A Mondello c’è Angela di “Non ce n’è Coviddi” e Manfredi Borsellino: le due facce del nostro Paese

La signora Angela da Mondello, prodotto di Barbara D'Urso e di Lele Mora, ci pone di fronte a una domanda. Noi da che parte vogliamo stare?


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Immaginate se vostro padre fosse stato ucciso dalla mafia. Di crescere senza un genitore negli anni più importanti della vostra vita. Di avere accanto solo una foto e la stima di un Paese intero, ma intanto voi volevate vostro padre. Crescete, provate a percorrere le sue orme. Studiate giurisprudenza, diventate poliziotto fino ai gradi più alti della gerarchia. Tornate a Palermo come vice questore aggiunto. Un ruolo in prima linea nella lotta alla mafia e all’illegalità. Fate il vostro lavoro cercando di onorare al meglio la memoria di vostro padre e i principi per i quali ha dato la vita. Poi un giorno vi capita sulla scrivania un video. Generalmente per una denuncia del genere basterebbe una vostra firma, cose da ordinaria amministrazione. Ma stavolta è diverso. Chissà come deve essersi sentito Manfredi Borsellino a vedere la famigerata Angela da Mondello ballare insieme a decine di persone, senza mascherine sul lungomare, sulle note del pezzo da “minus habens” di “Non ce n’è Coviddi”.

Chissà se per un attimo avrà pensato che il padre sia morto per difendere le istituzioni democratiche di questo Paese e poi qualcuno in piena pandemia, non solo si fa beffe delle regole, ma sputa sulle morti che il virus ha provocato. Perché non giriamoci intorno: è questo ciò che ha fatto la nuova star del trash televisivo insieme a chi la sta aiutando a costruire l’ennesimo personaggio di cui non sentiremo la mancanza. Insieme a chi la sta aiutando. Ecco. Se lei e il suo gruppo di finti rapper sono gli esecutori materiali, esistono sicuramente dei mandanti. I nomi sono sempre gli stessi, alcuni tra i responsabili del degrado culturale in cui è sprofondato il nostro Paese.

La prima è Barbara D’Urso. Star incontrastata nella creazione di fenomeni da baraccone. Regina Mida dei casi umani, capace di tirare fuori il peggio dal peggio e riuscire a guadagnarci milioni. Con l’occupazione sistematica della più importante rete televisiva privata italiana, è riuscita nell’impresa di far sprofondare nell’abisso del marciume l’intero costume italiano, ergendo a vip personaggi che in un Paese normale non avrebbero l’attenzione nemmeno degli altri ubriachi nei peggiori bar di periferia all’ora di chiusura. E poi c’è lui: l’immarcescibile Lele Mora. Nonostante le vicissitudini personali, che gli sono valse anche un bel pacchetto di guai giudiziari, sta provando a tornare in sella promuovendo personaggi come la signora Angela da Mondello. E lei non ha mancato di ringraziare i suoi due padrini di battesimo nel mondo dello showbiz. Lo ha fatto pubblicamente così come pubblicamente non ha avuto remore a gridare “libertà, libertà” contro le misure di prevenzione dal virus nella speranza che la sua canzone diventi l’inno dei negazionisti.

Questa vicenda è la fotografia perfetta di ciò che è diventato il nostro Paese. Da una parte le persone che sacrificano tutto per fare il proprio dovere. Come Manfredi Borsellino che sull’altare del dovere ha perso il padre e che ha convocato in questura la signora Angela da Mondello per farle capire che faccia hanno le persone che rispettano le regole. Dall’altra c’è lei, la signora Angela che delle regole se ne frega e anzi se può guadagnarci qualcosa lo fa senza vergogna. Questa vicenda ci pone, come già successo altre volte, davanti a un interrogativo. Noi da che parte vogliamo stare?