Qualche decina di metri che possono cambiare la storia, perlomeno del trasporto su rotaia. Una vera e propria rivoluzione dal punto di vista ambientale: stiamo parlando della tramvia di Firenze che ha fatto il suo primo viaggio a batteria. Una novità targata Hitachi Rail, che si è occupata di realizzare questa grande innovazione, che in Italia non ha eguali.
Nel corso degli ultimi tempi non dobbiamo stupirci più di nulla, data la pazzesca evoluzione tecnologica che sta rivoluzionando un gran numero di settori. Basti pensare alla sicurezza sul web, che sta facendo dei passi da gigante inimmaginabili fino a qualche tempo fa, anche grazie alla possibilità di usare delle reti VPN 100% gratis per aumentare la sicurezza, proteggendo la comunicazione dei dati degli utenti in modo impeccabile, a patto, però, di scegliere solo i servizi più affidabili, che spesso sono previsti a pagamento.
Il tragitto e i primi risultati
In realtà, il tragitto del primo tram che viaggia a batteria è stato particolare breve. Il tram, che è stato denominato Sirio, ha messo giù il pantografo alla fermata Stazione-Alamanni ed è giunto fino alla fermata della Fortezza da Basso.
Una soluzione davvero interessante, che è già stata impiegata non solo sulla linea T1, ma anche su quella T2, che deriva dal genio di Hitachi Rail. L’obiettivo è quello di cominciare a viaggiare senza utilizzare l’alimentazione da catenaria: dopo tante chiacchiere, ma soprattutto dopo un gran numero di test in laboratorio e, in modo particolare, quelli svolti all’interno del deposito di Gest, è arrivato finalmente l’impatto con la prova pratica.
Sfruttando la consueta e classica alimentazione, il tram, nella sua versione modificata a batterie, è giunto fino alla fermata Stazione-Alamanni, da cui, alle 21:30, tenendo il pantografo abbassato, sfruttando questo nuovo tipo di alimentazione, è arrivato fino alla Stazione – Valfonda e poi alla Fortezza. Perché un test in questo orario? Semplice, dato che serviva portare a termine la prova prima che scattasse il coprifuoco legato all’emergenza Coronavirus e, al tempo stesso, era fondamentale accertarsi che non ci fossero conseguenze o problematiche sul normale servizio del tram che, in quella determinata fascia oraria, arriva ogni 12 minuti.
Un progetto ambizioso
Il fatto che questi primi test siano andati molto bene deve far ben sperare, sottolineando come la svolta verso la rimozione dei pali da piazza della Stazione sia davvero vicinissima. Non c’è dubbio che i tram a batteria abbiano tutte le carte in regola per apportare una rivoluzione sotto tutti gli aspetti su un servizio che si muove solo ed esclusivamente all’interno dei confini cittadini.
L’obiettivo, come si può facilmente intuire, è quello di rendere il trasporto pubblico, in modo particolare all’interno dei centri storici, sempre meno in grado di impattare dal punto di vista ambientale, aumentando al contempo il grado di sostenibilità. Non è affatto casuale, infatti, la scelta di sostenere un progetto per la tratta di Bagno a Ripoli con oltre due chilometri e mezzo senza i pali. I nuovi tram, di conseguenza, potranno contare su un doppio sistema di alimentazione, garantito sia dalla linea area che dalle batterie.
Questo test legato al tram a batteria, che è diventato realtà grazie alla collaborazione tra il Comune di Firenze, Hitachi Rail e Gest, si può considerare una soluzione che mira non solo a raggiungere nuovi obiettivi a livello ambientale, ma al contempo vuole favorire il più possibile anche i passeggi sotto il profilo internazionale. Quello del test è stato un momento decisamente importante, a cui hanno presenziato sia il Dindaco Dario Nardella che il Sindaco di Scandicci Sandro Fallani, senza dimenticare come c’era anche l’assessore alla mobilità Giorgetti, l’amministratore delegato di GEST e l’Head of Sales and Projects Italy di Hitachi Rail.