Intorno al culo di Elodie

Elodie è tornata con un nuovo singolo "Bagno a mezzanotte", ma azzeccare ogni tanto una bella canzone non guasterebbe, anche perché il culo prima o poi comincerà a cadere


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La faccenda che vado a trattare oggi è piuttosto spinosa. Quindi, fossi uno che ha a cuore la propria salvaguardia, intendendo con questa, nella fattispecie, che non abbia intenzione di sottoporsi a una immane sequela di rotture di scatole o, magari, che preferisca tenersi a debita distanza da tematiche ambigue, che lasciano spazio aperto a fraintendimenti, dovrei fermarmi ora e passare a scrivere di faccende assolutamente neutrali, innocue, volendo anche gradevoli. Il fatto è che non sono fatto così, e di adeguarmi a un pensiero unico che vuole il politicamente corretto eletto a dogma e il coro omogeno a unica voce ascoltabile, non sento né l’urgenza, né il bisogno, né, tantomeno, la voglia. Quindi procedo sicuro, conscio che seguiranno polemiche, critiche, crucifige.

Elodie è tornata con un nuovo singolo. La canzone si intitola Bagno a mezzanotte, non ho idea se sia il prequel di un nuovo album, un singolo estemporaneo, né, in tutta onestà, ho interesse alcuno a approfondire la cosa con quegli strumenti alla portata di tutti che la contemporaneità prevede, leggi alla voce Google. La musica di Elodie è sin dal suo esordio irrilevante, questo penso, e nonostante a fatica io possa esimermi da incontrarla, è molto amata dal mondo delle radio, e seppur io ascolti poca radio vivo in una società che prevede, Dio solo sa perché, che bar e negozi ne diffondano le frequenze, quindi ho la costante possibilità di stare sul pezzo, anche non volendo, nonostante a fatica quindi io possa esimermi da incontrarla, non c’è sua nuova canzone che non confermi in me questa certezza, ormai da tempo passata dal grado di vago pregiudizio, lei usciva da Amici, lei aveva tentato X Factor, si era anche presentata a Sanremo Giovani prodotta da Emma, Dio mio, Emma, nell’anno che poi ha visto uscire vincitore il suo fidanzatino, di cui ho rimosso il nome, come il resto dell’umanità, ormai da tempo quindi passata dal grado di vago pregiudizio a quello di radicato e radicale giudizio negativo, bravina, eh, ma del tutto irrilevante, quasi odiosa nel suo aver gettato all’ortica un qualche flebile talento, ma tant’è. La musica di Elodie è sin dal suo esordio irrilevante, e negli ultimi anni è diventata anche fastidiosamente incline a seguire le mode nel suo essere ancora irrilevante, quei suoni lì, quel modo di cadenzare le parole sulle melodie lì, Mahmood in testa, quel modo di essere complicate, senza esserlo dolcemente, tanto per esserlo, vai poi a capire perché. La canzone si intitola Bagno a mezzanotte, dicevo, e anche non volendo qualcosa a riguardo l’ho appresa, sempre con la involontaria casualità che accompagna il mio rapporto irrisolto con le sue produzioni e la sua carriera, vivo in questo mondo, frequento i social, qualcosa mi capita di leggere. A scriverla, per dire, so che è stata Elisa, qui nella versione urban che ce l’ha mostrata in Seta, qualcosa di cui un giorno spero debba rendere conto all’umanità tutta. Il brano, e questo potrebbe anche essere lodevole, è in beneficenza, per Save the Children, con particolare attenzione ai bambini dell’Ucraina, ma una buona causa non può certo giustificare una canzone irrilevante, o quantomeno non potrà mai renderla bella, la canzone.

Quello che però della canzone mi interessa, quello di cui mi interessa quindi raccontare, è il video di accompagnamento. Dato come fatto assodato che la canzone sia un classico brano di questi tempi, un incedere blandamente dance, specie nel ritornello, con un rimando agli anni Sessanta, penso, Dio mi perdoni o meglio mi fulmini, a certi brani di Mina, nelle strofe, qualcosa che vorrebbe essere sensuale ma che nei fatti è asettico, come scambiare un video porno per una dichiarazione d’amore, il video si presenta come invece qualcosa che sulla sensualità vuole assolutamente giocare, complice una fisicità prorompente della stessa Elodie, fotografata in bianco e nero, mentre gira su un disco (in realtà una piattaforma girevole tonda), poco vestita, a tratti in microlingerie. Fosse Bagno a mezzanotte una canzone sensuale, nel senso di compiutamente sensuale, il video ne sarebbe felice compendio, perché Elodie si muove panterescamente sinuosa, e perché oggettivamente è una bella ragazza, forse visti i trentuno anni compiuti sarebbe onesto dire donna, lasciando il giovanilismo da parte. Essendo invece Bagno a mezzanotte una canzone legnosa, così suona e così appare, l’incedere a singhiozzo della melodia quanto di più lontano dall’idea di sensualità, l’effetto è quello che si aveva nell’ultima parte del secolo scorso guardando le copertine di Panorama e L’Espresso, che presentavano belle ragazze nude per promuovere riviste piene di articoli di approfondimento che con quelle belle ragazze nude nulla avevano a che spartire. Qualcuno, ovviamente, siamo in epoca di liti sui social e di polarizzazione, l’ha fatto notare, e Elodie si è risentita, ribadendo di trovarsi a suo agio col mostrare il suo corpo, e dando dei bigotti, parole mie, a chi si è risentito. Ha anche fatto riferimento a Madonna, che queste cose le faceva di più e meglio già trent’anni fa. Ora, dato per assodato che il corpo di Elodie è di Elodie e ne farà giustamente quel che le pare, è pur vero che commentare un video che ha nel voler provocare la sua ragion d’essere non può che suonare naturale, quindi direi che qualche chiacchiera intorno ci sta, tanto più che se dovessimo concentrarci sulla musica dovremmo tutti tacere o, al limite, appoggiare la mano a coppa sotto l’ascella nuda e lasciarci andare a un sonoro pernacchio. Elodie può mostrarsi mentre danza in lingerie, per altro, complimenti, bel culo, ma questo, lo dice uno che da anni si occupa di assenze dei corpi nelle canzoni e nell’immaginario che le accompagna in Italia, ha a che fare con una presunta libertà o emancipazione tanto quanto avere una bocca, una lingua e un apparato atto a parlare ha a che fare col diritto di dire a qualcuno la prima cosa che ci passa per la testa, fosse anche una offesa mortale. Non che vedere Elodie a chiappe per aria sia dannoso, o un brutto spettacolo, ripeto, ma in quel contesto appare vagamente pretestuoso, unico passaggio riuscito in una operazione per il resto rovinosa. Col che, intendiamoci, non intendo certo suggerire a Elodie di smettere di danzare in video in lingerie, anzi, lo farei più spesso e non limiterei a pochi secondi l’esibizione del già più volte citato culo, ma proverei a partire da lì per cercare di scrivere o di scegliere canzoni più adatte a quel linguaggio visivo, sessualizzate e non semplicemente ammiccanti. Proverei, cioè, dato per scontato che su quel fronte, quello dell’immaginario, Elodie è decisamente a fuoco, di lavorare anche sulla musica, provando a adeguarla al suo immaginario. So che può sembrare strano oggi, nell’epoca di Tik Tok, di Instagram e della musica ascoltata distrattamente mentre si fa altro, ma azzeccare ogni tanto una bella canzone non guasterebbe, anche perché, per quanto la ginnastica e la genetica siano decisamente d’aiuto, il culo prima o poi comincerà a cadere, e allora resterà davvero il grande nulla.