La morale del green sapiens, genere homo del covidocene

Oggi il cittadino modello del genere green sapiens aggiunge alle virtù tradizionali di senso civico, obbedienza alle regole e accettabile moralismo borghese, valori inediti come la sana e robusta costituzione e la recente e sempre rinnovata inoculazione


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Da mesi combattiamo contro la barbarie: qualsiasi pandemia porta con sé un mutamento dei costumi, delle relazioni, delle basi della convivenza civile. I valori, di fronte alla paura della morte, cambiano di segno, si rovesciano. Ne ha parlato Boccaccio nella cornice del Decamerone, Manzoni nella sua immensa descrizione della peste. Viltà ed eroismo emergono e rifulgono, come se il terrore disegnasse netto il profilo della nostra personalità, facendo emergere dal fondo, dove tutto è confuso, chi siamo in sostanza. E già, alla fine chi siamo?

Questa è la prima pandemia dell’era internet. Il rincorrersi delle notizie, delle informazioni, la creazione di una comunicazione virtuale, tra menti-per non dire anime- ci ha posizionato in due categorie ben distinte, e, vittime di un uso terroristico e delinquenziale della notizia, siamo stati variamente criminalizzati,dileggiati, insultati. Le parole creano un immaginario, non sono mai neutre, il simbolo tende a concretarsi, per questo gli archetipi sono pericolosi. E’ cominciata così l’edificazione nell’immaginario collettivo del nuovo Golem, il NO VAX, grande Baal mangia bambini, la cui iconografia si è andata arricchendo di tutte le accuse che nel corso della storia si sono condensate sul capro espiatorio, in modo che il linciaggio apparisse moralmente giustificato, anzi, un atto sacro, fondativo di una nuova realtà

Dalle parole sono discesi i fatti; bambini esclusi da feste a meno di non esibire il marchio verde, soggetti fragili esclusi dai servizi, persone escluse dalle cure, docenti esiliati dalla scuola, sanitari lasciati senza stipendio, e. dulcis in fundo siamo arrivati alla violenza. Gente manganellata, discriminata, vilipesa. Ora si sentono proporre confinamenti sulla base dell’inoculazione, e c’è chi arriva a lanciare l’idea che ‘certa gente’ non dovrebbe neppure votare. L’ordine dei giornalisti non si è mosso, e certi pennivendoli di infima categoria, gazzettieri da mercatini dell’usato hanno avuto briglia sciolta nel dire e nel tacere. Il ministro della propaganda nazista Goebbels sarebbe fiero di molte testate italiane, come respirerebbe a pieni polmoni quest’aria colma di odio, il virus più contagioso che sia mai esistito.Capace di distruggere famiglie, comunità, l’umanità stessa.

L’ultimo episodio di tanta spietatezza narra di una donna lasciata da sola, di notte, in una stazione lontana centinaia di chilometri dalla propria abitazione, perchè il suo lasciapassare era scaduto da qualche ora. Eh, le regole vanno rispettate, blaterano i commentatori improvvisatisi custodi del diritto e della morale. E che, volevi che ci andasse di mezzo lui, il controllore?

A chi invoca le norme e le regole continuo a proporre il detto evangelico, del sabato fatto per l’uomo e non viceversa, e il fatto innegabile che giustizia e legalità non coincidono, anzi è raro che ciò accada. Che ognuno deve pur guardarsi allo specchio ogni mattina ed esser fiero di sé stesso. Ma, obietterete, la scala dei valori dipende dalla persona. Quindi non ci sono principi irrinunciabili, non negoziabili, sottratti a determinazioni spazio-temporali? Siamo forse arrivati al relativismo più assoluto, che fa perno su un nuovo concetto di umanità, quella marchiata e certificata? C’è stata forse una nuova speciazione, è nato un altro genere homo, il green sapiens, del covidocene, visto che questo virus è talmente perfetto da riproporsi ogni anno a nuove ondate sotto altra sigla e variante, come nelle sfilate di moda autunno inverno, un capo intramontabile, sempre pronto all’uso del potere?

Quelli che hanno buttato giù dal treno una donna di notte, senza accertarsi che avesse un ricovero o denaro sufficiente a pagarselo, quale norma hanno rispettato? Quale idea di uomo?Più realisti del re, hanno deciso che alla scadenza di una tessera, veniva a scadere anche il suo valore di essere umano, il suo diritto a essere tutelata, protetta, che la sua sicurezza in quel momento era da intendere solo in senso burocratico normativo. Ma a sé stessi, costoro, cosa hanno raccontato? C’è ancora un sé stessi a cui raccontare qualcosa o coincide ormai con la coscienza collettiva e collettivizzante preconfezionata dal regime e propagata dai suoi scagnozzi? Si sarà detto, quel controllore, che quella che scaricava non era un cartoccio di carta, non un rifiuto, ma una donna che chiedeva di non essere esposta?

Così il medico che rifiuta l’accesso a un paziente, o una prestazione a un fragile, a chi sente di dover rendere conto? Allo Stato? O a un sistema di valori senza i quali questa non è, nè può essere, una vita?

C’è chi invoca che si salvino i naufraghi (giustissimo) ma getterebbe da un battello il presunto untore, e si proclama antifascista quando gongola davanti allo squadrismo più nero e violento, quello che infierisce anche sulle donne e i bambini.

Insomma il non vaccinato dopo 48 ore può essere esposto a qualsiasi destino venga sorteggiato dalla ruota del caso, senza che nessuno alzi un dito. E i giornali sono pronti a irrorare il terreno della discordia, della divisione, con getti di fango pregno dei germi dell’odio, fertili di mostruose livide escrescenze, le cui ramificazioni strangolano ogni voce divergente: sta accadendo a Barbero in queste ultime ore, è accaduto a tanti nei mesi scorsi. E, non paghi, volgono fulminei i loro denti di idra dalle cento teste contro la vittima di turno, oggi la docente non vaccinata, ma tamponata e dotata di green pass, cui viene attribuita la responsabilità di un focolaio in una scuola.

Insomma oggi il cittadino modello del genere green sapiens aggiunge alle virtù tradizionali di senso civico, obbedienza alle regole e accettabile moralismo borghese (di facciata perchè l’ipocrisia è l’ultimo omaggio che la malvagità concede alla virtù), valori inediti come la sana e robusta costituzione e la recente e sempre rinnovata inoculazione, perchè la propria anima sia sempre innocente e egosostenibile.

Ecco perchè i portuali di Trieste, di Genova hanno trovato tanto consenso e sollevato vere e proprie ondate di amore: nelle loro parole risuonava e riappariva finalmente qualcosa di umano, che nelle altre categorie, quelle che hanno tranquillamente accettato che il collega, il compagno, il collaboratore, perdesse il posto, lo stipendio, venisse radiato, multato, sanzionato, non aveva osato fiatare, se mai c’era stato, ossia l’abbraccio fraterno, la solidarietà, l’umanità. Gente semplice ha detto: tu sei me e io sono te. L’esperienza non ci ha reso migliori, nonostante i molti, moltissimi, ancora capaci di scandalizzarsi, indignarsi, fare appello alla nostra umanità profonda. Ma lo scandalo non innesca ancora quel rifiuto netto, deciso, di tutto un popolo contro l’annientamento di quei valori che migliaia anni di storia hanno edificato, ma che basta un refolo di terrore a cancellare