Sembrava che l’edizione degli Oscar 2022 dovesse essere all’insegna di temi seri e importanti. Alla vigilia infatti, le questioni che tenevano banco erano due. La prima riguardante l’eventuale presenza nello show del presidente dell’Ucraina Zelensky, con addirittura Sean Penn che aveva dichiarato che nel caso in cui il leader politico non fosse stato invitato sarebbe stato il caso di boicottare la cerimonia. La seconda ruotava intorno al possibile successo de I Segni Del Cuore di Sian Heder, remake del francese La Famiglia Bélier, film che ruota interamente intorno alla cultura dei sordi. La cui vittoria, perciò, avrebbe certamente dato un segno importante rispetto all’impegno dell’Academy in tema di inclusività e tutela delle diversità.
Alla fine l’emergenza ucraina è stata relegata sullo sfondo: di Zelensky nemmeno l’ombra, l’Academy si è limitata a chiedere un minuto di silenzio con una generica dichiarazione con hashtag di supporto #standwithUkraine e, al massimo, qualche ospite volenteroso, tra cui anche Paolo Sorrentino – purtroppo tornato a casa senza statuetta -, che ha esibito sul vestito un nastro blu di sostegno ai rifugiati.
La vittoria de I Segni Del Cuore invece c’è stata e netta. Il film ha centrato tutte e tre le sue candidature, quindi miglior film, attore non protagonista all’interprete sordo Troy Kotsur e sceneggiatura non originale alla stessa Sian Heder. Eppure, nonostante l’incontestabile rilevanza del risultato – con anche i ringraziamenti per i premi condotti direttamente nella lingua dei segni – questo, come ogni altro aspetto degli Oscar 2022, rischia di passare in secondo piano dietro al caso sconcertante che si è preso tutto il palcoscenico.
Ossia la lite tra Will Smith e Chris Rock, con il primo ad assestare un sonoro schiaffone al secondo per una battuta infelice di quest’ultimo sull’alopecia della moglie di Smith, Jada Pinkett. Naturalmente la prevista vittoria di Will Smith come attore protagonista per Una Famiglia Vincente si è tramutata immediatamente nell’attesa seconda puntata del caso, con l’attore a servire in lacrime un commosso ma piuttosto sconclusionato discorso di ringraziamento, misto a imbarazzate scuse all’Academy – che ha prodotto un laconico ma inequivocabile commento ufficiale per prendere le distanze dall’accaduto, in cui dichiara di “non tollerare la violenza, in qualsiasi forma”.
Le scelte infelici dell’Academy
In sede di commento di questi Oscar 2022, perciò, si tratta allora di compiere uno sforzo, cercando di non restare ostaggio della liason, per fare un bilancio a più vasto raggio della cerimonia. Bilancio che comunque non può essere lusinghiero rispetto ad alcune delle scelte compiute dall’Academy e dal produttore dello show Will Packer.
La decisione più importante, al centro di infuocate polemiche, era stata quella di escludere ben otto premiazioni dalla cerimonia, relative ai cortometraggi e ad alcune categorie tecniche, da riproporre in brevi clip durante la diretta. Questo, sosteneva la produzione, per rendere lo show più veloce e frizzante, dando spazio a momenti musicali e spettacolari più emozionanti. Invece la cerimonia ha varcato la soglia delle tre ore, lunga e sfilacciata, non aiutata nemmeno dalla soluzione della direzione affidata a tre presentatrici, Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall, che si sono alternate secondo una logica apparsa abbastanza casuale.
Va detto che in sé l’idea di sintetizzare alcune premiazioni in una forma montata più snella non è del tutto peregrina tecnicamente, ed è possibile che gli spettatori non informati della cosa non se ne siano neanche accorti. Il problema però è che la soluzione non ha sortito alcun effetto positivo, al contrario creando enorme malcontento in categorie, come scenografi o montatori, che si sono legittimamente sentiti all’improvviso dei cittadini di serie b nel loro mondo del cinema.
