Ci avviciniamo a nuove misure di contenimento per il Covid-19 e dunque a nuove regioni collocate nelle zone arancioni? In questo lunedì 9 novembre, esattamente a partire dalle ore 15, il Comitato Tecnico Scientifico si riunirà per esaminare gli ultimi dati dei contagi locali e proprio per questo motivo potrebbe decidere di suggerire subito al governo interventi maggiormente restrittivi, almeno in alcune aree ora classificate come gialle.
Quali sono le regioni che potrebbero diventare da gialle ad arancioni? La lista non è esigua: sarebbero pronte al nuovo paso il Veneto, la Liguria, Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria e anche la Campania. In ognuna delle zone evidenziate, l’aumento del numero di contagi è stato esponenziale negli ultimi giorni, come quello relativo alla presenza di pazienti in terapia intensiva. Per questo motivo, si richiedono misure drastiche che rallentino l’accesso alle strutture sanitarie, oramai in molti casi al collasso.
Se non proprio la conferma ufficiale, le indicazioni sulle prossime zone arancioni potrebbero comunque arrivare in serata. Molti governatori di regione sono più che mai inclini a limitazioni più stringenti sui loro territori, nel tentativo di limitare i comportamenti dissennati di tanti cittadini, soprattutto nelle grandi città. Addirittura, senza attendere la decisione del Governo, l’ordinanza del governatore della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher ha provveduto a far divenire il Trentino Alto Adige già zona rossa.
Prima della scelta definitiva sulle regioni contraddistinte come zone arancioni, vanno ricordate quali sono le principali limitazioni previste per quest’area: gli spostamenti fuori comune e regione sono sempre vietati, tranne che per esigenze di lavoro e di studio da certificare. I bar, i ristoranti e le pasticcerie restano sempre chiusi, ad eccezione che per attività di asporto e di consegna a domicilio. Sono chiusi anche i centri commerciali nei festivi e nei pre-festivi ma anche i centri estetici. Restano, al contrario, aperti i parrucchieri.