Netflix non cede su The Crown, nessun avviso per il pubblico: “Non serve, ci fidiamo degli spettatori”

Netflix replica alla polemica del governo inglese su The Crown: ecco perché ha deciso che non ci sarà un avviso per il pubblico prima di ogni episodio

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La polemica nata intorno a The Crown dopo l’uscita della quarta stagione non trova terreno fertile dalle parti di Netflix. La piattaforma non intende cedere alle pressioni del governo inglese e alle richieste della famiglia Spencer che auspicano l’inserimento di un avviso al pubblico all’inizio di ogni episodio, per mettere in guardia gli spettatori sulla natura romanzata del format che stanno guardando.

Secondo Netflix, non c’è alcuna confusione tra una serie drammatica come The Crown, che ha l’ambizione di raccontare il lungo regno di Elisabetta II entrando nelle stanze di Buckingham Palace, e un documentario qualsiasi sui Windsor, semplicemente perché il pubblico ha ben chiaro che sta guardando un prodotto di finzione e non una docu-serie. D’altronde il fatto stesso di ricostruire dinamiche interne alla famiglia reale con dialoghi privati e fatti avvenuti tra le mura del Palazzo, che si alternano alla ricostruzione di eventi pubblici, è di per sé una prova che non si sta guardando certo un programma di storia.

Di conseguenza l’appello del segretario alla Cultura del Regno Unito Oliver Dowden, che ha avanzato la sua proposta di un disclaimer a inizio episodio in una lettera spedita privatamente a Netflix, non troverà risposta. Come ha detto un portavoce dell’azienda a Variety, non ci sarà alcun avviso al pubblico per ribadire l’essenza fictional di The Crown già ampiamente nota agli spettatori, della cui capacità di discernimento Netflix non ha dubbi.

L’azienda non ha reso nota la sua risposta a Dowden ma ha specificato in una nota la sua posizione su The Crown.

Abbiamo sempre presentato ‘The Crown’ come un dramma – e abbiamo piena fiducia che i nostri utenti comprendano che si tratta di un’opera di finzione largamente basata su eventi storici. Di conseguenza non abbiamo in programma – e non ravvisiamo la necessità – di aggiungere un disclaimer.

La sigla di The Crown resta dunque quella vista nelle prime quattro stagioni, scevra da qualsiasi avvertimento superfluo. Il dibattito su quanto la serie stia influendo sulla percezione della monarchia – nel bene e nel male – presso i sudditi inglesi si è acuito con la quarta stagione, molto centrata sul personaggio di Diana e sul suo disastroso matrimonio con Carlo, e c’è da scommettere che tornerà alla ribalta con la quinta, che sarà interessante capire come tratterà un evento dirimente per la Corona come la morte della Principessa nel 1997, a Parigi. Per molti media inglesi, la quarta stagione (qui la nostra recensione) ha contribuito in poche settimane a distruggere un decennio di tentativi di riabilitazione pubblica della coppia Carlo-Camilla, riaccendendo il ricordo di Diana e il dolore per la sua tragica storia proprio quando ormai la Duchessa di Cornovaglia aveva conquistato una sua autorevolezza e legittimità presso i sudditi inglesi.