L’altra idea escogitata per intercettare un pubblico più giovane e digitalizzato di appassionati, creando due premi voltati dal pubblico su twitter, uno per il film preferito, l’altro per il momento più amato di sempre di un film, si è anch’essa risolta in un nulla di fatto. Sia l’Oscars Fan Favorite che l’Oscars Cheer Moment infatti non sono stati trattati come dei veri riconoscimenti, relegati in sbrigative clip con classifica finale cui non è stato dato alcun particolare rilievo – sfido chiunque a ricordare i titoli dei “vincitori”.
I vincitori e i grandi delusi degli Oscar 2022
Venendo al premio vero e proprio, e sinteticamente, si possono dire queste cose.
Sono due i film che hanno vinto gli Oscar 2022: il primo, naturalmente è I Segni Del Cuore, grazie al suo en plein, nel segno più evidente dell’inclusione. L’altro è Dune di Denis Villeneuve, che ha portato a casa 6 delle 10 nomination della vigilia, anche se tutte in categorie “tecniche”, a denunciare una sorta di preoccupante polarizzazione, con da un lato i film che si aggiudicano i premi per film, attori e sceneggiatura, dall’altro opere magari di maggiore impegno produttivo che collezionano le statuette per montaggio, fotografia, scenografia o effetti speciali. Anche qui vediamo un possibile rischio di creazione di cittadini di serie a e serie b, su cui l’Academy dovrebbe fare qualche riflessione.
A vincere sono anche le donne, sempre in tema di maggiore sensibilità inclusiva degli Oscar. Nel segno del femminile è I Segni Del Cuore, diretto da una donna, Sian Heder, che s’è anche aggiudicata la statuetta per la sceneggiatura non originale. E anche il premio per la miglior regia è per la seconda volta consecutiva al femminile, per Jane Campion, che succede a Chloé Zhao, diventando soltanto la terza donna in assoluto ad aggiudicarselo. Va pure sottolineato che la vittoria di Jessica Chastain come protagonista femminile de Gli Occhi di Tammy Faye premia un’attrice che non è solo interprete del film ma anche produttrice, ed è solo il secondo caso di sempre, dopo la Frances McDormand di Nomadland l’anno scorso.
Il successo di Jane Campion mitiga però solo molto parzialmente la delusione di quello che è il vero sconfitto degli Oscar 2022, Il Potere Del Cane. Era giunto alla cerimonia forte del primato di 12 nomination e torna a casa con una sola statuetta. A dimostrazione, prima di tutto, del fatto che la corsa che conduce agli Oscar non è una gara per scattisti ma una maratona che necessita di una capacità di resistenza che è mancata al film diretto dalla Campion. Al quale difettava anche un po’ di calore, indispensabile per il coinvolgimento del giurato-spettatore. Il Potere Del Cane ha lascito la sensazione del film con un tema importante e stilisticamente impeccabile, ma algido e distante. Tutto il contrario di un film magari più “facile” come I Segni Del Cuore, ricco però di personaggi che riescono con naturalezza a creare immedesimazione. In subordine anche West Side Story e Belfast tornano a casa quasi a mani vuote, per entrambi solo una statuetta su sette candidature. Ma non si può parlare di grande delusione, perché le attese della vigilia erano esattamente quelle.
L’altra vera grande delusa è Netflix, distributrice del film della Campion. La piattaforma ancora una volta, nonostante la messe di nomination, non riesce ad aggiudicarsi l’Oscar più ambito, che continua a mancare alla sua bacheca. Un risultato che invece, pur partendo da politiche di investimento certamente più mirate, riesce a centrare il suo competitor Apple, che ha visto lungo comprando i diritti de I Segni Del Cuore dopo il Sundance e facendolo atterrare sulla sua piattaforma Apple Tv+.
