Cosa c’è di vero in The Good Lord Bird, la serie Sky sul leggendario abolizionista John Brown

Ethan Hawke offre un'interpretazione eccezionale di un uomo la cui leggenda si basa solo in parte sugli eventi narrati dalla serie

Ethan Hawke in The Good Lord Bird su Sky Atlantic

[Sky]


INTERAZIONI: 4

Parlare di diritti civili in un momento così profondamente segnato dal tema sembrerebbe suggerire in modo implicito un tono solenne. E invece in tempi di proteste antirazziste, rigurgiti suprematisti e occasionale attivismo performativo, The Good Lord Bird su Sky punta su un approccio diverso per risultare al contempo fedele al materiale di partenza – il romanzo omonimo di James McBride – e originale rispetto alle produzioni televisive esistenti.

The Good Lord Birdsu Sky Atlantic dal 7 ottobre – è descritta come una stimolante avventura e una commovente esplorazione dell’identità e della sopravvivenza. La storia è raccontata dal punto di vista di Henry Shackle, un adolescente che in seguito alla morte del padre si unisce alla strampalata combriccola radunata da John Brown (Ethan Hawke), un uomo estremamente devoto che si sente investito della responsabilità divina di porre fine allo schiavismo. Gli anni in cui la storia si snoda sono quelli del cosiddetto Bleeding Kansas, una turbolenta parentesi che, verso la metà del XIX secolo, prepara il terreno per la guerra civile americana.

In questo contesto gli eventi realmente accaduti si intrecciano a espedienti fittizi che rendono la narrazione più vivace e stuzzicante. La giovane voce narrante, ossia quella di Henry – che per una svista di John Brown diventa Henrietta –, non è stata associata ad alcun personaggio realmente esistito, ma è estremamente efficace nel situare gli eventi a livello storico e nel cogliere la tenerezza un po’ goffa del Brown-uomo, sul quale altrimente prevarrebbe la durezza del Brown-soldato.

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The Good Lord Bird
  • McBride, James (Author)

Risulta poi enfatizzata la portata simbolica del cosiddetto Good Lord Bird, il picchio dal becco avorio che dà il nome alla serie e di cui si avvista un esemplare già nel primo episodio. In The Good Lord Bird le piume di questo particolare picchio diventano fonte di illuminazione, e grazie a esse si può raggiungere un livello di comprensione che dura tutta la vita. La realtà non attribuisce altrettanto valore al picchio dal becco avorio, che pur essendo apprezzato per lo splendido piumaggio non è considerato portatore di particolare significato simbolico.

Più che realistica, invece, la crudeltà del Dutch Henry tratteggiato dalla serie. Già in apertura del primo episodio è descritto come un’autorità informale del luogo, e il suo locale è un curioso mix di ufficio postale, osteria, drogheria, bisca, che si trasforma in un covo di pettegoli in cui i Redshirts del Missouri si lamentano della presunta emancipazione degli schiavi neri. Gli archivi storici confermano l’esistenza di una taverna gestita da un uomo che avrebbe ispirato la figura di Dutch Henry, brutale sostenitore dello schiavismo e dello status quo.

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È nel locale di Dutch Henry, inoltre, che in John Brown di Ethan Hawke presenta idealmente al pubblico una delle sue identità fittizie, quella di Shubel Morgan. Secondo i documenti storici il vero Brown si è servito davvero di questo pseudonimo, ma in una fase successiva, quando si è imbarcato in un’ambiziosa missione per liberare un gruppo di schiavi e portarli in salvo in Canada.

C’è poi da rilevare la corrispondenza tra realtà e serie tv nell’eterogeneità del piccolo esercito di John Brown. Nel primo episodio di The Good Lord Bird la voce narrante attribuisce una connotazione negativa alla pluralità del gruppo, la quale risulta invece molto moderna per il periodo storico. Pare confermato che tra i seguaci di Brown ci fossero, oltre ai figli, alcuni ebrei e dei nativi americani. Se per Henry questa varietà è la conseguenza della disattenzione di John Brown, oggi appare una testimonianza evidente della sua apertura mentale e del suo sviscerato amore per l’uguaglianza.

Un’ultima osservazione va fatta sul legame tra John Brown e gli animali. La serie esaspera comicamente la vicinanza tra il protagonista e i conigli o gli scoiattoli che incontra lungo la sua strada, con i quali arriva a intrattenere ispirate conversazioni sulla grandezza di Dio. La realtà, tuttavia, racconta una storia almeno in parte diversa, o quantomeno più profonda. Brown è stato infatti un grande appassionato di animali fin dall’infanzia, ed è proprio la sua capacità di concepirli come esseri viventi suoi pari ad averne alimentato la leggenda di uomo precursore dei tempi.