La chiesa si aggiorna: non desiderare il greenpass d’altri

Oggi si può scopare in beatitudine, si possono praticare tutte le varianti immaginabili, perfino desiderare la donna d'altri, a patto di sfoderare il greenpass che testimonia il vaccino in grazia d'Iddio


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Mai sottovalutare il clero: ha saputo durare duemila anni e ne durerà altri duemila minimo, non grazie al messaggio di Cristo, quello sì definitivo, ma, al contrario, travisandolo con maestria inarrivabile. Basti pensare al colpo di genio di sant’Agostino, gran peccatore e poi grande mistico, circa il peccato originale: tutti gli uomini, insegna il Padre della Chiesa, nascono peccatori, quindi anche l’imperatore, per cui l’imperatore è soggetto al papa per volere divino: gioco, partita, incontro, Carlo Magno si farà incoronare, secoli dopo, da Leone III. La Chiesa, intesa come clero, cavalca le ondate secolari, si secolarizza a sua volta, si adegua per non cambiare: per duemila anni ha insistito con l’ossessione sessuale, consapevole che il sesso essendo una pulsione naturale, risultava impossibile da dominare. Ogni peccato veniva ricondotto a quello, la gente veniva bruciata per quello, le streghe come donne sessuali, l’adulterio come peccato mortale, il “non desiderare la donna d’altri” svuotato della sua portata autentica e dilatato all’inverosimile. Ancora quaranta, trent’anni fa la confessione era, di fatto, un lungo racconto delle proprie attività erotiche, una sorta di voyeurismo crismatizzato, per duemila anni miliardi di fedeli si sono sentiti ripetere: se fornichi, vai all’inferno. Poi, quando si è accorto che non poteva più reggere con questo ricatto, che perdeva clienti, il clero ha repentinamente cambiato andazzo: oggi, se vai a confessare le tue pulsioni, il sacerdote ti guarda con aria di sufficienza, tradisce impazienza e taglia corto. Oggi i peccati infernali sono altri, sono due o tre e tutti politici: guai ad avere riserve sull’afflusso incontrollato di migranti, è odio; guai a non abbracciare la divinità parallela, il nuovo dio ambientalista, è empietà verso il genere umano, verso il mondo stesso; l’ultima frontiera è il peccato mortale contro il vax e il greenpass. “Padre, non ho ancora fatto la terza dose”. “Se non provvedi subito, vai all’inferno”. “Padre, non ho ringraziato Iddio per il greenpass”. “Fallo immediatamente, se no non salverai l’anima tua”.
Sembrano scherzi ma scherzi non sono. Un cattolicesimo del tutto relativizzato, socializzato, immerso in quello che i complottisti chiamano “nuovo ordine mondiale”, riesce sempre a trovare la quadra, sposa il diavolo del tempo con l’acqua santa del messaggio, aggiorna l’esegesi e si consegna alla nuova religione degli uomini, ai suoi comandamenti che convergono in una missione precisa: anestetizzare e poi annullare l’individuo in virtù di un equivoco senso di comunità. Ambiguo perché si risolve in collettivismo, numero, spersonalizzazione. Bisogna fare ciò che i nostri governanti, santamente, decidono per il nostro bene, bisogna pregare per il potere e riservargli un approccio fideistico, siamo alla teocrazia di Stato avallata dalle gerarchie: “Le proteste contro il greenpass sono da irresponsabili e contro il Vangelo” ha sancito la Cei, la conferenza dei vescovi. Davvero? Sì, davvero. “A fronte di tanta gente che si è dedicata al bene degli altri, non sono mancate manifestazioni di egoismo, indifferenza irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti”. Il linguaggio è pretesco, ma il significato è chiarissimo: se non ti adegui, se manifesti per la libertà sei un peccatore, anzi comprendi in te tutti i peccati del Vangelo; sei fuori dalla Chiesa, fuori dalla grazia d’Iddio, sei un maledetto e non troverai misericordia.
Torna fuori l’antica invincibile avversione della Chiesa per l’individuo, l’avversione il liberalismo, torna il Sillabo di Pio IX in versione digitale o vaccinale. Non dubitare, obbedire. Non temere, confidare. Dio, Patria e Provax. Può esistere una interpretazione difforme, si può discutere su una simile presa di posizione, tutta politica, da parte del Clero alto? No, non si può, la Chiesa ortodossa copta di Grecia ha appena scomunicato i novax e i vescovi italiani parlano, evidentemente, a nome o con l’avallo del Papa e il Papa parla in nome di Dio o, come si dice, ex cathedra anche se magari dice eresie o ingenuità sconcertanti. Poi, magari, tra cinquanta o cento anni anche questa ossessione verrà abbandonata, ma ce ne sarà subito un’altra pronta. Siamo allo storico fiancheggiamento del Clero per il regime, alla benedizione del tiranno “mandato dalla Provvidenza”, siamo al mercimonio virtuoso, al traffico di influenze, la simonia oggi riguarda sieri e QR: secondo Bassetti, non il virologo ma il cardinale che presiede la Cei, vien da credere che Cristo avrebbe distinto le pecorelle dell’umanità in provax e novax, cacciando le seconde dal tempio. Rarissimi i pontefici in favore dell’individualismo, del quale la Chiesa ha sempre offerto una interpretazione a senso unico, maliziosa, maligna: l’individuo va bene come soggetto di colpa, peccatore che deve assumersi il peso dei suoi sbagli, non come essere autonomo, preda del dubbio, capace di scartare di lato ma anche di accollarsi responsabilità personali e sociali, di operare a suo modo il bene, di creare prosperità. A memoria breve, l’unico papa col coraggio di riabilitare l’individualismo e con esso l’autonomia dallo Stato, la libera intrapresa, il diritto di proprietà, fu Wojtyla, il nemico acerrimo del comunismo in cui era nato: l’hanno giubilato e poi, pian piano, sono tornati all’ortodossia. Ratzinger, in scia a Giovanni Paolo II, era Santità elitaria, teologo difficile e tormentato, poco efficace sul piano mediatico: hanno strumentalizzato un suo discorso a Ratisbona e l’hanno fatto fuori anche per placare le escandescenze del mondo islamico radicale che minacciava una strage globale e infinita. Quindi hanno scelto un papa che proprio a quel mondo andasse bene, e Francesco si è perfettamente inserito nell’agenda globalista, europeista, gretinista e vaccinista: non si stanca di esortare al collettivismo sociale, se pronuncia la parola individuo lo fa con una smorfia che gli storce la bocca. È entusiasta di ricevere capi di Stato e financo dittatori “democratici”, si rifiuta o soffre palesemente se gli tocca intrattenersi con politici della destra liberale o conservatrice. Ma stiamo lieti, oggi si può scopare in beatitudine, si possono praticare tutte le varianti più o meno immaginabili, perfino desiderare la donna d’altri, a patto di sfoderare il greenpass che testimonia il vaccino in grazia d’Iddio.