Oscar 2022, i vincitori delle 23 categorie
Miglior Film
Belfast (Focus Features)
Il Potere Del Cane (Netflix)
Don’t Look Up (Netflix)
West Side Story (20th Century Studios)
Dune (Warner Bros)
Licorice Pizza (MGM/United Artists Releasing)
I Segni Del Cuore – Coda (Apple Original Films) [VINCITORE]
Una Famiglia Vincente – King Richard (Warner Bros)
La Fiera Delle Illusioni – Nightmare Alley (Searchlight Pictures)
Drive My Car (Janus Films/Sideshow)
Attrice protagonista
Jessica Chastain, Gli Occhi Di Tammy Faye [VINCITRICE]
Olivia Colman, La Figlia Oscura
Nicole Kidman, Being the Ricardos
Kristen Stewart, Spencer
Penélope Cruz, Madres Paralelas
Attore protagonista
Javier Bardem, Being the Ricardos
Benedict Cumberbatch, Il Potere Del Cane
Andrew Garfield, Tick, Tick … Boom!
Will Smith, Una Famiglia Vincente – King Richard [VINCITORE]
Denzel Washington, Macbeth
Attrice non protagonista
Ariana DeBose, West Side Story [VINCITRICE]
Kirsten Dunst, Il Potere del Cane
Aunjanue Ellis, Una Famiglia Vincente – King Richard
Jessie Buckley, The Lost Daughter
Judy Dench, Belfast
Attore non protagonista
Kodi Smit-McPhee, Il Potere Del Cane
Ciarán Hinds, Belfast
Troy Kotsur, I Segni Del Cuore – Coda [VINCITORE]
J.K. Simmons, Being The Ricardos
Jesse Plemons, Il Potere Del Cane
Regista
Jane Campion, Il Potere Del Cane [VINCITRICE]
Kenneth Branagh, Belfast
Steven Spielberg, West Side Story
Ryûsuke Hamaguchi, Drive My Car
Paul Thomas Anderson, Licorice Pizza
Sceneggiatura originale
Paul Thomas Anderson, Licorice Pizza
Kenneth Branagh, Belfast [VINCITORE]
Zach Baylin, Una Famiglia Vincente – King Richard
Adam McKay, David Sirota, Don’t Look Up
Eskil Vogt, Joachim Trier, La Persona Peggiore Del Mondo
Sceneggiatura non originale
Jane Campion, Il Potere Del Cane
Sian Heder, I Segni Del Cuore – Coda [VINCITRICE]
Ryûsuke Hamaguchi e Takamasa Oe, Drive My Car
Maggie Gyllenhaal, The Lost Daughter
Denis Villeneuve, Erith Roth, Jon Spaihts, Dune
Film internazionale
Drive My Car, Ryûsuke Hamaguchi (Giappone) [VINCITORE]
È Stata La Mano Di Dio, Paolo Sorrentino (Italia)
Flee, Jonas Poher Rasmussen (Danimarca)
La Persona Peggiore Del Mondo, Joachim Trier (Norvegia)
Lunana: Il Villaggio Alla Fine Del Mondo, Pawo Choyning Dorji (Bhutan)
Film d’animazione
Encanto, Byron Howard, Jared Bush, Yvett Marino, Clark Spencer [VINCITORE]
Flee, Jonas Poher Rasmussen
Luca, Enrico Casarosa
I Mitchell Contro Le Macchine, Mike Rianda e Jeff Rowe
Raya e l’Ultimo Drago, Don Hall e Carlos López Estrada
Fotografia
Greig Fraser, Dune [VINCITORE]
Dan Laustsen, La Fiera Delle Illusioni – Nightmare Alley
Ari Wegner, Il Potere Del Cane
ìBruno Delbonnel, Macbeth
Janusz Kamiński, West Side Story
Scenografia
Patrice Vermette, Zsuzsanna Sipos, Dune [VINCITORE]
Tamara Deverell, Shane Vieau, La Fiera Delle Illusioni – Nightmare Alley
Adam Stockhausen, Rena DeAngelo, West Side Story
Stefan Dechant, Nancy Haigh, Macbeth
Grant Major, Amber Richards, Il Potere Del Cane
Montaggio
Hank Corwin, Don’t Look Up
Joe Walker, Dune [VINCITORE]
Pamela Martin, Una Famiglia Vincente – King Richard
Peter Sciberras, Il Potere Del Cane
Myron Kerstein, Andrew Weisblum, Tick, Tick… Boom!
