Renato Zero sogna Fonopoli, cos’è il progetto dedicato ai giovani artisti

Renato Zero torna sul progetto Fonopoli e spera di poterlo finalmente realizzare: ecco di cosa si tratta

nuovo album di renato zero

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Renato Zero sogna Fonopoli e ricorda di non aver dimenticato il progetto nel quale avrebbe voluto accogliere e formare i giovani artisti, che nell’arte possono avere la possibilità di trovare rifugio.

L’Associazione Culturale Fonopoli nasce da un’idea di Renato Zero, con l’obiettivo di creare delle opportunità per i giovani attraverso attività artistiche, culturali e formative.

Il progetto legato a Fonopoli è apparso ambizioso fin dalle prime battute, con una serie di iniziative che non avrebbero riguardato solo la musica ma tutto il patrimonio culturale nella loro interezza.

La mission dell’Associazione è quella di un impegno culturale e sociale a 360°, con un’attenzione particolare anche anche al relativo sviluppo imprenditoriale conseguente al sostegno dei più disparati progetti culturali.

La realizzazione delle idee di Fonopoli è passata per i bandi di gara indetti dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Roma, dal Ministero del Lavoro e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il progetto iniziale, quello in cui veniva definita un’area di realizzazione per Fonopoli, non è ancora andato in porto. Renato Zero non si è ancora arreso e spera che tutto quello che ha pensato per i giovani possa un giorno realizzarsi. L’artista romano è già entrato in contatto con la Sindaca di Roma Virginia Raggi:

“Ho scoperto che ha molta stima di me e mi ha detto di volermi agevolare per Fonopoli. A noi basterebbe la concessione per una caserma in disarmo o un altro luogo abbandonato… Per questo progetto posso anche andare a corteggiare un industriale. Mi piacerebbe lasciare qualcosa di me al mio pubblico e ai giovani”.

Mentre sui progetti che non sono potuti andare in porto, precisa:

“L’Alitalia ci concedeva un’area alla Magliana a prezzo d’esproprio… Magnifico. Ma l’intera l’operazione sarebbe stata possibile soltanto se avessimo accettato di costruire Fonopoli in 5 mila metri cubi, mentre 27 mila metri cubi sarebbero stati destinati al commercio. Calarsi le braghe per creare una cattedrale nel deserto ci sembrava troppo. Fonopoli ha subito lo sfregio di essere utilizzata come una bandiera affinché gli altri potessero realizzare i loro progetti. Tutti questi anni sono serviti per conoscere una certa Italia, sonnolenta, bigotta, inciuciatrice. Mi sono sentito come un Don Chisciotte seguito da anime dannate che vogliono solo il profitto. Se avessi accettato il compromesso, Fonopoli si sarebbe fatta… ma io la faccia su quella cosa lì non ce l’ho voluta mettere”

Renato Zero è appena tornato con un cofanetto monumentale nel quale ha compreso 39 inediti. Il box si è concluso con la pubblicazione del primo volume, che conta sugli arrangiamenti di Danilo Madonia.