, o c’è dell’altro?

Le donne nel cinema hollywoodiano: the celluloid ceiling

Il Celluloid Ceiling Report, è una ricerca redatta dal Center for the Study of Women in Television and Film della San Diego University, che ogni anno raccoglie statistiche relative alla rappresentanza femminile nel cinema hollywoodiano. Il nome Celluloid Ceiling è mutuato da glass ceiling (letteralmente “soffitto di cristallo”), un modo di dire con cui si indica una barriera invisibile, l’oltrepassamento della quale è sostanzialmente, anche se non esplicitamente, preclusa a un dato segmento della popolazione (principalmente donne e minoranze). Ebbene, negli ultimi anni i numeri avevano certificato un progressivo cambio di paradigma, con una porzione di donne sempre maggiore a occupare ruoli chiave nelle produzioni con i migliori risultati al botteghino del cinema americano.

Quest’anno però, stando alle cifre dell’ultimo report relativo al 2021, il trend s’è parzialmente invertito. Nel 2020, il 16% dei 100 film di maggiore successo erano stati diretti da donne: nel 2021 questa percentuale è scesa al 12, tornando ai livelli del 2019 (però nel 2018 era al 4%). Nel 2020 le donne rappresentavano il 18% dei registi dei 250 maggiori incassi, oggi siamo al 17 (13% nel 2019). È in saldo positivo invece la percentuale di donne dietro le quinte del cinema hollywoodiano. Considerando infatti tutti i registi, scrittori, produttori, produttori esecutivi, montatori e direttori della fotografia impiegati nei 250 migliori incassi dell’anno, si è passati dal 23% del 2020 al 25% del 2021, grazie soprattutto a un consistente passo in avanti in ruoli chiave come produttore esecutivo (dal 21 al 26%) e produttore (dal 30 al 32%), mentre stabili, e più basse, restano le percentuali di donne impiegate in categorie tecniche come montaggio (22% sia nel 2020 che 2021) e fotografia (solo 6%, sia 2020 che 2021).

Sono numeri insomma che non definiscono un trend eccessivamente preoccupante e che ritraggono uno scenario in costante mutamento, nel quale sul saldo negativo potrebbero influire diversi fattori, tra cui l’emergenza pandemica. In ogni caso, basterebbe mettere a paragone i dati di quest’anno con quelli del 2018 per cogliere una differenza, e un passo in avanti, molto rilevante. Però è utile far suonare un piccolo campanello d’allarme.

L’impegno dell’Academy per promuovere inclusione e diversità

Va ribadito però che se c’è un’organizzazione che negli ultimi anni ha promosso misure efficaci per aumentare il proprio tasso di inclusività, quella è l’Academy. Nel 2014 secondo un articolo del Los Angeles Times i membri dell’Academy erano per il 94% maschi e per il 76% bianchi. Dopo di allora, grazie alle politiche intraprese durante le presidenze di Cheryl Boone Isaacs (2013-17), John Bailey (2017-19) e David Rubin (2019-in corso) e alle massicce nomine, anno dopo anno, di nuovi membri, le proporzioni sono significativamente cambiate, Basta leggere le statistiche pubblicate dall’Academy dopo l’ultima nomina del 2021, che ha accolto 395 persone. Oggi, le donne costituiscono il 33% degli aventi diritto al voto (circa 3200, erano 1446 nel 2015), e parallelamente è triplicato quello di persone appartenenti a minoranze, che oggi è al 19% del totale (quasi 2000, erano 554 nel 2015).

Oscar 2022: le donne candidate, Jane Campion e le altre

È importante non solo il numero, ma anche il peso delle candidature. Che negli Oscar 2022 non è sicuramente inferiore all’edizione 2021. Partiamo da Jane Campion. La regista de Il Potere Del Cane ha stabilito diversi primati: è la prima donna nella storia degli Oscar con due nomination per la regia, dopo quella per Lezioni di Piano nel 1994, film con cui vinse anche la Palma d’Oro a Cannes; ha il record per numero di nomination personali nella stessa edizione, ben 3 (a pari merito con Chloé Zhao), dato che, essendo anche produttrice, ha ottenuto la candidatura per film, regia e sceneggiatura non originale (nel 1994 vinse quello per la sceneggiatura originale, sempre per Lezioni Di Piano); e nessuna regista prima di lei aveva diretto un film da 12 nomination totali (Nomadland l’anno scorso ne aveva la metà).

