Notizie Dal Mondo, il primo western di Tom Hanks conferma la vitalità del genere americano per eccellenza

Dal 10 febbraio su Netflix il film di Paul Greengrass in cui Hanks è un ex capitano sudista che riporta a casa un'orfana rapita anni prima dagli indiani e cresciuta come una di loro. Un racconto costuito come un'allegoria del paese di oggi

Notizie Dal Mondo

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La prima cosa che viene da pensare guardando Notizie Dal Mondo, il western diretto da Paul Greengrass da oggi su Netflix, è che questo film costituisce un ulteriore tassello nel processo di identificazione di Tom Hanks con James Stewart (ne parlammo già qui). Come il più versatile degli attori della Hollywood classica fece sensazione per la sua trasformazione nel secondo dopoguerra in cowboy – ruolo apparentemente a lui lontanissimo – in un pugno di autentici capolavori firmati da Anthony Mann (e anche con John Ford e Delmer Daves), così colpisce la capacità di Tom Hanks di immedesimarsi con naturalezza nel genere americano per definizione, dimostrando lo stesso eclettismo del suo predecessore, sorretto da uno stile recitativo esemplare per l’asciuttezza quasi classica, che non sente mai il bisogno di rimarcare il proprio talento attraverso i pezzi di bravura cui indulgono altri pur straordinari attori.

L’altra considerazione che vien da fare a proposito di Notizie dal Mondo poi, è che deprime essere costretti a guardare questo film a casa invece che al cinema. Se c’è un genere quintessenzialmente cinematografico quello è il western, che è prima di tutto un discorso sullo spazio – e Paul Greengrass, regista della serie d’azione di Jason Bourne, ma anche di film più complessi sull’11 settembre e il caso Breivik, non manca di ricordarcelo in inquadrature ariose e monumentali. Spazio che, inscatolato nello schermo di casa, rischia di morire per asfissia e perdere molta della sua sostanza.

Notizie Dal Mondo, scritto dallo stesso Greengrass con Luke Davies a partire dal romanzo omonimo di Paulette Jiles, è ambientato nel 1870, cinque anni dopo la fine della guerra di secessione, combattuta dalla parte dei sudisti dal capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks). Ex tipografo, si è adattato a vivere svolgendo un ben curioso e poco redditizio mestiere: va di paese in paese leggendo agli abitanti le notizie dei quotidiani, storie buffe, a volte drammatiche, sempre, dice lui, con lo scopo di offrire alla gente una parentesi alle terribili fatiche del quotidiano. Non sempre va tutto liscio: come quando, a un uditorio del Texas, racconta del progetto di abolizione della schiavitù, scatenando un putiferio al grido, inequivocabile nel suo rimando all’oggi, di “Texas First”.

Durante un trasferimento, Kidd s’imbatte in Johanna (Helena Zengel), bambina di dieci anni rimasta sola dopo che l’uomo di colore che la stava riportando dalla famiglia per conto dell’autorità federale è stato impiccato per odio razziale. La ragazzina era stata rapita sei anni prima dagli indiani Kiowa, che le avevano sterminato la famiglia di origini tedesche, allevandola come una di loro (infatti non parla una parola d’inglese). Il capitano vorrebbe consegnarla all’esercito. Ma a nessuno sembra importare di Johanna, così lui capisce che dovrà accompagnarla dai suoi zii in una lunga trasferta su un carretto malfermo.

A partire da un motivo che ricorda Sentieri Selvaggi (pare persino di riconoscere una rispettosa inquadratura-citazione del capolavoro fordiano), Notizie Dal Mondo punta sulla naturale forza mitopoietica del western e sul tema del viaggio per costruire un’allegoria che parla all’America di oggi. Kidd e Johanna sono due anime sradicate. Lui, non si capisce bene perché, a cinque anni dal termine del conflitto non è ancora tornato a San Antonio dove, pure, ci sarebbe una moglie ad attenderlo. Lei, come dice a un certo punto il capitano, “è orfana due volte”, “qualcosa che sta nel mezzo”, gravata dal fardello d’una identità divisa, tedesca, americana, indiana. Il capitano sa di doverla riportare a casa: ma quale sia la casa della bambina è la domanda cui cerca di dare una risposta il film.

Notizie Dal Mondo descrive un uomo che, perduta la guerra, ha saputo accettare il cambiamento, non fossilizzato sul passato e il risentimento ma aperto al presente e a quel presentimento di futuro che è nelle notizie che reca attraverso l’America. A lui e Johanna lungo la strada si manifestano le immagini esemplari di un paese pieno di contraddizioni e conflitti manifesti, con le rimostranze dei nostalgici schiavisti e strane comunità in cui un padre padrone “editore, uomo d’affari e legislatore” impone il diritto del più forte a scapito della giustizia.

È chiaro nel film il bisogno di richiamare il principio d’una nuova unità inclusiva, in cui le varie anime del paese, le tante etnie, le donne e gli uomini riescano a trovare tra loro una sintesi e una coesistenza pacifica. Una sintesi idealmente rappresentata dalle figure del cerchio e della retta di cui, con i mezzi della loro stentata possibilità di comunicazione, parlano Johanna e il capitano. Lei, richiamando nel legame tra cielo e terra lo spirito circolare e panteista della sua cultura indiana, lui riferendosi all’immagine della retta che guarda in avanti del credo progressista e pragmatico a stelle e strisce. Dove però, ammonisce lei, “per andare avanti bisogna prima ricordare”. E il ricordo è quello del dolore, delle sofferenze causate e subite. Ed è perciò anche quello della comunità indiana cancellata dalla storia ufficiale del paese. Infatti i pochi nativi americani del film compaiono come un’allucinazione, come fantasmi benefici, quasi invisibili nel mezzo di una tempesta di sabbia che è metafora dello smarrimento morale di una nazione alla ricerca di nuovi pilastri su cui riedificarsi dopo la lunga lotta fratricida.

Notizie Dal Mondo sconta qualche ingenuità, con alcuni dialoghi e passaggi troppo esemplari e didascalici. Allo stesso tempo indovina piccole metafore illuminanti, come quando dei bossoli vengono riempiti con delle monete e trasformati in proiettili letali (insomma, è il denaro la vera minaccia). E se pure dopo pochi minuti è facile prevedere dove andrà a parare la storia, è bello perdersi nella messinscena calibrata d’un western che parla alla nostra intelligenza e ai nostri sentimenti, che sa accogliere una commozione liberatoria e un ottimismo che suona propiziatorio. E pure autentico, grazie a quell’attore ammirevole che è Tom Hanks, che col suo stile recitativo pacato e alieno dall’enfasi evita al film il rischio della melensaggine.