Il finale di The Handmaid’s Tale 4 perde (per ora) un volto storico: cosa vorrà dire quella scena per la stagione 5?

Nel finale di The Handmaid's Tale 4 addio a un personaggio storico, con una scena che cambia tutto per il futuro della serie


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Rispetto ai precedenti il finale di The Handmaid’s Tale 4 è stato caratterizzato da un’inusitata violenza, quasi al pari dell’inizio di questa controversa stagione (qui la nostra recensione), e ha detto addio ad un volto storico della serie aprendo nuovi scenari inquietanti.

Attenzione spoiler!

L’intero finale di The Handmaid’s Tale 4 è incentrato sulla sete di giustizia di June, provata dalla notizia che il suo ex Comandante Fred sarà liberato perché ha iniziato a collaborare con le autorità canadesi e internazionali rivelando segreti su governo di Gilead. Nell’episodio 10 June farà di tutto per evitare questo epilogo ingiusto, renderà una nuova testimonianza alquanto inutile ai fini del processo a Waterford, ma soprattutto orchestrerà la consegna del Comandante ai suoi ex sodali di Gilead, negoziando uno scambio con 20 donne schiave del regime in cambio del ritorno di Fred. Alla fine però, complice Nick che la aiuterà a vendicarsi nel modo più atroce, Fred Waterford non farà ritorno a Gilead, ma al confine tra Stati Uniti e Canada si ritroverà rincorso nel bosco da June e un gruppo di ex ancelle in cerca di riscatto. “Voglio che sia spaventato a morte come me in quel bosco quando mi hanno preso Hannah” è il desiderio della Osborne. E la sua vendetta avviene esattamente così, con Waterford inseguito e aggredito dalle sue vittime, le ancelle rifugiate in Canada, fino a morire barbaramente nelle loro mani.

Il finale di The Handmaid’s Tale 4 termina con due immagini potentissime: mentre June torna a casa con le mani e il viso ancora sanguinanti, culla sua figlia Nichole mentre Luke realizza cosa ha fatto e quanto questo potrebbe costarle; contemporaneamente il corpo senza testa di Fred appare appeso a un muro, nel classico stile delle repressioni di Gilead, su cui campeggia la frase simbolo della serie “Nolite te bastardes carburondorum” (“Non permettere che i bastardi ti annientino“), trovata da June incisa nell’armadio di casa Waterford.

Il finale di The Handmaid’s Tale 4 perde dunque un volto storico della serie, uno dei suoi protagonisti sin dalla prima stagione: mentre Serena attendeva la sua liberazione per poter crescere, non senza riserve, il loro figlio, Fred è finito appeso al muro come June aveva auspicato apertamente anche di fronte a suo marito. Ma l’attore Joseph Fiennes apparirà ancora in futuro nei flashback della serie, molto presenti in generale nella struttura narrativa della serie e in particolare in questo finale di stagione.

Lo showrunner Bruce Miller ha assicurato che il finale di The Handmaid’s Tale 4 non sarà l’ultima volta per Finnes nello show: parlando a The Hollywood Reporter, ha confermato che sarà sempre possibile esplorare il passato di Waterford come ideatore di Gilead e Comandante, come già avvenuto più volte finora.

Penso che le storie di Serena e Fred che non abbiamo mai visto prima, anche all’inizio di Gilead, siano affascinanti. Nel finale, rivediamo Fred e June e cosa è successo nella casa di Waterford nei flashback. Non toglierei mai di mezzo queste cose. Adoro il fatto che possiamo accedere a quelle cose in cui lo spettatore e June sono sulla stessa lunghezza d’onda e ripensano alle stesse cose. Prima, c’erano molti flashback in cui June si isolava per ricordare Hannah. Ma ora siamo con lei. Quando cammina per vedere Fred e si ricorda di essere andata alla cerimonia, è un ricordo anche per noi. Non sei solo indotto da lei, stai camminando con lei in quell’esperienza.

Già gli episodi precedenti il finale di The Handmaid’s Tale 4 avevano confuso i piani della giustizia e della vendetta mostrando la sete di rivalsa di June, la sua elaborazione del trauma inscindibile dal desiderio di infliggere ai suoi abusatori la stessa sofferenza che ha vissuto a Gilead. Un percorso passato dall’augurio di perdere suo figlio rivolto a Serena e dall’incitamento delle sue amiche ancelle a sfogare la loro rabbia contro chi le ha schiavizzate, fino alla soluzione finale, la necessità di vedere Fred appeso a un muro come tante delle vittime del regime, dopo averlo visto terrorizzato a morte. La scelta di una vendetta così terribile è giustificata da Miller come un momento catartico necessario, sebbene ciò non libererà June dal suo dolore, anzi: la protagonista sa che probabilmente pagherà quel gesto, al punto da stringere la sua bambina come a volerla salutare, dicendo a Luke “dammi cinque minuti e vado via“.

