I Pinguini Tattici Nucleari raccontano Ahia! traccia per traccia

I Pinguini Tattici Nucleari presentano Ahia! e sul Festival di Sanremo dicono: "Non è nell'immediato futuro l'idea di riandarci"

pinguini tattici nucleari

ph. Mattia Guolo


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I Pinguini Tattici Nucleari raccontano Ahia!, il nuovo ep in uscita venerdì 4 dicembre. Porta lo stesso titolo del primo romanzo di Riccardo Zanotti pubblicato lo scorso novembre.

Ad anticipare il nuovo lavoro è stato il singolo Scooby Doo, già disponibile in radio e in digital download. Il gruppo annuncia in conferenza stampa che domani sarà sul palco della semifinale di X Factor, in diretta su Sky Uno.

I Pinguini Tattici Nucleari raccontano Ahia!, il nuovo lavoro inedito che si compone di 7 tracce. Dell’ep fa parte anche La Storia Infinita, il singolo estivo certificato disco d’oro.

L’impatto del Covid sulla musica

Dopo il terzo posto al Festival di Sanremo 2020, i Pinguini Tattici Nucleari avrebbero dovuto vivere un anno ricco di eventi, a partire dai concerti nei palasport. Il loro primo tour nei palazzetti sarebbe dovuto partire a fine febbraio ma è stato posticipato a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso dovuta al Coronavirus.

A proposito degli impegni saltati e rimandati per Covid-19, i Pinguini Tattici Nucleari dichiarano:

“All’inizio eravamo un po’ arrabbiati, non abbiamo capito la gravità della situazione. Ci sentiamo ancora di dover dimostrare qualcosa ed è anche bello che la si debba sudare. Questa situazione ci fa venire più fame ogni giorno che passa. Non sapere cosa accadrà tra una settimana rende la fruibilità dell’arte qualcosa di complicato. La musica dal vivo è il più alto e genuino grado di musica e al momento le date sono confermate ma questo stato di perenne attesa rende difficile tutto”.

L’uscita di Ahia!

Ahia! è atteso nei negozi e in digitale da venerdì 4 dicembre. Nello stesso giorno usciranno tanti altri progetti importanti, tra i quali il nuovo album di Ligabue e quello di Claudio Baglioni. La data scelta potrebbe in qualche modo penalizzare il gruppo?

“Non ci siamo mai occupati di chi usciva con noi”, rispondono i Pinguini Tattici Nucleari. “Abbiamo creato un mondo, una semantica, a sé stante. Il nostro viaggio lo facciamo volutamente con i paraocchi, in qualche modo. Siamo riusciti a crearci una nostra nicchia che individua nella nostra poliedricità un valore. Non ci preoccupiamo troppo degli altri”.

In Ahia! c’è anche il dolore, in parte frutto di questo complicato 2020.

Il Festival di Sanremo

L’esperienza al Festival di Sanremo è astata particolarmente importante e significativa per i Pinguini Tattici Nucleari che, tuttavia, il prossimo anno non ci saranno.

“Non è una priorità, bisogna andarci con il pezzo giusto; è deleterio andarci con pezzi a caso, bisogna studiarli. Non ci interessa tanto diventare inquilini del Teatro Ariston. Non è nell’immediato futuro l’idea di riandarci”, spiegano, smentendo sul nascere ogni notizia a proposito del loro ritorno in gara il prossimo anno.

Sanremo ha portato con sé anche qualche critica. Qualcuno ha infatti azzardato che i Pinguini Tattici Nucleari si fossero lasciati trasportare dal main stream, cambiando il loro modo di essere e di fare musica.

“Quando fai Sanremo metti in conto di poter incorrere o correre in una gara diversa, quella del pop, della musica di massa, popolare inteso come parlare alla gente. Arrivare a tanti è qualcosa di positivo e la scena indie è riuscita anche a sdoganare questo concetto. Siamo cambiati ma saremmo cambiati con o senza Sanremo. Alcuni aspetti del linguaggio vanno corretti in base a quello che è la natura della manifestazione, che non significa snaturarsi ma indossare una veste consona all’occasione. Ogni tanto qualcuno ci accusa di esserci svenduti ma la maggior parte dei nostri fan capisce il nostro percorso di evoluzione”.

