Con la morte di Sid Vicious si chiude un capitolo. Lui, John Simon Ritchie, non ha ancora compiuto 22 anni quando viene trovato senza vita sul letto della sua nuova compagna, Michelle Robinson, stroncato da un’overdose di eroina.
Così pochi anni di vita, così tanti problemi. Sid Vicious probabilmente si è reso conto ben presto che quei Sex Pistols lo avrebbero accolto per poi farsi divorare. Non da lui, non dalla sua vocazione per l’autodistruzione, ma da una macchina che un giorno li avrebbe scaricati. Probabilmente anche per quell’incapacità di trovare una zona di comfort Sid Vicious passa le giornate tra alcol, droghe, bottiglie rotte, lamette, sesso outdoor con la sua Nancy Spungen.
Sul palco si presenta con la scritta “Give me a fix” (“Datemi una dose”) incisa sul petto con una lametta. Ha la bocca insanguinata, ha perso il controllo anche se Johnny Rotten cerca di allontanarlo da Nancy, che lo ha iniziato all’eroina facendogli perdere completamente il senno. Sono gli anni del punk, i figli dei fiori si sono dati alla macchia e il mondo dell’arte ha voglia di esplodere.
Anche Sid Vicious esplode. Sputa e insulta il pubblico, combina il caos all’interno del Chelsea Hotel di New York fino a perdere la sua Nancy, che cade vittima di un accoltellamento. Sulla questa morte si è detto tanto e ancora oggi il mondo è diviso tra innocentisti e colpevolisti. Sid Vicious è esploso ed esploderà ancora.
Uscito di prigione dopo una cauzione pagata dalla EMI rompe un bicchiere in faccia a Todd Smith, fratello di Patti Smith, e finisce di nuovo dentro. Al suo rilascio gli fanno una festa. C’è sua madre, eroinomane, ma c’è anche la nuova compagna Michelle. Sid cade in overdose durante il party, poi si riprende, si addormenta e non riapre gli occhi.
La morte di Sid Vicious ricorre oggi, 2 febbraio 1979, ed è la morte di un ragazzo.