Serie tv top e flop del 2020, il meglio e il peggio di quest’anno

Quali sono le serie tv top e flop del 2020? Una lista del meglio e del peggio di ciò che abbiamo visto quest'anno in tv e in streaming

Serie tv top e flop 2020

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Quali sono state le serie tv top e flop del 2020? In un anno difficile e particolare, caratterizzato dalla pandemia di Covid-19, la serialità televisiva non si è arrestata, producendo nuovi show di intrattenimento in tv, ma soprattutto sulle piattaforme di streaming che hanno maggiormente accompagnato questi lunghi mesi di lockdown.

Con l’anno agli sgoccioli, è tempo di fare dei bilanci. Ecco la nostra lista di serie tv top e flop del 2020, ovvero il meglio e il peggio di quello che abbiamo visto.

Serie tv top

The New Pope

Paolo Sorrentino non perde colpi. Dopo aver ammaliato con The Young Pope, il regista italiano riesuma il giovane Papa Jude Law per una nuova serie ambientata in Vaticano. Occhi puntati sul Pontefice di John Malkovich, il cui passato misterioso è una delle trame ricorrenti. Tra le serie top del 2020, The New Pope ci ha conquistato per la sua continua ricerca sulla natura umana, ponendo domande su Dio e l’uomo, intrecciando storie umane e miracolose. Non mancano, neanche stavolta, riflessioni filosofiche ed esistenziali.

La regina degli scacchi

Una delle vere sorprese del 2020 è La regina degli scacchi. La miniserie con Anya Taylor-Joy è tratta dal romanzo omonimo di Walter Tevis ed è incentrata, come suggerisce il titolo, su una giovane prodigio degli scacchi. La scalata al successo va di pari passo con le sue vicende personali e le sue varie dipendenze, che rischiano di gettare Beth Harmon nel baratro dal quale sarà difficile riprendersi. Una serie che cattura, non solo per lo sguardo magnetico della protagonista, ma anche per la storia: affascinante e coraggiosa. In altre parole, irresistibile.

The Crown 4

Una stagione molto attesa: The Crown 4 introduce le figure di Margaret Thatcher (primo ministro inglese interpretato da Gillian Anderson) e Diana Spencer (Emma Corrin, attrice rivelazione del 2020). La quarta stagione racconta un periodo storico molto difficile per la corona inglese. La Regina Elisabetta II è impegnata a trovare una moglie al principe ereditario Carlo, e sembra trovarla nella giovane e semplice Diana Spencer, che in breve tempo conquista l’appellativo di “Principessa del popolo”. Sul fronte politico, si inaspriscono i rapporti tra la sovrana e il parlamento. Una serie che stupisce di stagione in stagione, e in questo suo quarto atto ha raggiunto l’apice.

Unorthodox

La miniserie basata sull’autobiografia del 2012 di Deborah Feldman Ex ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche pone l’indice sulla comunità ultra ortodossa chassidica con tutte le caratteristiche del fanatismo religioso. La protagonista è Esther “Esty” Shapiro, diciannovenne di Brooklyn obbligata a un matrimonio combinato, che fugge dalla sua vita per rifugiarsi a Berlino e iniziare una nuova vita. Quattro puntate per catapultarci in un mondo e una cultura così distanti dal nostro pensiero occidentale, in cui le donne sono nate con l’unico scopo di procreare, senza avere alcuna possibilità di apprendere e leggere. La bravura di Shira Haas, attrice israeliana sconosciuta in Italia, contribuisce a fare il resto, creando una narrazione sofferta e cruda.

Normal People

La relazione tortuosa e lunghissima tra Marianne e Connell ha conquistato il pubblico irlandese e ha fatto altrettanto con quello italiano. Normal People, come dice il titolo, parla in fondo di persone comuni con tutte le loro contraddizioni. Si presenta come un teen drama, ma affronta tematiche più complesse. La serie, tratta dal romanzo omonimo di Sally Rooney, non si perde in giri di parole e mette i protagonisti – letteralmente – a nudo: ci sono in ballo i sentimenti di due innamorati che vorrebbero stare insieme ma c’è il tempo ad ostacolarli. Come nei migliori melodrammi.

