Tira una brutta aria sulla “libera” informazione

Sì, tira una brutta aria, non solo per la sana informazione quanto per la sanità mentale


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Tira una brutta aria, sentite il conduttore di “Zona Bianca” Giuseppe Brindisi: “I novax sono una poltiglia informe di massa cerebrale spiaccicata, amebe, parassiti in branco, fortunatamente vicini all’estinzione”. Dall’Ordine dei Giornalisti, come dai social, neanche un fiato e lo stesso per altri della sempre meno stimata categoria che definiscono questi famigerati novax poltiglia verde, gente che è divertente veder morire, gente da sterminare, da torturare, da prendere a pistolettate o a cannonate. Sono diventati, questi ineffabili novax, il capro espiatorio di stampo razzista, da leggi razziali. Dice la nuova direttora del Tg1 Monica Maggioni che nel “suo” telegiornale i novax non avranno spazio e lo stesso ripete Mentana a La7. Cosa che spinge Reporter Sans Frontieres a preoccuparsi per la libertà di stampa in Italia: ora, certe classifiche, certe istituzioni lasciano il tempo che trovano, ma non c’è dubbio che la situazione sia preoccupante dal lato del pluralismo, dell’accesso ad informazioni non pilotate. C’è un trucco, una mascalzonata che poi è sempre la stessa: i novax non debbono parlare, ma chi è novax lo decidiamo noi. Prima si diceva dei “fascisti”, ovvero tutti quelli che non si adeguavano al vento rivoluzionario, adesso ci sono i dissidenti del vaccino. Con il che, la discriminazione può valere per tutto e per tutti.
Chi sono questi dannati novax, quanti sono? I fanatici, convinti che nella fiala ci stanno il grafene, le rane e chissà quali altre diavolerie sono pochi, la quota fisiologica di ogni società complessa e alienata, ma nel mucchio vengono infilati, senza tanti complimenti, tutti quelli che sollevano dubbi, perplessità, timori: l’Istituto Superiore della Sanità ha appena ammesso che i morti conseguenti a vaccino sono 608 e quelli colpiti da reazioni avverse oltre centomila, probabilmente secondo stime prudenziali, ma non si può dire, non ci si può chiedere se siano pochi o tanti, si diventa novax. Se si ripetono i casi di giovani cascati stecchiti dopo una somministrazione, si fa finta di niente, si escogitano patologie congenite di cui nessuno aveva sentore, adolescenti sani, forti, sportivi: ma non è lecito palesare perplessità, si è marchiati come novax. Se uno si è sparato la doppia dose e non se la sente di continuare a oltranza, avendo riscontrato effetti pesanti e molto pesanti (è il caso di chi scrive), è un novax di ritorno, doppiamente infame, doppiamente da eliminare. Se poi uno si preoccupa per la continua erosione dei diritti fondamentali, per la dilatazione dello stato autoritario, lo si compatisce per un vecchio imbecille, come capitata ai filosofi Cacciari e Agamben. Sconcerta che a questo gioco infame si presti la informazione sedicente democratica, mai così spalmata sulla narrazione ufficiale, mai così prona ai diktat del potere.
Chiedi che fine abbiano fatto i monoclonali annunciati per settembre? Ti chiudono il programma, come Mediaset aveva minacciato di fare con Mario Giordano e Paolo Del Debbio: dopo le proteste di qualche milione di telespettatori, che hanno inondato il network berlusconiano di minacce, “non vi seguirò più”, si son fatti due conti e ci hanno ripensato perché alla fine, come diceva quell’impresario della boxe, “non è mai per soldi: è sempre per soldi”. Chi non rischia sono quelli come il Brindisi che i “novax” li odia e ne pronostica “la sicura estinzione”. Può l’informazione essere sempre al laccio della politica? Può: Berlusconi, non più lucido, si è o è stato illuso di poter diventare Presidente della Repubblica e non vuole rogne, riabilita i grillini, tesse le sue trame col PD che per 25 anni lo voleva distruggere, toglie o almeno prova a togliere voce ai conduttori meno allineati. C’è un senatore a vita, responsabile di un disastro socioeconomico i cui effetti ancora ci perseguitano, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti detto Supermario, che quasi tutti i giorni va in televisione a dire cose deliranti: bisogna impedire la circolazione delle notizie, bisogna somministrare l’informazione, la voce unica sia quella del governo, gli italiani sono idioti, analfabeti e vanno controllati. I conduttori, la ex libertaria di sinistra Concita de Gregorio e il provocatore Parenzo, che pare uscito dal periodo blu di Picasso, sorridono più compiaciuti che imbarazzati. Altri saltimbanchi, saltafila, sugli stessi canali invitano “l’amico virologo” a scegliere meglio i giornali da cui farsi intervistare. Tutto un invito alla censura, al sabotaggio, spesso da gente che sul virus misterioso ha cambiato idea le dieci, le cento volte.
Già adesso quasi tutti i programmi di discussione non si possono sentire: cinque contro uno, con il conduttore, che sarebbe l’arbitro, a pestare anche lui sull’unico dissidente, insultato, silenziato, preso in giro; ma questi hanno una curiosa idea del dibattito: a una sola voce, a una sola opinione. Che sia una farsa non gli interessa, che finiscano per predicare ai convertiti e per irritare gli indecisi, non li riguarda, oggi il giornalista non è più quello che andava oltre la versione del potere,: chi la contestava con dovizia di fatti, magari sperimentando sulla propria pelle, è un sovversivo, un cialtrone. Quelli davvero degni di fiducia sono i leccaculo, le carogne, i carrieristi senza pudore.
È il trionfo dello zelo demente: l’attuale premier Draghi, altro Supermario, ha appena lanciato una supertrovata, il supergreenpass punitivo, salutato da alcuni lacché come segue: “Sono contento perché rende la vita impossibile a chi non ce l’ha, magari finiscono per suicidarsi o almeno per ammalarsi a morte”. Ma allora come si spiega che dopo soli due giorni il governo già pensa a richiudere tutto prima di Natale? Si spiega con il sostanziale fallimento di una misura paranoica che richiede controlli da Stato totalitario che l’Italia non è in grado di assicurare. Ma se te ne accorgi sei un novax, sei poltiglia e devi sparire. Si arriva a manipolare le statistiche come i polli di Trilussa, che sono due ma uno se li pappa entrambi e l’altro muore di fame. Ma che fa? I numeri sono numeri, i numeri non mentono, poi sulla reale situazione si tira via. Sì, tira una brutta aria, non solo per la sana informazione quanto per la sanità mentale.