Laverne Cox di Orange Is The New Black racconta l’ennesimo episodio di transfobia: “Il mondo non è un posto sicuro”

L'attivista e interprete di Sophia Burset in Orange Is The New Black è stata vittima di un nuovo attacco transfobico, in un anno record di violenza e morti tra le persone trans

Laverne Cox, interprete di Sophia Burset in Orange Is The New Black

[Laverne Cox, Instagram]


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Laverne Cox – l’acclamata Sophia Burset di Orange Is The New Black – è sempre stata un incrollabile monumento all’attivismo LGBTQ+, ma l’attacco transfobico subito e raccontato in un video su Instagram hanno portato a un momentaneo rovesciamento delle prospettive. Le sue parole di sabato sono infatti quelle di una vittima di transfobia, in un anno record di attacchi e morti tra le persone transgender.

Laverne Cox ha raccontato di aver fatto una passeggiata con un amico al Griffith Park di Los Angeles; i due si sono visti chiedere l’ora da un uomo con una certa aggressività. Il mio amico ha guardato l’orologio e gli ha detto che ore erano, e poi l’altro uomo lo ha guardato e gli ha chiesto “Maschio o femmina?”, e il mio amico ha risposto “Va*******o”. A questo punto il secondo uomo ha reagito attaccando più volte l’amico di Cox. Mi sono girata e mi sono chiesta “Ma che sta succedendo?”. C’era il tipo che colpiva il mio amico, e poi il mio amico gli si avvicinava e io pensavo “Oh c**o!”. Al che ho tirato fuori il telefono e ho iniziato a digitare 911, ma poi all’improvviso era tutto finito e il tizio era scomparso.

La conclusione a cui Laverne Cox e l’amico sono giunti è che l’uomo stesse comportandosi da attacabrighe avendo riconosciuto l’attrice. Quel tipo voleva proprio che fossi io a rispondere, così da potermi attaccare e chiedermi se fossi trans o meno, ha raccontato ancora nel video. Non so perché, non so perché sia così importante. In fin dei conti, chi se ne frega? Ho una felpa e dei pantaloni da yoga, sono del tutto coperta, ho la mascherina… chi se ne frega se sono trans? Che peso ha sulla tua vita?

L’esperienza vissuta e raccontata da Laverne Cox non è certo la prima del genere, ma è servita per riflettere una volta di più sui pericoli costanti corsi dalle persone trans anche in un paese come gli Stati Uniti. Il mondo non è un posto sicuro. Non amo pensarci spesso, ma è la verità, ha commentato. È la verità e non sei mai al sicuro se sei una persona trans. Ovviamente lo so bene, è solo che è una cosa molto triste. Non importa chi sei. Puoi essere Laverne Cox, sai, per quel che vale… Se sei trans, vivrai sempre e comunque situazioni del genere.

Il racconto dell’attrice si è concluso con un incoraggiamento ai follower. Quando capitano cose del genere non è colpa vostra. Non è colpa vostra se alle persone non sta bene che voi esistiate… Abbiamo il diritto di passeggiare nel parco, ha affermato, nella consapevolezza di quanto sia assurdo dover ribadire il proprio diritto a un’esistenza libera da discriminazioni e violenze. A stretto giro è arrivata la solidarietà di amici e colleghi, da Kerry Washington a Jamie Chung, da Indya Moore a Daniela Vega.

Questo momento di condivisione è ancora più significativo se si considerano la recente celebrazione del Transgender Day of Remembrance – una giornata commemorativa delle vittime trans dell’odio e della discriminazione – e le preoccupanti cifre della violenza transfobica del 2020. Secondo il Trans Murder Monitoring Project, tra il 1° ottobre 2019 e il 30 settembre 2020 si sono registrati 350 omicidi di persone trans e di genere non binario, con un aumento del 6% rispetto al 2019. La maggior parte degli omicidi ha avuto luogo in Brasile, Messico e Stati Uniti, dove a essere particolarmente colpite sono state le donne trans afroamericane.

L’episodio di transfobia condiviso da Laverne Cox riporta d’attualità l’importanza di trasmettere contenuti formativi che possano colmare il vuoto dell’ignoranza in materia. Un buon esempio è il documentario Netflix Disclosure, diretto da Sam Feder e prodotto tra gli altri proprio da Cox. La tesi di fondo, in Disclosure, è che Hollywood è responsabile di molti dei pregiudizi e delle storture di cui la comunità paga le conseguenze nella vita quotidiana, ma resta comunque una piattaforma fondamentale per la circolazione di idee e rappresentazioni delle vite delle persone trans.

Laverne Cox, Jen Richards, Lilly Wachowski e altre celebrità trans riflettono su quanto i media visuali influenzino la cultura popolare, arricchendo Disclosure con una sorta di cronistoria della rappresentazione trans sullo schermo. Rievocare alcuni dei momenti fondamentali nella storia dell’intera comunità LGBTQ – su tutti i moti di Stonewall e il contributo di grandi attivisti trans al movimento femminista negli Stati Uniti – e spiegare come per molto tempo Hollywood abbia piegato le esistenze delle persone trans ai propri scopi narrativi, non ha senso soltanto nel contesto dell’intrattenimento e della finzione televisiva. Al contrario, è uno strumento potente e prezioso per comprendere l’esperienza delle persone trans in una realtà che molti faticano a considerare vicina alla propria.

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