The Haunting of Bly Manor

La seconda stagione della serie antologica The Haunting (che pare al momento non avrà una terza) è una storia angosciante, più sentimentale rispetto alla prima orrifica Hill House. Ispirata a Il giro di vite di Henry James, la storia è incentrata sulla giovane governante Dani che trova impiego presso la grande mansione di Bly Manor. A lei spetterà il compito di badare ai due nipotini, che sembrano nascondere cose indicibili. La casa rivelerà segreti e traumi nascosti che hanno coinvolto gli inquilini di Bly Manor. La seconda stagione di The Haunting non è solo una ghost story ma un racconto affascinante dal sapore gotico in cui pervade un senso di angoscia per le cose perdute e sentimenti (in)espressi.

Serie tv flop

Tredici 4

Una serie che aveva senso di esistere solo per le prime due stagioni: Tredici si è lasciata convincere dal richiamo del marketing in barba alla qualità. Archivista la drammatica storia di Hannah Baker, la serie ha continuato ad esplorare le problematiche giovanili mettendo in scena la violenza nelle scuole, il bullismo e quant’altro, realizzando, però, un circolo vizioso in cui i personaggi agiscono seguendo una logica non sempre moralmente accettabile. Il risultato è stata la chiusura di una serie tv che ormai aveva perso il suo smalto da molto tempo.

Cursed

Un altro prodotto non proprio riuscito del 2020 è Cursed, rivisitazione della leggenda di Re Artù dal punto di vista femminile. La protagonista è Nimue (interpretata da Katherine Langford, la Hannah Baker di Tredici), destinata a diventare la tragica Dama del Lago, che deve consegnare una spada misteriosa a Merlino. Dopo le buone premesse, lo sviluppo narrativo è caotico: un’accozzaglia di eventi e personaggi di cui si perde ben presto il filo. Un’occasione sprecata se si pensa ai diversi background che meriterebbero più approfondimento. Anche la tematica del fanatismo religioso e della caccia alle streghe è vagamente accennata.

Space Force

Ci duole inserire anche la nuova serie del sempre bravo Steve Carell in questa lista di flop del 2020. Pur avvalendosi dello stesso team che ha portato The Office al successo, Space Force non replica la magia: la comicità non è brillante e spesso le battute sono forzate. Eppure l’idea di base c’è: un pilota pluridecorato al comando di nuova sesta branca delle forze armate americane con il compito di portare gli USA nello spazio. La squadra è composta da personaggi strambi, ma non indimenticabili. Perfino il buon John Malkovich fatica a trovare il proprio posto all’interno della narrazione. Speriamo che la seconda stagione riesca a far decollare la Space Force.

Ratched

Non tutte le serie di Ryan Murphy riescono bene: Ratched ne è la prova. La serie racconta le origini dell’infermiera Mildred, sadico personaggio di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Una storia patinata e glamour, nello stile di Murphy, che però si traduce in una narrazione caotica e poco incisiva. Non proprio la serie peggiore dell’anno, ma da un autore prolifico come lui ci si aspettava molto.

Emily in Paris

Unite Sex and The City e Il diavolo veste Prada: questa è Emily in Paris, una storia frizzante e leggera con Lily Collins nei panni di una giovane responsabile marketing a Chicago che viene inviata dall’azienda nella capitale francese con l’intento di rinnovarne il look social. Carina, ma si ferma sulla soglia del guilty pleasure (e quindi viene vista senza troppe aspettative): troppi cliché e luoghi comuni, senza contare il modo utopico in cui descrive gli influencer di oggi.

Utopia

Concludiamo questa lista di flop con un’ultima serie che non ci ha proprio convinto. Utopia è un remake fallito dell’omonima serie che avrebbe dovuto tenere incollati gli spettatori. Un gruppo di ragazzi, appassionati di fumetti, scoprono una serie di messaggi cospiratori che alludono a una minaccia mondiale, entrando nel mirino di un’organizzazione. Utopia è cruenta e contorta, racconta il nostro presente, ma forse è arrivata nel 2020 con un pessimo tempismo. Amazon l’ha capito e l’ha cancellata dopo una stagione.

E voi siete d’accordo con la nostra lista di serie tv top e flop del 2020?