Costumi
Jenny Beavan, Crudelia [VINCITRICE]
Jacqueline West e Bob Morgan, Dune
Luis Sequeira, La Fiera Delle Illusioni – Nightmare Alley
Paul Tazewell, West Side Story
Massimo Cantini Parrini, Jacqueline Durran, Cyrano
Colonna sonora
Nicholas Britell, Don’t Look Up
Hans Zimmer, Dune [VINCITORE]
Germaine Franco, Encanto
Jonny Greenwood, Il Potere Del Cane
Alberto Iglesias, Madres Paralelas
Canzone
Dos Oruguitas, da Encanto: Lin-Manuel Miranda
No Time to Die dal film omonimo: Billie Eilish e Finneas O’Connell [VINCITORE]
Somehow You Do da Four Good Days: Diane Warren
Down to Joy da Belfast: Van Morrison
Be Alive da Una Famiglia Vincente – King Richard: Beyoncé Knowles-Carter e DIXSON
Effetti speciali
Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor, Gerd Nefzer, Dune [VINCITORE]
Charlie Noble, Joel Green, Jonathan Fawkner, Chris Corbould, No Time to Die
Kelly Port, Chris Waegner, Scott Edelstein, Dan Sudick, Spider-Man: No Way Home
Christopher Townsend, Joe Farrell, Sean Noel Walker, Dan Oliver, Shang Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli
Swen Gillberg, Bryan Grill, Nikos Kalaitzidis, Dan Sudick, Free Guy – Eroe Per Gioco
Sonoro
Denise Yarde, Simon Chase, James Mather, Niv Adiri, Belfast
Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett, Dune [VINCITORE]
Simon Hayes, Oliver Tarney, James Harrison, Paul Massey, Mark Taylor, No Time to Die
Gary Rydstrom, Brian Chumney, Andy Nelson, Tod Maitland, Shawn Murphy, West Side Story
Richard Flynn, Robert Mackenzie, Tara Webb, Il Potere Del Cane
Trucco e acconciatura
Nadia Stacey, Naomi Donne, Julia Vernon, Crudelia
Donald Mowat, Love Larson, Eva von Bahr, Dune
Linda Dowds, Stephanie Ingram, Justin Raleigh, Gli Occhi di Tammy Faye [VINCITORE]
Göran Lundström, Anna Carin Lock, Frederic Aspiras, House of Gucci
Mike Marino, Stacey Morris, Carla Farmer, Il Principe Cerca Figlio
Documentario
Attica, Traci A. Curry, Stanley Nelson
Flee, Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen, Charlotte De La Gournerie
Summer of Soul (Or, When The Revolution Could Not Be Televised, Questlove, Joseph Patel, Robert Fyvolent, David Dinerstein [VINCITORE]
Ascension, Jessica Kingdon, Kira Simon-Kennedy, Nathan Truesdell
Writing With Fire, Rintu Thomas e Sushmit Ghosh
Cortometraggio
Ala Kachuu – Take and Run, Maria Brendle e Nadine Lüchinger
The Dress, Tadeusz Łysiak e Maciej Ślesicki
The Long Goodbye, Aneil Karia e Riz Ahmed [VINCITORE]
On My Mind, Martin Strange-Hansen e Kim Magnusson
Please Hold, K.D. Dávila e Levin Menekse
Cortometraggio documentario
Audible, Matt Ogens e Geoff McLean
Lead Me Home, Pedro Kos e Jon Shenk
The Queen of Basketball, Ben Proudfoot [VINCITORE]
Three Songs for Benazir, Elizabeth Mirzaei e Gulistan Mirzaei
When We Were Bullies, Jay Rosenblatt
Cortometraggio d’animazione
Affairs of the Art, Joanna Quinn e Les Mills
Bestia, Hugo Covarrubias e Tevo Díaz
Boxballet, Anton Dyakov
Robin Robin, Dan Ojari e Mikey Please
The Windshield Wiper, Alberto Mielgo e Leo Sanchez [VINCITORE]