False mail per il superbonus 110% dall’Agenzia delle Entrate, come smascherarle

Pericolo reale per gli italiani, tentativo di phishing a nome dell'agenzia

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Una campagna di phishing sta colpendo molti italiani con false mail relative al Superbonus 110% che sembrano inviate dall’Agenzia delle Entrate ma che non hanno proprio nulla di ufficiale. Il tentativo di truffa è davvero ben costruito e per questo motivo va esaminato nel dettaglio, per evitare che più di qualcuno incappi in un serio pericolo rappresentato da un malware o peggio ancora, metta a repentaglio i suoi dati.

La falsa missiva è stata segnalata dalla stessa Agenzia delle Entrate in questi giorni. Questa contiene il logo dell’ente pubblico e sembra originale in ogni sua parte. La comunicazione è firmata infatti dall’ “Ufficio Comunicazioni della Direzione nazionale Agenzia delle Entrate” e contiene un documento allegato. Proprio quest’ultimo nasconde il rischio reale per l’utente. Il documento non contiene informazioni utili per il superbonus 110%. semmai un malware che viene eseguito alla sua apertura e che dunque infetta il dispositivo di destinazione.

Come comportarsi alla ricezione di una mail come quella appena descritta? Certamente la missiva va cestinata perché non ha nulla a che fare proprio con l’ecobonus 110%. L’Agenzia fa presente, tra l’altro, che mai in alcuna comunicazione potrà includere i dati sensibili dei contribuenti. Questi, al contrario, saranno sempre visibili solo nel cassetto previdenziale del contribuente, nella sua area riservata.

Va segnalato che proprio l’Agenzia delle Entrate ha messo in campo uno strumento utile per monitorare campagne di phishing come quella ora in corso con protagonista l’ecobonus 110%. Una specifica area del portale dell’ente pubblico indicata come “L’agenzia comunica” include il “Focus sul phishing”. In quest’ultima sono incluse tutte le segnalazioni di tentativi di frodi messi in campo proprio sfruttando il nome dell’Agenzia. Tanti cittadini farebbero bene a consultarla con una certa frequenza o comunque nel caso di ricezioni di missive dubbie, proprio per non incorrere in malware pericolosi per il proprio dispositivo ma anche in furti di preziosi dati sensibili.