Gigi D’Alessio attacca la critica e chiude con le buone maniere: “Non distinguono un pianoforte da una cucina”

Gigi D'Alessio festeggia il successo di Buongiorno e si toglie qualche sassolino dalle scarpe

gigi d'alessio canta ciclone

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Gigi D’Alessio attacca la critica, dopo i molti anni trascorsi a dimostrare di essere un musicista di valore. Forte del successo di Buongiorno, l’artista partenopeo ha concesso una lunga intervista a Rolling Stone nella quale ha parlato del disco ma anche del suo rapporto con la stampa, notoriamente difficile.

L’ultimo album, che D’Alessio ha concepito come un’apologia del suo repertorio in chiave rap, ha avuto un forte impatto su Spotify, dove continua a macinare visualizzazioni. Gli anni recenti sono quelli di un artista risolto, che non ha più paura delle parole:

“Da ragazzo ho diretto l’Orchestra Scarlatti e a 30 anni la London Symphony Orchestra. Che caz*o devo fare di più? Magari si potesse parlare spesso di musica nei dettagli, ma ci sono molti giornalisti che non distinguono il pianoforte da una cucina”.

D’Alessio è anche convinto che il successo non dipenda dai giornalisti ma dal pubblico che, da solo, è in grado di decretare quali siano i brani in grado di “durare 30 anni”.

“Assolutamente, ma comunque comanda il pubblico. Il fatto è che siamo abituati al successo usa e getta. Bisogna vedere se, fra 20 anni, ci sarà ancora quel pezzo, se dura nel tempo. Se cantiamo ancora Un’avventura di Battisti un motivo ci sarà”.

L’artista partenopeo ha anche dato una sua opinione sulla diatriba Renato Zero vs Achille Lauro. D’Alessio ha ribadito quale sia stato il valore della gavetta, fatta sia da lui che da Zero, e dell’impossibilità di giudicare gli altri artisti prima che si mettano al suo fianco al pianoforte:

“Prima c’era il direttore artistico della casa discografica. Oggi dove sta? Prima investivano su un artista sei anni, oggi se il primo singolo non va sei fuori. La generazione mia e di Renato non aveva i talent, ma Renato ha scritto la storia, che ca*zo gli vuoi dire? Abbiamo fatto più gavetta e forse è stata la nostra salvezza”.