Nuova privacy WhatsApp denunciata alla Commissione europea

Decisiva mossa da parte delle associazioni di consumatori di tutta Europa

nuovi termini privacy WhatsApp

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Forse con un po’ di ritardo ma la nuova privacy WhatsApp con tutti i suoi rinnovati termini di utilizzo è stata finalmente denunciata dall’Organizzazione europea dei consumatori Beuc che riunisce le varie organizzazioni di tutela dei cittadini e utenti di servizi (la rappresentanza italiana spetta ad Altroconsumo). L’accusa di poca trasparenza è stata spedita all’indirizzo della Commissione europea che ora non potrà fare a meno esaminare la spinosa questione.

Secondo le associazioni di consumatori riunite l’invito all’accettazione della nuova privacy WhatsApp ha sviluppato delle inaudite pressioni ai danni dei cittadini. I nuovi termini di utilizzo del servizio di messaggistica, in molti casi, neanche sono stati compresi del tutto e comunque non sono da ritenersi abbastanza trasparenti per la tutela dell’utenza finale.

Beuc ricorda come la vicenda intorno alla nuova privacy WhatsApp sia nata a gennaio 2021, ossia quando gli utenti hanno ricevuto (per la prima volta) la comunicazione del cambio dei termini di servizio. Alle proteste serrate della gran parte degli utenti per la condivisione di informazioni tra WhatsApp appunto e Facebook ma soltanto dopo espressa autorizzazione ha fatto seguito la decisione di posticipare il cambiamento fino a maggio. Proprio in primavere dunque in molti hanno infine accettato i nuovi termini ma con rammarico, per la minaccia (neanche tanto velate) della stessa WhatsApp di disattivare gli account dei non aderenti alle nuove norme. Per quest’ultimo aspetto, sembra ora invece che il servizio di messaggistica si stia prendendo del tempo e la cosa ha ulteriormente infastidito le associazioni a tutela dei cittadini.

Senza mezzi termini, la nuova privacy WhatsApp ha violato il diritto dei consumatori dell’Ue, in quanto non sono state utilizzate condizioni contrattuali e comunicazioni commerciali chiare e trasparenti. La particolare pratica è già sotto esame del commissario di Amburgo in Germania, ora vedremo cosa succederà con l’ultima denuncia alla Commissione europea e quali saranno i suoi provvedimenti.