Max Allegri ha deciso di rinunciare a Dybala, Cuadrado, Bentancur, Danilo e Alex Sandro. A meno di clamorosi ma improbabili ripensamenti Allegri lascerà a casa tutti i tesserati bianconeri sudamericani reduci dagli impegni oltre oceano di questa settimana.
Allegri non usa mezzi termini per giustificare la sua clamorosa decisione. Dybala e compagni – sostiene Allegri – arriveranno in Italia a poche ore dal match contro il Napoli. Troppo rischioso mandarli in campo al Diego Armando Maradona (leggi di più).
In sostanza la Juventus di Allegri, attesa martedì al debutto in Champions League, arriverà a Napoli in piena emergenza. E potrebbe esser costretta a schierare nel corso della gara persino dei ragazzini delle formazioni giovanili. Allegri si dichiara fiducioso e non accampa scuse: la Juventus disputerà contro il Napoli una grandissima partita.
Anche il Napoli, come tutti i club di vertice, paga un dazio pesante agli impegni internazionali dei propri big. Tra ritorni in sede solo alla vigilia della gara ed acciacchi più o meno gravi anche mister Spalletti non ha certo potuto preparare al meglio la sfida che potrebbe consentire al Napoli di volare a più otto in classifica. Addirittura mister Spalletti, a causa dell’infortunio di Meret, sarà costretto a mandare in campo il portiere Ospina che arriverà a Napoli a poche ore dal fischio iniziale della sfida.
Nessuno dei due allenatori accampa scuse. Ma di certo Napoli Juventus non sarà regolare. Mister Allegri e Mister Spalletti non hanno avuto la possibilità di preparare al meglio una delle partite più attese del campionato. E non soltanto dai tifosi delle due squadre. Napoli Juve è partita di cartello come Juve Roma o il derby Milan Inter. Cattura l’attenzione della platea nazionale ed internazionale. E’, o meglio dovrebbe essere, uno spot per tutto il calcio italiano.
Ed invece un calendario assurdo e congestionato l’ha privata di alcuni protagonisti importantissimi. La Juventus con o senza Dybala non è la stessa cosa. Chi ha pagato il biglietto ha diritto ad ammirare le giocate dell’argentino. Così come di vedere tra i pali azzurri un portiere in piena forma e non debilitato da un viaggio notturno intercontinentale. Da tempo De Laurentiis tuona contro questa follia e minaccia di non consentire agli atleti del Napoli di rispondere alla chiamata delle Nazionali.
Questo calendario pletorico mette a repentaglio la salute degli atleti, compromette lo spettacolo, lede il diritto dello spettatore, inficia la regolarità del torneo. Un vero e proprio disastro che non riguarda, ovviamente, soltanto Allegri e Spalletti ma che investe tutti gli addetti ai lavori ed appassionati. Un biglietto in curva al Diego Armando Maradona costa cinquanta euro. Spendere questi soldi per delle squadra ampiamente rimaneggiate ha il beffardo sapore di una truffa.
Il calcio moderno ha stravolto completamente quella che era la bellezza di questo sport. Un numero di gare infinito che gli atleti sono chiamati a disputare che mette a rischio la loro salute perdendone in spettacolo. Napoli-Juve, si sa, non rappresenta semplicemente una gara valevole per il terzo turno di campionato, ma viene considerata LA PARTITA che tutti, soprattutto i tifosi partenopei, aspettano con ansia. Un match che quest’anno va a concidere, purtroppo, con il primo in serie A dopo le Nazionali, con tutte le conseguenze che ne sono scaturite: infortuni, jet lag, stanchezza ecc. A chi ha fatto i calendari va sicuramente imputata la colpa di aver commesso uno scempio a livello mondiale: basta considerare che in Spagna il match Siviglia-Barcellona è stato rinviato perché i calciatori sudamericani non sarebbero arrivati in tempo utile. Ora, anche in Italia c’è chi auspicava un rinvio di Napoli-Juve ma, oggettivamente, considerando i prossimi impegni anche in Coppa delle due compagini, si tratterebbe solo di rimandare il problema. Si spera che dalla prossima stagione ci si ponga un punto di domanda e soprattutto si facciano i calendari con coscienza, magari diminuendo il numero di partite in qualche competizione!
Il calcio purtroppo non è più credibile perché il governo del calcio non è interessato al regolare svolgimento dei tornei ma soltanto al business. Il punto è che in questo modo hanno portato le società sull’orlo del fallimento.