Il Napoli si gode il meritato primato solitario. La formazione azzurra travolge l’Udinese a suon di reti e spettacolo. Alla Dacia Arena nasce lo Spallettismo. La firma di Spalletti sul primato è evidente. Lo Spallettismo è ormai una realtà fatta di consapevolezza, determinazione, impegno solidale per raggiunge il risultato.
Dopo la rivoluzione sarrista smarrita in albergo , nè Gattuso e tampoco Ancelotti hanno saputo imprimere un segno fortissimo sulla squadra e tra i tifosi. Gattuso è annegato nel veleno che invocava dalla squadra, il re di coppa si è smarritto, lo Spallettismo può dunque raccogliere migliorandola l’eredità del Sarrismo.
Quali sono le caratteristiche essenziali del gioco di Spalletti e dunque dello Spallettismo? In primo luogo il lavoro mentale su di una “squadra forte che talvolta si dimentica di esserlo” come proprio Spalletti dichiarò nel corso della sua prima conferenza stampa. Un deficit storico degli azzurri quello che lo Spallettismo si propone di colmare: venire meno nei momenti topici delle sfide decisive come nella maledetta notte di Napoli Verona 1 a 1.
Lo Spallettismo si propone anche di valorizzare al meglio il potenziale di ogni atleta senza stravolgimenti ed invenzioni bizzarre. Lo Spallettismo mette inoltre in campo numerose e cangianti soluzioni tecnico-tattiche al punto che quasi la metà dei giocatori della rosa sono andati già a bersaglio. C’è poi nello Spallettismo anche un’importante componente estetica sia nell’esaltazione della cifra individuale che degli schemi di gioco. Lo Spallettismo è anche abilità nella gestione dei rapporti con il patron De Laurentiis che ha il merito di aver conservato i pezzi pregiati e con alcuni big come Insigne e KK. Ieri sera il Napoli ha meritato la standing ovation di tutti gli appassionati di calcio salvo che per pochi imbecilli dementi con i loro cori razziali che speriamo siano puniti.
Benvenuto Spallettismo, addio Sarrismo? TRoppo presto per dirlo. Saranno il campo e le vittorie a fare la differenza. Ma se il buongiorno si vede dal mattino con la Juve a meno dieci dopo quattro giornate….. Saprà Spalletti conservare questo vantaggio che Sarri si fece rosicchiare nella stagione 2015-2016?
La storia, abbastanza recente, del Napoli ha ormai insegnato ai tifosi a non dare nulla per scontato e a cercare di “volare basso”, anche se d’istinto qualche volta verrebbe il desiderio di credere che i sogni possano diventare realtà. Nel 2013 gli azzurri di Benitez furono eliminati dalla Champions pur avendo collezionato 12 punti nel girone. Assurdo uscire a punteggio pieno…eppure accadde! Nel campionato 2016/17 il Napoli di Sarri non vinse lo scudetto, quando qualsiasi squadra a 91 punti lo vince, ma quell’anno la Juve riuscì a realizzarne ben 95! Nel campionato scorso i partenopei non hanno agguantato la zona Champions pur avendo 77 punti quando negli anni addietro è riuscito a rientrarci anche chi ne aveva 67! In questa nuova stagione con il nuovo allenatore, il Napoli è partito bene e sembra aver acquisito gioco e mentalità, ma i più ricorderanno che in termini di risultati anche il team di Gattuso le prime 4 partite, 3 di campionato, senza contare Juve-Napoli che fu recuperata in seguito e 1 di Champions le vinse. Tutto ciò prima che si verificassero problemi di infortuni e Covid nella rosa che hanno gravato molto sul girone di andata. Ora, sulla base di quanto detto, occorre sicuramente fare i complimenti al ct azzurro per i risultati ottenuti finora, ma soprattutto è doveroso incrociare le dita e sperare che tutte le congiunzioni astrali possano, insieme al buon gioco, unirsi per mettere in bacheca qualche trofeo.