Miller giustifica questo finale di The Handmaid’s Tale 4 così atroce sottolineando anche come serva ad aprire un nuovo capitolo nella stagione 5: ora June ha ottenuto la sua vendetta – e il suo desiderio di restituire violenza è tutto sommato comprensibile ricordando gli abusi e i crimini subiti – ma dovrà fare i conti con quello che ha fatto.

Penso che sia una catarsi incredibile. È un tipo di giustizia molto brutto, ma è giustizia e per questo ti fa sentire bene. È quello che Fred si meritava. A causa del modo in cui trattava queste persone, meritava di essere ucciso in qualunque modo la loro rabbia le inducesse a farlo. Penso che sia giustizia, ma questo non lo rende meno pesante per June. Andando avanti, June fa questa cosa per cui tutti hanno tifato e ottiene la sua vendetta, ma poi sente… cosa? Come qualcuno che ha fatto a pezzi il corpo di un uomo volutamente? Non è stata costretta a farlo. Quindi penso che sia molto interessante. Vuoi che la fine della stagione sia la fine di una storia davvero interessante e l’inizio di un’altra storia davvero interessante, ma non così tanto da essere frustrato per non poter iniziare la prossima storia. Per me, è così che si sente June. Pensava che si sarebbe sentita in un certo modo, ma non è così. “Mi sento completamente capovolto, sottosopra. Come una madre terribile, un essere umano terribile, qualcuno che non ha niente da offrire a mio marito”. Lei sente tutte quelle cose. Eppure, ha ottenuto ciò che ha sempre desiderato, quindi come funziona?

Miller conferma anche che la scena clou del finale di The Handmaid’s Tale 4 in realtà è un’altra: sebbene l’immagine più potente sia quella di Waterford decapitato, il momento cruciale dell’episodio è quello in cui June decide di non poter lasciar perdere, nonostante pensi che “da madre” sarebbe tenuta ad abbandonare i desideri di vendetta. Si tratta della scena, interpretata magistralmente da Moss e Finnes, in cui June e Fred si rivedono in carcere e lei realizza che – in fondo – il suo aguzzino sapeva perfettamente cosa le stesse infliggendo e ne era perfino dispiaciuto. Questa consapevolezza del male deliberatamente perpetrato ai suoi danni e a quello di tutte le altre donne è la molla che fa scattare June, che non potrà accettare la libertà di Fred, perché nessuna indulgenza è possibile nei confronti di chi ha volutamente e scientemente schiavizzato, stuprato, annientato psicologicamente un altro essere umano.

Quella scena del finale di The Handmaid’s Tale 4 è potentissima per scrittura ed interpretazione: Miller conferma che è il chiodo definitivo sulla tomba di Fred, il confronto che spinge June a dire “lo appenderò al fottuto muro“.

È stato un grande momento. Abbiamo fatto un sacco di ricerche, specialmente con persone che hanno vissuto situazioni di stupro sistematico, misoginia sistematica e abuso sistematico. (…) Sentire qualcuno dire: “Sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato per tutto il tempo” è la cosa peggiore, ti avvelena. Penso che in quella scena, è lì che scatta la molla in June (…) è una donna libera che prende questa decisione (…) Ma una donna libera prende una decisione libera e questo rende le cose ancora peggiori.

Il finale di The Handmaid’s Tale 4 apre molti scenari, sia per June che per Serena: da un lato la Osborne è una rifugiata che ha commesso un orribile crimine, potrebbe “finire in prigione” o restare liberà perché “nessuno lo saprà“, spiega Miller, ma potrebbe anche rovinare la lotta della Resistenza contro Gilead, perché Fred appeso al muro può essere “un’immagine gigante e d’ispirazione, o un’immagine che infanga le Ancelle“. Allo stesso tempo il personaggio di Serena, incinta e vedova, potrebbe acquistare in “simpatia” oppure finire travolta da “una rabbia inspiegabile” o ancora conquistare un nuovo “livello di libertà“. Sono tante, dunque, le opzioni sul tavolo per la stagione 5, già rinnovata da Hulu. Di sicuro questa stagione ha rivoluzionato la natura della serie, portando la lotta per i diritti delle donne su un piano sempre più brutale in cui le vittime diventano a loro volta carnefici. Quella scena finale terribile con Fred decapitato fa da contraltare all’immagine di June con sua figlia in braccio: “La fine parla di quanto sia meraviglioso e terribile al tempo stesso. Andando avanti, quell’immagine di Fred è ciò che June vedrà ogni volta che chiuderà gli occhi“.