I Pinguini Tattici Nucleari raccontano Ahia!, traccia per traccia

  1. Scooby Doo

“È il singolo che precede Ahia!, e ci parla delle maschere, quelle dei cattivi, che a volte cadono e lasciando intravedere gli esseri umani che le abitano. E Scooby Doo racconta la vita difficile e travagliata di una ragazza che non viene considerata davvero da nessuno, viene molestata sul tram, non viene apprezzata dalla famiglia e che, per tutte queste ragioni, si barrica dietro un muro, diventa fredda e algida, non riesce ad apprezzare l’amore in nessuna delle sue forme, nemmeno se arriva con i dolci versi di una poesia. Ecco allora che il ritornello la incita a liberarsi di questa maschera e seguire la propria strada. 

Scooby Doo si ispira in parte a urban e modern soul. Volevo fare qualcosa di un po’ diverso dal solito, sperimentare, un po’ come stanno facendo tante band (per esempio gli Imagine Dragons).”

2. Scrivile Scemo

Una canzone che racconta il coraggio e che contiene qualche riferimento al mio libro, dove ci sono dei passaggi in cui il velo di Maya cade, il sogno svanisce e arriva la verità, con tutta la sua forza. Questo pezzo è dedicato a chi vuole scrivere un “ti amo” come se fosse una sorta di grido di liberazione: non importa il mezzo, non si devono demonizzare whatsapp o i social, scrivilo e basta, fallo, urlalo, diglielo e… in ogni caso, ti riscoprirai scemo, ma libero (per almeno due ore).

Figlia dell’EDM è in realtà una canzone super pop alla Max Pezzali, una cassa in 4 quarti che porta alla danza, al ballo, oltre che all’ascolto”.

3. Bohémien

“Avete presente l’euforia che si prova all’inizio delle convivenze, specie quella dei ragazzi molto giovani che non hanno un futuro ben delineato e vivono alla giornata? Ecco, per quanto leggera, la convivenza è il primo step, insieme al lavoro, che ti dice che sei diventato grande. Ma inevitabilmente la vivi in modo immaturo e naïf. Bohémien è dedicata a una persona di famiglia la cui convivenza, anche se non è finita bene, ha lasciato il ricordo di quei sentimenti che sopravvivono all’amarezza. Le sonorità sono, per dirla all’inglese, “happy-go-lucky”, un pop scanzonato insomma”.

4. Pastello Bianco

“Torniamo in parte al mio romanzo. Due ragazzi che si conoscono da tantissimo tempo, come accade in una parte del libro, ma che nella canzone si incrociano in diverse storie d’amore condensate in una sola linea narrativa. Tutto finisce male, è una sorta di “breakup song” romantica e triste, un classico insomma. Una ballad quasi sanremese nell’incedere di archi e piano (e con pochissime chitarre), che nasce vecchia per restare giovane. E che parla di cose decisamente moderne, come i social media”.

5. La Storia Infinita

“L’estate che non inizia e non finisce, la malinconia del passato, l’immortalità dei classici. Un brano ricco di riferimenti che, a seconda delle generazioni, assume significati diversi proprio come La Storia Infinita, in una non dimensione che resiste al tempo fino a non subirne il logorio. Una canzone che immagina un’ipotetica estate che non c’è, che manca. E la sua mancanza porta a rifugiarsi nelle emozioni del passato, nei ricordi di quel che è stato, perdendosi nelle memorie ma allo stesso tempo imparando a godere di quel che c’è, attimo dopo attimo“.

6. Giulia

“Il tradimento a volte non basta a scalfire un sentimento. In Giulia c’è un ragazzo che si ritiene super fortunato perché sta con lei, la ama e non fa che rincuorarla con lo studio e con il professore severo, cercando di ignorare le sue defezioni perché, cosi facendo, pensa che sarà ancora più amato. E invece lei va da un altro, che è proprio quello che la mette alla prova, che non le rende la vita facile”.

La realtà a volte è brutale, ma questo tradimento non cambia l’attesa di felicità di lui, che la aspetta ancora, chiuso dietro una porta. L’influenza più grande di questo brano è forse Fortis, o un certo tipo di cantautorato classico alla Cattaneo”.

7. Ahia!

“È un pezzo che riprende il finale del mio libro, che è una lettera d’amore (o una confessione, se vogliamo), e che parla di un’attesa durata molti anni, romantica e semplice. Anche la stessa AHIA! è una sorta di lettera d’amore. Una canzone folk che si ispira in parte a Bon Iver, che è un artista che mi ha molto appassionato. Il suo sound è diretto, arriva subito, ma non mancano contaminazioni elettroniche e moderne”.