È vero poi che agli Oscar 2021 nella categoria per la regia, che anche simbolicamente è molto rilevante, le donne candidate erano due, Chloé Zhao ed Emerald Fennell (Una Donna Promettente). Ma le possibilità di ripetizione agli Oscar 2022 della tripletta film, regia, sceneggiatura al femminile, grazie alla Campion, ci sono tutte. E l’ipotesi di una seconda statuetta femminile consecutiva alla regia, in una categoria che fino a oggi ha visto prevalere solo due donne nella storia del premio, Zhao e Kathryn Bigelow, sarebbe epocale.

Al di là della Campion, quali sono gli altri nomi cui fare attenzione? Lasciando da parte ovviamente i premi di genere per le attrici, c’è innanzitutto Sian Heder, regista e sceneggiatrice de I Segni Del Cuore – Coda, il film sulla cultura dei sordi che, dopo l’affermazione ai Sag Awards (miglior cast) e ai Pga Awards (assegnati dall’influente associazione dei produttori americani), ha visto crescere moltissimo le sue quotazioni. Secondo gli analisti potrebbe essere la vera sorpresa degli Oscar 2022, dove ha solo tre nomination ma pesantissime, miglior film, attore non protagonista (Troy Kotsur, vincitore annunciato) e la Heder per la sceneggiatura non originale, riconoscimento che potrebbe sfilare proprio alla Campion.

Maggie Gyllenhaal, per lei una candidatura per la sceneggiatura non originale con The Lost Daughter

In questa categoria c’è pure una terza candidata donna – altro record, a pari merito con l’edizione degli Oscar 1992 –, ossia Maggie Gyllenhaal, l’attrice alla sua prima regia con The Lost Daughter, tratto dal romanzo La Figlia Oscura di Elena Ferrante, che è uno degli altri nomi al femminile da tenere d’occhio agli Oscar 2022.

Numerose le donne candidate anche nelle categorie film d’animazione e documentario, dove 4 dei 5 titoli in nomination hanno produttrici e/o registe. Sono poi nell’ordine delle cose, in categorie tradizionalmente “femminili”, le 5 nomination su 5 per trucco e acconciatura e le tre per i costumi (Jenny Beaven, Jacqueline Durran, Jacqueline West). Stesso discorso per la miglior canzone: tre candidate donne, Beyoncé (Una Famiglia Vincente), Billie Eilish (No Time To Die), Dianne Warren (Four Good Days), in una categoria che ha sempre visto molte interpreti premiate. Diverso il discorso invece per la migliore colonna sonora: pochissime le donne autrici di una partitura in nomination, quest’anno è toccato a Germaine Franco per il film Disney Encanto.

Ari Wegner potrebbe diventare la prima donna a vincere l’Oscar per la fotografia

Per le categorie tecniche va fatto un discorso a parte: alcune storicamente hanno avuto molte candidate donne. Per cui non sorprendono agli Oscar 2022 le 5 candidature femminili su 5 per la scenografia, le due per il suono e quella per la montatrice di Una Famiglia Vincente Pamela Martin. Diverso invece è il caso di Ari Wegner, seconda donna della storia ad aver ottenuto la nomination per la fotografia, dopo Rachel Morrison nel 2018. E con Il Potere Del Cane potrebbe essere la prima a conseguire una vittoria che sarebbe storica.

Per chiudere in bellezza, la categoria più importante, miglior film. Sono 10 i titoli candidati, e in 5 di questi ci sono donne produttrici con una nomination: Belfast (Laura Berwick, Becca Kovacik, Tamar Thomas), Dune (Mary Parent), Licorice Pizza (Sara Murphy), West Side Story (Kristie Macosko Krieger) e il favorito, Il Potere Del Cane (Jane Campion e Tanya Seghatchian).

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