L’exploit di Manifest su Netflix, un percorso turbolento dalla cancellazione alla salvezza

L'arrivo di Manifest su Netflix ha dato alla serie una nuova vita: il suo percorso accidentato è l'ennesima dimostrazione della customerizzazione dei consumi audiovisivi

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L’arrivo di Manifest su Netflix ha segnato una nuova vita per la serie drammatica/mistery di NBC, dopo che quest’ultima l’aveva data per spacciata per bassi ascolti. È l’ennesima giravolta in quel viaggio carico di turbolenze, per usare un’analogia con la trama della serie, che è stata la breve vita di Manifest, che sta incontrando una nuova popolarità prima di tornare con la sua stagione finale.

Il successo di Manifest su Netflix, anche in assenza di numeri relativi ai flussi streaming che la piattaforma notoriamente non divulga, è testimoniato dal fatto che la serie risulta ormai da settimane costantemente al primo posto o comunque tra i primi della top10 italiana. Diventare il titolo più visto su Netflix per una serie che lo scorso anno era stata cancellata dalla sua emittente è un risultato alquanto lusinghiero, ma non sorprendente.

Sembra proprio che Manifest su Netflix stia seguendo la scia di altre serie, come Lucifer e La Casa di Carta, che una volta cancellate dalle rispettive reti generaliste dopo poche stagioni sono schizzate in vetta alle preferenze degli utenti della piattaforma finendo per essere poi rinnovate. Alla base c’è l’incontro con un pubblico nuovo che le ha fruite on demand anziché con la tradizionale programmazione lineare. Questo è un segno più generale della progressiva customerizzazione dei consumi audiovisivi, che non è certo una novità quanto una tendenza dominante dell’ultimo decennio.

Nello specifico Manifest su Netflix è arrivato solo dopo la cancellazione da parte di NBC (annunciata lo scorso giugno). Questa rinascita arriva dunque quando sono già andate in onda, anche in Italia sulle reti Mediaset, tre stagioni della serie dedicata ai sopravvissuti del volo 828, atterrati a New York dalla Giamaica dopo un viaggio durato poche ore per loro, ma cinque anni per il resto del mondo che nel frattempo li ha considerati presunti morti.

L’approdo di Manifest su Netflix è anche la conferma che l’investimento della piattaforma nel salvare il format è stato lungimirante, nonostante i dati non deponessero a favore dell’operazione. Gli ascolti in progressivo calo avevano spinto NBC a non rinnovare Manifest per una quarta stagione, ma dopo un periodo di stallo (e una rumorosa protesta da parte degli affezionati alla serie) un’ancora di salvezza è stata lanciata da Netfix, che ha deciso di produrre un’ultima stagione dello show per dare almeno una conclusione compiuta alla trama come auspicato dal suo creatore Jeff Rake. Salvata da Netflix che l’ha poi acquisita nel suo catalogo, Manifest ha trovato così una nuova vita e a questo punto chissà che il proposito di realizzare una stagione finale non si tramuti nella volontà di continuare con altri capitoli ancora. D’altronde la fiducia di Netflix verso il progetto di Rake, che si è battuto molto per avere la possibilità di scrivere un finale per la sua storia, è testimoniata dalla scelta di produrre una stagione da ben 20 episodi, il più grande ordine di stagione ottenuto dalla serie fino ad oggi (16 episodi compongono la prima stagione e solo 13 le restanti due).

La produzione di Manifest 4 è iniziata circa due mesi fa e la nuova stagione è attesa entro il 2022.

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