Testo de I Bei Momenti di Gianluca Grignani, un ritorno al rock generazionale

Gianluca Grignani accarezza rock e blues per una sana dose di sarcasmo rock. Ecco il testo de I Bei Momenti

i bei momenti di gianluca grignani

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I Bei Momenti di Gianluca Grignani è probabilmente la traccia che mancava in quel capolavoro che è La Fabbrica Di Plastica (1996), che ancora oggi pochi apprezzano. Il problema non è il rock – e Vasco ci insegna che il rock può essere universale e alla portata di tutti – ma il carisma di Gianluca, che con Destinazione Paradiso (1995) aveva illuso un pubblico preso dalla pancia e dagli ormoni, ma il vero disilluso era proprio lui. Ecco, quindi, che quel disincanto era diventato La Fabbrica Di Plastica, perla rara del rock italiano degli anni ’90 e sfogo giovanile di un artista che non voleva piegarsi al mainstream e alle logiche commerciali.

Oggi Gianluca Grignani è un veterano, un artista completo che ha firmato ballate memorabili (Speciale, ad esempio) e tormentoni (L’Aiuola) ma che sceglie di ritornare alla sua passione per il rock. Ne I Bei Momenti il cantautore preme nuovamente il distorsore, si muove tra flam di batteria e noise-gate, usa l’LFO per spezzettare i suoni e diffonderli nel tempo e si abbandona in liriche ora frenetiche e ora lineari. Nel suo messaggio c’è uno scontro generazionale, lo sfottò alla società contemporanea ma anche una fotografia della scena musicale negli occhi di chi ha vissuto pienamente gli ultimi 30 anni della canzone italiana.

C’è il rock, c’è il blues, ci sono i riff e gli stop, contaminazioni che già avevamo apprezzato ne La Fabbrica Di Plastica che oggi, ne I Bei Momenti di Gianluca Grignani, trovano maturazione. Ci fa capire, il cantautore milanese, che quella voglia di ribellione e anticonformismo non l’ha mai abbandonato.

L’ultimo album di Gianluca Grignani è A Volte Esagero (2014) e l’ultimo inedito pubblicato è Non Dirò Il Tuo Nome, uscito nel 2020. DI seguito il testo de I Bei Momenti, un ritorno al rock nel contenitore di un artista maturo e consapevole.

Testo

Città di carne, boschi di cartone
questa musica non ha più un nome
ma non sembra di correre all’indietro anche a te
io, che ca**o vuoi, faccio quel che posso dalle otto alle sei
e poi, neanche lei, sembra mi capisca più dai trenta in poi
e se i bei momenti fossero di più
e se i miei pensieri li sentissi almeno tu

e se da domani qualcuno sposasse una suora… e allora? tu ami di più
un altro capo ed altre scuse ho avuto
altro che famiglia, altro che mutuo
e consumi le tue scarpe nei bar che non han porte…
e ti senti più forte
ma la sorte è che ti sei venduto
anche la chitarra che gridava aiuto
con lei davi battaglia
tra gli amici una birra ed una paglia
e se i bei momenti fossero di più
ma la paranoia è solo un poker contro un full

E se poi davvero ancora ti stupisse qualcosa… e allora
ah vita, io non ti ho mai tradita
forse non ti ho capita
fossi una donna almeno… che scemo!
dimmi perché con me, perché con me, perché?

E se i bei momenti fossero di più
e se i miei pensieri li capissi almeno tu
e se da domani qualcuno sposasse una suora… e allora?
e c’è chi si è scritto addosso
sangue nero fino all’osso
ricorda di volerti bene!

E se i bei momenti fossero di più
ma la paranoia è solo un poker contro un full
e se i bei momenti non ritornan più
ma la paranoia è solo un poker contro un full
e se i bei momenti non ritornan più
come i bei ricordi sono solo un deja vù
e se i bei momenti fossero di più
e se i miei pensieri li sentissi almeno tu
perché credo ancora ma mi stupisce soltanto chi osa
e allora tu ami di più
e ancora tu ami di più

Questo è il blues, il blues dei bei momenti
sembra rido ma in fondo stringo i denti
e se da domani cambiasse qualcosa… e allora?