Nelle ultime ore è arrivata la svolta nella vicenda esplosa ad aprile: è stato condannato Yari Carrisi, figlio di Al Bano e Romina Power. In passato aveva scritto un messaggio al vetriolo nelle stories su Instagram: “La D’Urso deve morire” e per questo è stato raggiunto da un decreto penale di condanna per aver danneggiato l’onore e la reputazione di Barbara D’Urso. A condividere i nuovi sviluppi è stata proprio la conduttrice di Canale 5 nelle sue stories su Instagram.
La vicenda risale al 21 aprile 2020. Yari Carrisi, con quelle parole, commentava un servizio andato in onda su Pomeriggio 5 in cui si parlava del riavvicinamento tra Al Bano e Loredana Lecciso. La frase di Yari Carrisi era rimbalzata di profilo in profilo fino ad attirare l’attenzione dei media. Per questo Yari, raggiunto da feroci critiche, aveva tentato di correggere il tiro spiegando che quella frase era rivolta al programma e non alla sua conduttrice.
“Chiudere il flusso negativo che emana”, aveva dichiarato il figlio di Al Bano. Per questo è stato condannato Yari Carrisi. Il provvedimento, secondo l’ordinamento giuridico, consiste nell’applicazione di una pena pecuniaria in sostituzione di una pena detentiva, scelta che spetta al giudice su richiesta del pubblico ministero. Il decreto penale di condanna, inoltre avviene senza passare per l’udienza preliminare e il dibattimento.
In poche parole Yari Carrisi dovrà corrispondere una sanzione a favore di Barbara D’Urso. La conduttrice non ha commentato la vicenda, limitandosi a riportare gli articoli dei quotidiani che hanno trattato la notizia. Nessun commento anche da parte del diretto interessato.
Dopo aver pubblicato quella frase ingiuriosa e minacciosa, inoltre, Yari aveva favorito i commenti di altri haters che commentavano la sua frase, come per sottolineare la sua posizione. Ora, condannato Yari Carrisi, i media puntano i riflettori sull’utilizzo dei social e sulle disconosciute responsabilità della comunicazione.